La flotta USA del Pacifico di recente stilò una proposta segreta per portare avanti varie missioni in una settimana a Novembre come avviso alla Cina e una dimostrazione della risoluzione e capacità di contrasto americana della recente militarizzazione di Pechino delle contestate vie d’acqua.
La proposta manifestazione di forza, che includerebbe un insieme concentrato di operazioni si nel mare cinese meridionale che nel vicino stretto di Taiwan, fu per prima illustrata dalla CNN.
Le esercitazioni, qualora si facessero, sottolineano la strategia emergente del presidente Trump, “pace attraverso la forza”, per contenere la presenza marittima cinese, testimoniata nelle recenti accresciute operazioni di libertà di navigazione nella zona.
Tali operazioni che la Cina vede come violazione delle sue rivendicazioni territoriali hanno portato le navi da guerra americane e cinesi in prossimità provocatoria. Se è lanciata questa proposta mobilitazione di massa della Marina USA ci sono secondo molti analisti delle possibilità di scontro.
Questa manifestazione di forza pone le Filippine tra l’incudine ed il martello. Il 9 ottobre il portavoce presidenziale Duterte Harry Roque disse solo che le forze filippine non si sarebbero unite alle esercitazioni navali americane.
Le notizie suggeriscono che le esercitazioni USA potrebbero coincidere con la visita pianificata del presidente cinese Xi Jinping a Manila a novembre. L’ambasciatore cinese nelle Filippine Zhao Jianhua, secondo le notizie, avrebbe espresso la propria preoccupazione sulle esercitazioni in un incontro con i rappresentanti filippini.
Come concessione alla Cina prima della visita di Xi Jinping, le Filippine hanno annunciato che parteciperanno alle prossime esercitazioni congiunte Cina ASEAN dal 22 al 29 ottobre. Saranno le prime esercitazioni di Manila con Pechino che sii terranno nelle acque della Città di Zhanjiang nella provincia meridionale di Guangdong.
Filippine e Cina sono ferme in dispute, talvolta accalorate, nel mare cinese meridionale tra le quali l’importante strategicamente Scarborough Shoal, di cui la Cina prese il controllo dopo un lungo confronto in mare nel 2012.
Il presidente Duterte ha promesso di ridurre le tensioni con un rapporto più stretto con Pechino, ma è stato criticato anche dal suo circolo della difesa per essere stato troppo accomodante e per essersi alienato gli USA.
Ma gli interessi strategici USA Filippine si stanno riallineando con nuova forza e in tutta calma, poiché l’amministrazione Trump prende una posizione più forte nel mare cinese meridionale ed accresce la sua diplomazia navale nella regione per contenere le ambizioni cinesi.
Questa manifestazione di forza in mare coincide con le recenti accresciute esercitazioni con le Filippine tra le quali le esercitazioni di una settimana “Cooperazione dei guerrieri in mare” conclusesi il 10 ottobre.
Le operazioni si focalizzarono sull’assistenza umanitaria e sul soccorso nel disastro, ma avevano chiaramente implicazioni più vaste per l’interoperabilità tra i due alleati.
Furono invitati come osservatori anche fino a 100 marine giapponesi a sottolineare la cooperazione navale più profonda tra gli alleati di tre trattati, tutti che condividono le preoccupazioni sulla presenza crescente cinese in varie zone di mare.
Lo scorso mese una nave e un portaelicotteri giapponesi visitarono le Filippine come visita di buona volontà. Tokyo è diventato di recente un osservatore regolare nelle esercitazioni annuali congiunte USA Filippine Balikatan “Shoulder to Shoulder” che hanno visto questo anno 8000 militari.
Le esercitazioni erano state sostenute dalla diplomazia strategica. A fine settembre l’ammiraglio Philip Davidson, comandante dell’Indo-Pacifico USA incontrò il segretario esecutivo presidenziale Salvator Medialtea e il ministro della difesa Lorenzana.
Il 27 settembre Davidson e il capo delle forze armate filippine Carlito Galvez si accordarono su un aumento delle esercitazioni bilaterali congiunte che andranno da 261 a 281.
“Lo facciamo anno dopo anno e c’è tuttavia tanto da imparare” ha detto Galvez nella dichiarazione dopo l’incontro con Davidson.
In particolare, si vuole che le nuove esercitazioni accrescano la cooperazione di sicurezza in mare, cosa consistente con la visione di Davidson, rivelata prima della riconferma quest’anno, di una flotta americana dell’Indo Pacifico più muscolosa.
Nella sua testimonianza al Senato Americano ad Aprile, parlo di “ricalibrare” la disposizione della gigantesca flotta che vanta 375 mila militari e personale civile, 200 navi e quasi 1000 aerei nel teatro dell’Indo-Pacifico.
Ha enfatizzato una visione che “comporta l’assicurare la prontezza di combattimento continuata delle forze assegnate nel pacifico occidentale; sviluppare un impatto aggiornato che tiene conto della rapida modernizzazione della Cina e perseguire accordi con le nazioni ospitanti che permettano agli USA di proiettare la forza quando necessaria”.
Centrale per questo piano è il rafforzamento dei legami con alleati come le Filippine. La visita di Davidson è stata costruita con incontri di alto profilo tra rappresentati d’alto livello americani e il capo della difesa filippina una settimana prima, quando i due alleati discussero i modi di rafforzare la loro alleanza bilaterale.
Gli ufficiali di rango della difesa filippina, nel frattempo, hanno di recente riaffermato il loro impegno all’alleanza compreso un incontro di settembre a Washington tra i ministri Lorenzana e la controparte James Matis.
Nell’incontro Lorenzana disse che “l’alleanza USA Filippine resta robusta, basata su una storia continua di coinvolgimenti stretti e del nostro deciso impegno a lavorare insieme su valori condivisi”.
Lorenzana ha anche incontrato il segretario di stato Mike Pompeo. Secondo il portavoce americano Heather Nauart, “ i due hanno discusso la cooperazione per affrontare le sfide di sicurezza regionale come la militarizzazione del mare cinese meridionale”
Dopo quasi due anni di legami sfilacciati, l’alleanza bilaterale si sta riprendendo proprio mentre riemergono tensioni nel mare cinese meridionale.
Mentre le forze filippine potrebbero non partecipare all’attesa prossima manifestazione di forza contro la Cina nell’area della contesa, sembra sempre più chiaro da quale parte si trovano.
Richard J Heydarian, Atimes.com