Lo scopo sarebbe di perseguire i negoziati con i gruppi armati di queste regioni che non sono firmatarie dell’Accordo Nazionale di Cessate il fuoco, NCA.
Secondo i negoziatori questa scelta di fermare le operazioni militari negli stati Kachin e Shan per quattro mesi possa resuscitare lo stallo nei colloqui di pace.
Non si parla dello stato Rakhine dove i militari hanno lanciato un’altra operazione di rastrellamento per la morte di due civili buddisti.
Un consigliere della commissione di pace Hla Maung Shwe si attende un effetto positivo sui colloqui e i gruppi armati devono accettare questo ramoscello di ulivo. Si attende che i gruppi non firmatari riprendano i colloqui in modo individuale e non collettivamente.
Questa dichiarazione giunge dopo dei colloqui che i tre gruppi Myanmar National Democratic Alliance Army, Ta’ang National Liberation Army e the Arakan Army hanno tenuto il 12 dicembre in Cina in cui hanno espresso la volontà di smettere i combattimenti e risolvere pacificamente il conflitto. Questi tre gruppi erano stati esclusi dai colloqui in precedenza.
La Cina si pensa abbia favorito le concessioni sia dei militari che dei gruppi etnici sempre più interessata per i propri fini economici alla pace e alla stabilità in Birmania.
Nei prossimi quattro mesi i gruppi che non firmarono il cessate il fuoco nazionale devono riprendere i negoziati con NRPC per la firma del cessate il fuoco e seguire la loro politica in sei punti.
Per ora nella dichiarazione si citano quattro punti: mantenere le promesse in cui ci si è accordati negli accordi di pace, evitare di porre un peso enorme sulla popolazione, non approfittarsi dell’accordo di pace e seguire strettamente le leggi esistenti. Non sono stati citati due punti “di andare verso un paese democratico secondo la costituzione del 2008” e di “avere un desiderio grande di una pace eterna”.
Il comandante in capo Min Aung Hlaing ha detto alla stampa birmana che il processo di pace è la loro prima priorità che cerca di raggiungere con forza.
Rispondiamo alle richieste dei gruppi etnici armati come più possiamo, ha detto il generale.
Ad ottobre 2015 otto gruppi armati tra cui il KNU dei Karen e RCSS degli Shan firmarono il NCA e quest’anno il numero è salito a dieci.
Molti dei gruppi etnici più potenti non hanno aderito al cessate il fuoco ed hanno formato un Comitato Politico Federale Consultivo e negoziale per chiedere grossi cambiamenti al NCA.
Il governo ha perseguito il processo di dialogo politico con i firmatari del NCA ed ha aperto la conferenza di pace di “Panglong del XXI secolo” a NayPyi Daw.
I progressi comunque sono stati minimi ed il KNU dopo un summit dei capi ad ottobre ha sospeso la propria partecipazione. Il RCSS ha anche annunciato che non parteciperà al comitato di monitoraggio congiunto per verificare l’applicazione del NCA.
L’analista politico U Maung Maung Soe ha detto di attendersi una risposta positiva all’annuncio dei militari ma ha ammesso che in quattro mesi sarà molto difficile convincere i non firmatari a firmare il NCA: “Non voglio dire che è impossibile, tutto è possibile se le parti lo vogliono”
Ye Mon, Frontier Myanmar