Il CPJ, Comitato per la Protezione dei Giornalisti, dà il suo premio Gwen Ifill “ad una persona che ha mostrato un risultato prolungato e sostenuto nella causa della libertà di stampa” ed insieme a aria Ressa, per le Filippine, sono stati premiati altri quattro giornalisti col premio Internazionale per la Libertà di stampa.
Questi sono Amal Khalifa Idris Habbani del Sudan, la vietnamita Nguyen Ngoc Nhu Quynh, Luz Mely Reyes del Venezuela e Anastasiya Stanko dell’Ucraina.
Nel suo discorso di accettazione del premio, Maria Ressa dice:
E’ stata un’esperienza incredibile questi ultimi giorni qui con gli altri giornalisti insigniti del premio IPFA. E’ un onore incredibile essere qui stanotte ed anche un incredibile bagno di umiltà.
Grazie a voi del Comitato per la protezione dei giornalisti.
Questo premio giunge in un momento in cui Rappler ed io abbiamo bisogno della vostra attenzione e del vostro sostegno.
Questo è un momento esistenziale per le strutture del potere globale, rivoltate come un calzino dalla tecnologia. Quando i giornalisti globalmente sono sotto attacco. Quando le strutture di potere si modificano.
I problemi che viviamo nelle Filippine sono in parte causate dai problemi vostri qui.
Le piattaforme tecnologiche dei media sociali americani, che un tempo rafforzavano la nostra azione, ora sono un’arma contro giornalisti, militanti e cittadini con la diffusione di menzogne attraverso le frontiere.
Un presidente molto simile ai nostri i cui attacchi contro la stampa (e le donne) permettono agli autocrati come i nostri di liberare il lato oscuro dell’umanità ed estendere i loro già vasti poteri con impunità, specialmente in paesi dove le istituzioni sono crollate.
Noi a Rappler combattiamo l’impunità su questi due fronti: il governo filippino e Facebook che è essenzialmente è il nostro internet. Entrambi seminano violenza, paura e menzogne che avvelenano la nostra democrazia.
Quelle menzogne seminate nei media sociali formano la base delle questioni giudiziarie del governo contro di noi. Sono state piantate e radicate un anno prima che esplodessero e fossero fatte. L’ultima accusa giudiziaria di evasione giudiziaria riclassifica Rappler come “operatore finanziario”. Non sono ovviamente un agente di borsa, vero? Sarei pagata molto di più.
Perché sono giornalista, sono ora etichettata come un criminale e posso andare in carcere per dieci anni. Con questo annunciato capo di accusa il mio governo ha piegato la legge al suo punto di rottura. Ha sconvolto il governo della legge usandola contro i giornalisti e i critici. Usata come un’arma al pari dei media sociali.
Facebook connette oltre 3 miliardi di persone nel mondo, e a causa di ciò, i confini nazionali sono crollati. C’è un copione globale. Lo vedete, vero? E gli autocrati imparano l’un dall’altro. Il numero maggiore di profili compromessi durante il Cambridge Analytica, per esempio, furono qui negli USA, e poi nelle Filippine.
Quando il presidente Trump definì CNN e New York Times “fake news” una settimana dopo il presidente Duterte definì Rappler “Fake News”. Quando Presidente Trump tolse a Jim Acosta della CNN l’accreditamento, seguiva quello che il presidente Duterte fece all’inizio dell’anno ad una nostra giornalista. Ha vietato anche a me di entrare nel palazzo presidenziale, anche se non ho fatto articoli durante la sua amministrazione.
Voglio condividere sei lezioni ed appelli all’azione.
Il momento per combattere per il giornalismo, per le nostre costituzioni, quella filippina e la vostra, è ora.
Non restatevene in silenzio quando siete attaccati. Le menzogne esponenziali sui media sociali, accoppiate alle parole del presidente, il vostro ed il mio, fabbricano la verità. Silenzio significa acconsentire.
Abbiamo bisogno di continuare a fare giornalismo senza paura o favori. E, avete sentito queste parole lo scorso anno dalla mia ex collega Christiane Amanpour “Dobbiamo raccontare la verità non essere neutrali”.
Abbiamo bisogno di costruire alleanze globali perché l’informazione è la moneta del potere ora manipolata dagli attori globali. Avete qui l’indagine Mueller. Bene, se la Russia fa attività di B2C, la Cina fa B2B. Controllate il rapporto di Freedom House di questo mese che mostra come la Cina esporti il suo autoritarismo digitale in altri paesi. Accade ora.
Abbiamo bisogno che le piattaforme tecnologiche siano chiamate a rispondere. Si devono allontanare dalla mera crescita di affari. Sono ora i più grandi distributori di notizie al mondo, è un potere che hanno preso da noi, e quindi devono assumersi le responsabilità che i giornalisti un tempo avevano come guardiani. Non possono permettere la diffusione di menzogne. Non possiamo essere stritolati così non possiamo essere d’accordo sui fatti. Devono proteggere l’interesse pubblico e la sfera pubblica dove c’è la democrazia.
Infine, per gli affari e gli investitori multinazionali. Sono attaccata non solo come giornalista ma come fondatrice di un’impresa che ha successo e in modo legale ha raccolto soldi per realizzare un’idea. Fate sapere al mio governo che non siete d’accordo con le sue misure draconiane ed il segnale che manda agli investitori è che le Filippine non sono pronte per l’innovazione o gli investimenti.
Per ogni singola persona in questa stanza, si tratta di valori e principi.
La nostra missione da giornalisti è molto chiara. Patricia Evangelista, che ha dedicato la sua vita di questi due anni passati alla guerra alla droga e alla nostra Serie dell’Impunità, la guerra alla droga che ha ucciso fino a decine di migliaia di persone, lei è qui. Voglio chiederle di alzarsi in piedi. Patricia, alzati per favore.
Il mio gruppo, le donne e gli uomini di Rappler, siamo in maggioranza donne. Ci sono due gruppi che fanno tendenza dei nostri hashtag, è CPJ e Rappler nelle Filippine. Siete in livestreaming lì. Guardano quello che accade qui. Questo Premio Gwen Ifill è davvero il vostro perché il nostro gruppo ha imparato a vivere con questi attacchi ed essi si presentano. Si presentano ogni giorno per controbattere. Questo premio è per loro.
Non si sa chi si è davvero finché non sei costretto a combattere per difenderti.
Poi ogni battaglia che vinci o perdi, ogni compromesso che scegli di fare o da cui te ne vai, tutte queste lotte definiscono i valori con cui si vive ed infine chi si è.
Noi a Rappler abbiamo deciso che, quando ci volgeremo a guardare questo momento tra dieci anni, sapremo che abbiamo fatto tutto quello che era nelle nostre forze: non ci siamo inchinati, non ci siamo nascosti.
Noi siamo Rappler e manterremo la posizione.
https://www.rappler.com//nation/217194-maria-ressa-acceptance-speech-gwen-ifill-press-freedom-award-2018