Al botteghino del centro di osservazione dei delfini è affisso un manifesto vecchio al muro in cui si chiede di salvare i delfini Irrawaddy che sono parte “dello splendido patrimonio naturale della Cambogia.”
Si legge che “costruire dighe distrugge gli habitat” ed elenca le minacce che vivono i delfini, dall’inquinamento alle reti da imbrocco. Pare un papiro mangiato dagli insetti.
I delfini Irrawaddy sono una specie in grave pericolo di estinzione. La più grande delle cinque popolazioni che restano vivono qui, in un pezzo del fiume Mekong vicino Kratie nel nordest della Cambogia.
Governo e WWF stimano che rimangano 92 delfini nei dintorni, un piccolo incremento nel declino costante dai 200 contati nel 1997.
Al tramonto vengono alla superficie come dei sottomarini girandosi verso il cielo rosso oro. Buttano fuori l’acqua dai loro sfiatatoi con il suono di cavalli scontenti.
Sulla riva Sey Inn batte le mani osservando la scena. Nacque nel 1945 a Kratie e dice:
“C’erano uno o due delfini quando ero giovane. Le bombe della guerra del Vietnam ne uccisero la maggioranza di loro. Poi la pesca selvaggia”
Non si conoscono quanti delfini furono uccisi durante la guerra del Vietnam
Le forze americane credevano che i rifornimenti dei Vietcong si muovessero lungo il Mekong settentrionale e riversarono quasi tre milioni di tonnellate di bombe tra il 1964 e il 1975 secondo uno studio sul collasso demografico dei delfini fatto dall’Istituto di Biologia Marina delle Haway.
Non era solo l’impatto ad ucciderli. Uno studio del 2014 della professoressa Isabel Beasley dice che “i delfini hanno un udito estremamente sensibile ed un complesso sistema sonar usato per cercare da mangiare, navigare e comunicare”
Il trauma sonoro delle esplosioni potrebbe causarne la morte e “interruzione dell’ alimentazione, della cura dei piccoli e delle nascite”.
Anche oggi continua il disturbo sonoro con le imbarcazioni turistiche a congestionare la superficie del fiume dove si nutre la popolazione di Kratie.
“Quando vedono la barva i delfini se ne scappano” dice un mozzo Sun Kung. Alcune guide turistiche ora offrono pure i kayak come alternativa sicura per i delfini.
Dieb Socheat, il cui soprannome è Lucky, ha una agenzia di Kayak a Kratie.
“Quando ero giovane negli anni 80, tutti avevano una pistola e nessuno proteggeva i delfini. La gente dava loro la caccia con armi e dinamite per mangiarli e per ricavare l’olio”
Secondo lui la crescita della popolazione di delfini da 80 a 92 esemplari in due anni è dovuta alla campagna di sensibilizzazione delle ONG e del governo.
“Hanno incoraggiato la gente ad abbandonare l’uso della dinamite e delle reti ad imbrocco” dice Lucky. Alcuni comunque lasciano dei fili elettrici in acqua folgorando tanti pesci.
Savuth Dong, che presiede il dipartimento dell’ambiente a Kratie, è preoccupato.
“Abbiamo aumentato il pattugliamento lungo il fiume per contrastare i pescatori che usano l’elettricità per pescare. Ache il WWF pattuglia il fiume due volte la settimana”
Dong dice che il suo dipartimento ha un programma per incoraggiare la gente “a pescare solo per mangiare” ed ad evitare la pesca commerciale. “Così resterà del pesce per i delfini”
Ma se si costruisce a nord di Kratie una diga, non ce ne sarà di pesce né per la gente né per i delfini, scondo molti analisti.
La diga idroelettrica di Sambor, che è una joint venture tra il governo cambogiano e la compagnia cinese China Souther Power Grid, si trova ancora nello stadio di pianificazione.
Sarà larga 18 chilometri per creare una riserva lunga 82 chilometri e dividerà in due “forse la più grande migrazione annuale di biomassa di pesce al mondo” secondo il rapporto del Natural Heritage Institute NHI che ha avuto il compito di studiare alternative alla diga.
La diga dovrebbe generare 2600 megawatt di elettricità che è il consumo dell’intero paese. Questo dovrebbe generare un surplus di energia da esportare per creare delle entrate facili da questa nazione da entrate medio basse.
Comunque la conseguente distruzione dell’ambiente di deposito delle uova e “il blocco dei sedimenti e dei nutrienti che mantiene e rifornisce la rete alimentare” potrebbe avere effetti devastanti secondo il rapporto del NHI.
Ci sarà un “declino cumulativo nella biomassa usabile dopo la diga del valore del 45%” e per quanto riguarda i delfini “la popolazione potrebbe estinguersi localmente dal Mekong”
Il pesce rappresenta il 20% della dieta dei cambogiani e 80% delle proteine animali secondo WWF. Il costo sociale ed economico della diga di Sambor e delle altre dighe in Laos sarà di alcuni miliardi di dollari.
Savuth Dong, già pescatore egli stesso, può solo attendere che chi sta più sopra di lui prenda la decisione.
“La diga avrà conseguenze sui delfini ed il pesce” dice aggiungendo che per generare elettricità preferirebbe metodi alternativi.
NHI, come parte del suo rapporto, ha presentato un’alternativa solare alla diga a Sambor al governo cambogiano. Il suo direttore Gregory Thomas dice che la soluzione è bloccata.
Gli investitori avrebbero bisogno di tariffe più alte per giustificare i loro investimenti in un impianto solare, dice.
“La tariffa attuale è di 6.9 centesimi di dollaro a chilowattora ed il NHI stima che la scelta solare sarebbe a 7.5 centesimi”.
Poi l’ente elettrico cambogiano che comprerebbe l’energia da proprietario cinese è scettico.
“Sono preoccupati degli effetti di integrare questa energia sulla stabilità della rete nazionale” dice Thomas.
Il ministro delle miniere e dell’energia sta rivedendo il piano fondamentale del settore elettrico da sottoporre per l’approvazione all’inizio 2019.
L’alternativa solare “probabilmente non sarà presente su quel piano fondamentale rivisto” aggiunge Thomas.
Il direttore generale del ministero Victor Jona dice che il governo “dà la dovuta considerazione degli aspetti ambientali” associati alla proposta della diga di Sambor.
“NHI ha dato una raccomandazione per l’energia solare come alternativa alla diga ma altri hanno argomentazioni differenti. Soppeseremo i nostri bisogni di sviluppo contro le preoccupazioni ambientali”
La parola sviluppo può assumere diversi connotati in Cambogia.
Le ONG e l’ONU la usano per indicare i valori democratici liberali come legittimazione delle donne e il miglioramento dell’istruzione. Governo ed investitori lo considerano come creare in Cambogia quella ricchezza e stile di vita goduta dai paesi cosiddetti sviluppati.
“C’è una profonda disconnessione tra la gestione responsabile delle risorse e alleviare la povertà” dice Courtney Work dell’Università di Teipei. “Questo ha un costo pesante per i delfini di acqua dolce e su tutte le altre popolazioni non umane che non sono inclusi nei nostri calcoli”-
Ci guida le barche a Kratie conta i guadagni della giornata. Hanno caricato 20 imbarcazioni di turisti per vedere i delfini. E’ stato facile trovarli ora che la stagione delle piogge è conclusa.
Si rifugiano nelle poche pozze di acqua profonda man mano che la stagione secca avanza disseccando le rive e riducendo la larghezza del fiume.
Nathan Thompson, Aljazeera