Il primo ministro Prayuth Chanochoa riprese i colloqui di pace facilitati dalla Malesia a dicembre 2014, dopo il loro inizio sotto il governo di Yingluck Shinawatra nel febbraio 2013.
Questa è la prima volta che lo stato Thailandese ha parlato in modo formale di pace con i ribelli che agitano dagli anni 60 una ribellione armata nel meridione thai. L’ultima ondata di violenza scoppiò nel 2004 ed ha fatto quasi 7000 morti
La composizione delle parti del dialogo è cambiata in modo significativo da entrambe le parti sotto il premierato di Prayuth. I militari sono alla guida del gruppo di dialogo, mentre i ribelli sono guidati da un ombrello di organizzazioni chiamate MARA Patani.
A rifiutare di partecipare ai colloqui sponsorizzati dai militari è Fronte Rivoluzionario Malay di Patani, BRN, che controlla la maggioranza degli insorti sul campo, sebbene alcuni dei suoi membri si sia unito al MARA di sua propria iniziativa.
I tre ostacoli ai colloqui di pace del Profondo Meridione
Mahathir ha nominato Abdul Rahim Noor, ex capo della polizia malese e capo della Polizia Speciale, come nuovo facilitatore dei colloqui. Abdul Rahim è una vecchia volpe che ha lavorato con Bangkok per assicurare la pace con il Partito Comunista Malese mentre teneva colloqui segreti con le precedenti generazioni dell’insorgenza quali il PULO, Fronte di liberazione Unito di Patani. In risposta Bangkok ha sostituito il suo capo negoziatore Generale Aksara Kerdphol on il generale
Udomchai Thammasarorat, un ex comandante dell’esercito nel meridione thailandese.
Ma questo cambio non comporterà di certo uno sblocco se non ci sarà un più generale cambiamento nei parametri dei colloqui di pace.
I tre maggiori ostacoli da considerare nei colloqui di pace sono: gli obiettivi limitati, il comando e controllo di MARA Patani sui militanti e il coinvolgimento del BRN.
Primo ostacolo. Il governo thailandese deve ammettere che si sono persi quattro anni senza aver ottenuto qualcosa di tangibile perché come prima ragione i parametri sono stati posti perché esaudissero solo l’agenda di Bangkok.
Aksara ha rivendicato un successo nella riduzione della violenza e nell’istituzione di una zona di sicurezza nel distretto Cho Airong di Narathiwat. La riduzione della violenza chiaramente nasce dalla strategia del BRN che è cambiata affinché crescesse la propria legittimazione davanti agli occhi della comunità internazionale piuttosto che a causa dei colloqui di pace o delle operazioni di controinsorgenza.
Sembra che il governo militare consideri i colloqui di pace principalmente come un modo per controllare la violenza. E’ Prayuth a dire che il dialogo non è un negoziato. Il consigliere della sicurezza del governo Panitan Wattanayakorn ha affermato:
“Il governo thailandese è aperto al dialogo di pace finché non coinvolge la secessione e l’autonomia”
Queste due dichiarazione pongono una domanda: qual’è il fine ultimo del governo nei colloqui di pace?
Il BRN di certo non parteciperà a colloqui che fanno il gioco dell’agenda di Bangkok. Come ha dichiarato durante la sua visita, la Thailandia deve prepararsi a “ Vincere qualcosa e perdere qualcosa ”.
Se Bangkok non vuole allargare il suo focus dalla sicurezza e discutere questioni politiche fondamentali, un nuovo facilitatore ed un nuovo capo negoziatore non saranno sufficienti ad assicurare una pace duratura nel meridione.
Secondo Ostacolo. La credibilità di MARA Patani è stata minata in modo serio dalle domande su quanto comandi sul campo e quanto controlli i combattenti dell’insorgenza.
Il gruppo comprende il BIPP, GMIP, PULO ed alcuni membri del BRN. BIPP ammette di aver cessato le operazioni militari, mentre le ali militari del PULO e GMIP si credono siano piccole.
Il portavoce di MARA Patani Abu Hafez Al-Hakim ha affermato che il prossimo passo sarà di indire un cessate il fuoco, ed ha ammesso che sarebbe “difficile se non impossibile” senza la partecipazione dell’ala militare del BRN.
La relazione tra MARA Patani e BRN è stata considerata come ostile. Ma il portavoce del BRN Abdul Karim Klalid, in un’intervista alla BBC Thai, ha detto che MARA Patani “è parte di noi”
MARA Patani ha fatto dei passi per riunirsi con il BRN compresa una proposta di cambiare il nome dell’organizzazione ombrello. Questi sforzi in corso indicano che i gruppi di liberazione potrebbero addirittura riuscire a formare un fronte unito.
Terzo ostacolo. Il maggiore ostacolo è come riuscire a portare il BRN nei colloqui. Il governo della giunta militare si è rifiutato di prendere in considerazione le richieste del BRN esposte in cinque punti.
Non si oppone all’uso dei mezzi politici per la risoluzione del conflitto; i colloqui devono includere osservatori internazionali ed un facilitatore imparziale scelto di comune accordo dalle parti; Bangkok e BRN devono essere i partner principali del dialogo ma devono essere incluse le voci di altre parti; e tutte le parti devono imparare dagli altri processi di pace.
Un ostacolo intimorente è la richiesta del BRN di osservatori internazionali.
I Thailandesi temono che questo porterebbe ad una ulteriore internazionalizzazione del conflitto con una conseguente apertura verso la secessione. I militari thailandesi citano Timor Est come un esempio dove l’intervento dell’ONU aprì la strada all’indipendenza dall’Indonesia, cosa per altro discutibile.
Nei fatti ci sono molti paesi che hanno concluso conflitti separatisti attraverso processi di pace che non hanno comportato la separazione. Come esempi si guardi all’Indonesia ed Aceh e alle Filippine Meridionali.
Il nocciolo della questione è che il governo deve essere pronto a negoziare questioni politiche fondamentali come una ridistribuzione del potere tra Bangkok e la popolazione del Profondo Meridione in campi come Istruzione, cultura, gestione delle risorse, relazione tra musulmani e non musulmani, e l’amministrazione locale.
Il portavoce del BRN dice che il gruppo “ha rallentato le proprie operazioni militari perché persegue la via politica”, cosa che appare un gesto positivi.
Ora il governo thailandese, e forse la società nel suo complesso, deve chiedersi fino a che punto vogliono spingersi per assicurare la pace.
Rungrawee Chalermsripinyorat, Nationmultimedia