Phetmongkol Por Peenapat era stato già messo al tappeto al terzo round e mostrava già segni di impossibilità a difendersi dai colpi dell’altro ragazzo con cui combatteva.
Il ragazzo è caduto sul ring privo di conoscenza ed è stato portato all’ospedale dove poi è morto ed è stata predisposta l’autopsia.
Qualcuno ha scritto che l’arbitro avrebbe dovuto fermare prima l’incontro perché i segni del malessere erano già evidenti.
Questa orribile notizia la si è colta da Youtube dove è stato trasmesso il video dell’incontro su un profilo, Muay Thai Krob Wong Jorn, in cui si danno le condoglianze alla famiglia che ha fatto sapere di non voler fare azioni legali contro gli organizzatori. E’ avvenuto in un incontro sportivo per loro.
Sembra che Phetmongkol Por Peenapat abbia cominciato all’età di otto anni ad allenarsi a combattere ed a rischiare la vita per portare soldi in famiglia.
In un altro articolo abbiamo detto che al parlamento thailandese (nominato dai militari) è in discussione una proposta per emendare la legge sulla boxe thailandese e fissare l’età minima per partecipare alle gare.
Questa proposta nasceva da uno studio medico sulle conseguenze di un avvio alla boxe in età molto giovane.
L’associazione delle scuole di Muay Thai molte delle quali lavorano con ragazzi di quartieri poveri si è opposta a questa proposta, perché a loro dire la Muay Thai tiene fuori dai guai a scuola e per strada molti ragazzini.
Che l’attività sportiva possa avere questa funzione sociale non vi è dubbio, ma qui è pura attività agonistica per portare da mangiare a casa.
Su Khaosodenglish Pravit Rojanaphruk scrive:
“Il ministro del turismo e dello sport ha detto che il ministero considererà di proporre restrizioni più forti sulle attività di pugilato ai minorenni dopo la morte di un ragazzo di 13 anni in seguito alla messa a tappeto in un incontro di fine settimana di Muay Thai.
Veerasak Kowsurat considererà di sostenere un emendamento della legge del 1999 sulla boxe in cui fissare il limite minimo per incontri di boxe e che porterà questa questione nel governo.
Il ragazzo Phetmongkol Por Peenapat è caduto sul ring sabato ed ha perso coscienza al terzo round per un’emorragia cerebrale da cui non si è più riavuto morendo la domenica successiva.
Il ragazzo con cui combatteva aveva anche lui 14 anni e nessuno dei due indossava alcuna protezione per la testa.
L’incontro, tenutosi a Samut Prakan, era un incontro sponsorizzato contro la droga con tanto di trofei sostenuto da vice primo ministro Prawit Wongsuwan.
Questo incidente ha rinnovato le richieste di restrizione da imporre dopo che una ricerca della Mahidol University mostrava come boxer bambini davano risultati inferiori nei test per aver ricevuto colpi alla testa.
Chi lavora nel giro della Boxe sa raccogliendo fondi da donare alla famiglia del ragazzo promuovendo altri incontri….
La pagina Facebook Muay Thai Krobwongchorn ha espresso le condoglianze alla famiglia del ragazzo domenica sera con la foto del ragazzino intubato all’ospedale.
Uno dei commenti domandava le ragioni per cui l’arbitro non ha fermato l’incontro quando era chiaro che il ragazzo non riusciva più a tenere i colpi.
Nel giorno stesso della morte del ragazzino, centinaia del campo della boxe, tra cui boxer conosciuti, si riunirono facendo conoscere le proprie critiche al proposto emendamento fatto dal parlamento eletto dalla giunta.
Sukrit Praekrithawej presidente del Lawyers for Boxers Club sostiene che l’emendamento è contrario alla “tradizione secolare” e alla realtà dell’ambiente della boxe. Tale emendamento vuol vietare la boxe di competizione per bambini minori di 12 anni e richiede che i minori di 15 anni indossino le protezioni per la testa e che sia richiesta l’autorizzazione dalle autorità prima di ogni incontro.
Sukrit ha detto che questo limiterebbe i diritti di chi fa sport di sviluppare il loro corpo, toglie la professione a tanta gente ed impedisce a 300 mila bambini di guadagnarsi qualcosa di soldi.
In Thailandia è comune che ragazzi delle province povere inizino a combattere anche da quando hanno cinque anni.
La notizia della morte del ragazzo è giunta lo stesso giorno in cui una ragazzina di 11 anni boxer di Muai Thai, ha conquistato i titoli dei giornali per la sua pietà filiale combattendo sul ring per guadagnare da 300 a 500 baht, da 10 a 15 euro, per sostenere la propria famiglia povera.
La ragazzina della provincia di Ratchaburi si guadagna anche da vivere raccogliendo immondizia e portando dal veterinario i cani dei vicini.
La ragazzina combatte per soldi da due anni perché la sua famiglia è povera e i genitori devono badare anche agli altri fratelli e sorelle e dice che sta facendo la cosa giusta.
Suo padre racconta che era un autista ma che da cinque anni è disoccupato perché nessuno vuole assumere uno di 35 anni.
“Talvolta ho pietà per lei perché spesso chi combatte con lei è più grande fisicamente. Lei è spesso sotto fino a cinque chili. Talvolta può combattere, altre volte no, ma il suo cuore è quello di una combattente e due volte a messo a tappeto qualcuno più grosso di lei”.