Alcuni mesi dopo che la Cambogia ha tenuto quelle che molti osservatori definiscono elezioni truffa, la UE sta accrescendo la pressione commerciale con maggiori tariffe europee, in una risposta punitiva a questo allontanamento dai diritti e dalla democrazia.
Il 5 ottobre la UE ha annunciato che la Cambogia avrebbe perso il suo accesso speciale al mercato europeo secondo la corsia di commercio preferenziale del Tutto Tranne che le Armi, EBA, dopo aver condotto un’inchiesta di sei mesi dello status di duty-free la scorsa settimana.
La UE è attualmente il mercato maggiore delle esportazioni cambogiane. L’annuncio sortì l’effetto di una sorpresa per le autorità cambogiane, molte delle quali avevano espresso il proprio dubbio sul ritiro dell’accesso privilegiato della Cambogia dal mercato europeo nonostante gli avvisi da Bruxel.
Le ripercussioni economiche delle maggiori tariffe europee sui beni cambogiani potrebbero essere enormi.
Il valore delle esportazioni cambogiane in Europa è di 5.8 miliardi di dollari, la maggioranza dei quali proviene dal settore fondamentale delle confezioni e scarpe. Queste rappresentano il 40% del PIL cambogiano.
L’analisi delle statistiche ufficiali mostra che maggiori tariffe europee potrebbero ridurre le entrate del sette delle confezioni del 11% l’anno, un declino che potrebbe mandare il settore in caduta libera con un grande impatto sulla vita di milioni di cambogiani. Il processo di ritiro della Cambogia dall’EBA è lungo e incrementale e non inizierà se non tra altri sei mesi.
Allora se non ci sono “chiari ed evidenti segni di miglioramento sul campo” allora “porterà alla sospensione delle preferenze commerciali di cui gode attualmente” ha scritto Cecilia Malmström nel suo blog.
Per iniziare quel processo l’Unione Europea ha definito quello che considera la linea rossa che il governo ha oltrepassato lo scorso anno, quando una compiacente Corte Suprema dissolse con la forza il solo partito politico reale di opposizione, CNRP.
In aggiunta la UE ha criticato gli attacchi del governo sui media indipendenti e sulle ONG e il suo presunto diffuso spregio per i diritti umani.
Con il CNRP fuori dalle elezioni, il partito del popolo cambogiano al potere, CPP, ha vinto facilmente le elezioni di luglio a sostegno del suo continuo governo del paese dal 1979. Il CPP ora controlla tutti i quattro seggi del senato e quasi tutte le posizioni elette.
Il docente di diplomazia di Los Angeles Sophal Ear dice di essere stato sorpreso dalla decisione della UE perché pensava che a UE non avesse il fegato di farlo.
“Sono orgoglioso del fatto che l’Europa ha fatto quello che era giusto fare … Stanno danno essenzialmente a Phnom Penh sei mesi per mettersi in ordine o andarsene” dice Sophal Ear.
Per evitare di essere rimossi dal progetto europeo EBA, il governo del CPP deve mostrare dei chiari miglioramenti sui diritti e la democrazia. Nonostante il recente rilascio di prigionieri politici importanti, non ci sono indicazioni sulla volontà delle autorità a permettere al CNRP di rientrare in politica a breve.
La vicepresidente della commissione europea Federica Mogherini ha invitato il mese scorso il CPP ad aprire negoziati con il CNRP, a lasciar cadere le accuse contro i membri del CNRP cacciati dalla politica e reintegrare i rappresentanti comunali eletti e cacciati dalle loro posizioni. Non è ancora chiaro se la UE abbia steso una lista completa di richieste alla Cambogia per evitare le sanzioni.
All’inizio dell’anno, la Cambogia inviò una missione di pressione alla UE composta di parlamentari e dal consigliere del governo Sok Siphana, quando c’erano dicerie sul fatto che la Cina, l’alleato più stretto della Cambogia, stesse anche facendo pressioni sui politici europei per conto suo. Ora queste proposte appaiono essere fallite.
Ora che il gioco passa nelle mani del CPP, la domanda principale è se il primo ministro Hun Sen permetterà all’economia cambogiana di diventare vittima della tendenza del suo partito al domiio politico.
Fonti del governo hanno detto ad Asia Times che la decisione della UE non era attesa, sebbene alcuni rappresentanti delusi affermino che il governo sia stato troppo ottimista nel pensare ad un bluff dell’Europa.
Infatti il mese scorso, il portavoce del CPP Sok Eysan disse ad un giornale locale di credere che Francia, Germania e “tutte le superpotenze nel consiglio di sicurezza dell’ONU” sostenessero il governo di Hun Sen.
“Imporre le sanzioni perciò è impossibile perché la decisione della UE non avrà né consenso né sostegno”
Era un’idea che non sostenuta da tutti. Una lettera del ministero del commercio fatta trapelare a dicembre stimava che l’imposizione di tariffe sulle esportazioni in Europa avrebbe portato ad un aumento dei costi di 676 milioni di dollari. La cifra si crede si basi sui dati del 2016 quando le esportazioni totali in Europa valevano 6.2 miliardi di dollari.
La manifattura cambogiana si trova davanti ad un aumento dei costi che hanno posto fuori mercato molte industrie. Quando il governo ordinò che all’inizio dell’anno fosse aumentata la paga minima per i lavoratori delle confezioni molti proprietari dissero di non potersi permettere costi aggiuntivi.
Quelle paghe più alte, che sono cresciute da 153 dollari al mese nel 2016 a 170 al mese questo anno, costeranno agli imprenditori altri 204 dollari l’anno per lavoratore, circa 172 milioni l’anno per l’intero settore.
Le tariffe imposte dall’Europa renderanno le esportazioni del settore confezioni cambogiano meno competitivo rispetto ai propri rivali, particolarmente il Bangladesh, che ancora vantano un trattamento senza tariffe secondo il progetto EBA. Nel 2016, quasi il 18% di tutte le importazioni europee secondo EBA provenivano dalla Cambogia e solo il Bangladesh vendeva di più.
Kimty Seng, lettore di economia della Royal School of Administration a Phnom Penh, dice che le tariffe europee aggravano il guaio di una economia che si diversifica molto lentamente.
Kimty sostiene che se la Cambogia “non riesce a migliorare la sua competitività commerciale .. il possibile decremento delle esportazioni produrrà una distruzione di posti di lavoro nel settore della confezione.
Se si considera che i lavoratori del settore contribuiscono con parte dei loro salari al sostentamento delle famiglie, un lavoratore licenziato impatterà sulle finanze di almeno due o tre persone.
Una lettera alla UE da parte di cinque sindacati cambogiani affermava che l’imposizione delle tariffe avrebbe avuto un effetto diretto su tre milioni di cambogiani.
L’impatto potrebbe non essere così drastico. Il portavoce del governo, lo scorso anno, affermò che la Cambogia potrebbe diversificare le proprie esportazioni spostandole in altri paesi asiatici, come la Cina. Analisti indipendenti dicono che è una cosa facile da dire ma non da fare.
“Nel breve periodo la Cina riempirà il vuoto lasciato dall’applicazione delle tariffe. Ma nel periodo lungo la Cina dovrà scontrarsi nella guerra commerciale con gli USA oltre ad attraversare un’attesa contrazione economica” dice Paul Chambers del College of Asean Community Studies presso Naresuan University in Thailandia.
“Pochissime esportazioni vanno comunque in Cina dalla Cambogia. Solo nel breve periodo dovremmo attendere benefici finanziari per la Cina in Cambogia” aggiunge l’analista.
Le esportazioni cambogiane in Cina valevano 609 milioni di dollari nel 2016, e si crede siano state appena maggiori il 2017, ma erano ancora meno di metà delle esportazioni nel Regno Unito.
Se i consumatori europei smettono di comprare merci cambogiane a causa dei maggiori prezzi a causa delle tariffe, è molto improbabile che la Cina avrà la volontà politica o la capacità economica di importare merci del valore di vari miliardi di dollari per compensare l’ammanco con la UE.
L’annuncio della UE fu fatto poco prima della festività del Pchum Ben e quindi i portavoce governativi non hanno risposto immediatamente.
Domenica Hun Sen ha parlato in Giappone dove ha mantenuto la sua posizione turbolenta verso l’Europa. “Indipendentemente dalle misure che ci vogliono imporre, in qualunque modo, la Cambogia deve essere forte nel difendere la propria sovranità” si legge sulla Reuters.
“Lo ripeto ancora: non scambiate la sovranità nazionale con l’aiuto; non scambiate la pace del paese con l’aiuto”.
Hun Sen ha anche chiarito in varie occasioni che non prenderà in considerazione i negoziati con il dissolto CNRP implicando così un possibile scontro con la UE.
Ma se la UE toglie lo status di senza tariffe nei prossimi sei mesi, l’impatto sarà sentito dalla maggior parte dei cittadini cambogiani includendo quelli impiegati nel settore della confezione importante sia economicamente che politicamente.
Senza dubbio i propagandisti del governo daranno la colpa di quanto sofferto dalla popolazione ai politici europei.
L’amministrazione di Hun Sen è già ben addestrata a presentarsi come vittima di armate straniere attingendo per la retorica alla storia coloniale del paese.
Il CNRP fu dissolto sulla base di accuse pretestuose secondo cui cospirava con gli USA per rovesciare il regime del CPP.
Resta da vedere se questa narrazione sarà sufficiente ad assuefare i cambogiani che perderanno il lavoro.
David Hutt, Atimes.com