Il 21 gennaio 2019 i filippini della Regione Autonoma di Mindanao Musulmana, ARMM, e di alcune municipalità come il gioiello della corona della Bangsamoro Cotabato, parteciperanno ad un plebiscito per determinare se le loro comunità faranno parte della proposta Regione Autonoma Bangsamoro.
La creazione del BAR che sostituirà ARMM segnerà la conclusione della lotta armata per l’autonomia del Fronte di Liberazione Moro Musulmano, MILF, e il processo di pace con il governo. Perciò il presidente del MILF Al Haj Murad Ebrahim ha affermato che il plebiscito “deciderà su su i decenni dei nostri negoziati e di costruzione della pace”.
Il destino del BAR e del processo di pace si deciderà nelle città e barangay di Mindanao, dove le rivalità dei politici locali e il terrorismo possono cambiare il risultato. A Cotabato Città, che è considerata il gioiello della corona del Bangsamoro, lo scontro politico duro della città e la minaccia del terrorismo hanno già sollevato preoccupazioni sul futuro del plebiscito.
Il risultato del voto nel plebiscito non è affatto scontato. Il sindaco attuale Cynthia Guiani-Sayadi ha espresso lo scetticismo sul voto del proprio elettorato per essere incluso nel BAR, e crede che la sua città resterà un centro economico anche senza i fondi che riceverebbe come parte del BAR.
Cynthia Guiani-Sayadi, che è spesso associata all’eredità del fratello già sindaco della città Japal Guiani la cui amministrazione vide un boom di investimenti ed edilizio, ed il suo vicesindaco e nipote fanno campagna elettorale con una piattaforma di continuata prosperità e sicurezza per le prossime elezioni di maggio.
A Cynthia Guiani-Sayadi si oppone la parlamentare di opposizione Bai Sandra Sema, la cui carriera è legata fortemente all’approvazione del BAR e al plebiscito, e il marito Muslimin Sema che fu sindaco di Cotabato e fondatore del MNLF.
Il candidato vicesindaco di Bai Sandra Sema è l’ex vicesindaco del marito, Abdullah Andang, che sembra voler ricordare le precedenti contese elettorali tra le famiglie Sema e Guiani. Poiché Sema sostiene il BAR il plebiscito è essenzialmente un plebiscito sulla sua candidatura.
Poiché sono in ballo le carriere politiche e la ricchezza dell’elite di Cotabato, sono enormi le tensioni sull’integrità del plebiscito. Ad ottobre scorso è stata chiesta l’esclusione di 4000 nuovi elettori registrati a causa della presunta non residenza.
Errori nel sistema di registrazione sono apparsi quando chi ha fatto domanda di inclusione non è stato adeguatamente informato del rischio della registrazione. In risposta la Commissione Elettorale ha previsto audizioni di due giorni per 1400 dei facenti domanda, ma solo 200 sono comparsi a causa del sistema di avviso inadeguato. Chi partecipò all’audizione, compreso Bai Sandra Sema, ha visto negato l’opportunità di discutere con i propri richiedenti che non sono comparsi all’audizione.
La questione della registrazione degli elettori resta una questione politicamente sensibile. Il sito Luwaran (MILF) riportava che 2122 elettori presunti sostenitori del BAR sono stati cancellati dalle liste elettorali, mentre centinaia di altri non sono riusciti a registrarsi entro la data del 7 novembre. Il presidente del gruppo di pace del MILF Iqbal Mohagher disse che un rappresentante della municipalità di Cotabato lavorava contro la registrazione dei votanti.
Mentre Cotabato si lecca le ferite dello scandalo delle registrazioni deve anche affrontare la prospettiva della violenza politica. Dopo un’autobomba nel 2013 che mirava al corteo di auto dei Guiani Sayadi uccise 8 persone e ne ferì altri 40, la situazione della sicurezza è migliorata. Da notare che l’elezione dei barangay lo scorso maggio è proceduta senza incidenti grazie alla scoperta per tempo di un ordigno rudimentale vicino un seggio elettorale tre giorni prima del voto.
Complessivamente i casi di violenza politica nella città sono meno frequenti e anche meno gravi del resto di Maguindanao, anche se continuano la violenza dei clan, un attentato ad un cimitero cattolico oltre all’assassinio di un impiegato del governo, di un poliziotto e di rappresentanti dei barangay da settembre.
In risposta alla violenza nei paesi vicini, le autorità locali hanno applicato la politica “Non si entra senza tessere di identità” nei posti di controllo della città e durante il coprifuoco notturno.
Queste misure forti di sicurezza hanno di recente portato ad intercettare un ordigno esplosivo a Datu Odin Sinsuat. Persino i migliori sforzi non possono essere perfetti, e la continuata capacità dei militanti del ISIS opposti al trattato di pace di tentare di entrare e fare violenza nell’area circostante giustifica le preoccupazioni per la sicurezza durante il plebiscito.
Sebbene Cotabato sia solo una città nel plebiscito, le sfide già dette non sono solo sue. A Zamboanga, il sindaco Maria Isabelle Climaco ha attaccato i rappresentanti dei barangay ed altri a spingere per l’inclusione della città nel plebiscito sostenendo che questi rappresentanti volevano smembrare l’integrità territoriale della città.
Nel frattempo ad Isabela l’ex parlamentare Sitti Djalia Turabin-Hataman, forte sostenitrice del BAR nel Congresso, si trova di fronte al compito duro di convincere gli incerti elettori cristiani a sostenere il plebiscito.
Il suo oppositore, il vice sindaco Cherrylyn Santos-Akbar, deve anche gestire attentamente la sua base elettorale, dopo aver ricevuto minacce di morte per essersi opposta alla BAR nel 2014 quando fu sindaco. Infine Isabela come Zamboanga sono a rischio della violenza di gruppi vicino al ISEA come Abu Sayaff.
Il destino del processo di pace del MILF, come ha detto un commentatore, dipende dalla condotta trasparente e pacifica del plebiscito in tutta l’ARMM, ma specialmente nelle grandi città che cadono fuori del suo territorio.
L’integrazione di Isabela, Zamboanga e di Cotabato in particolare nel BAR darebbero al governo regionale la tanto necessaria legittimità e rafforzerebbero il mandato al MILF per governare.
Perciò se il plebiscito a Cotabato dovesse essere compromesso dal terrorismo o dalla politica locale, non è solo il governo della città im pericolo ma la pace e la prosperità del BAR.
Luke Lischin, TheDiplomat