Nella cittadina pittoresca di Kadingilan a Bukidnon, come sarà sentito il Natale nella casa del già sindaco Joelito Talaid che , come Batacabe, è stato ammazzato due giorni fa?
Chiunque siano e qualunque siano le loro manchevolezze, pensate di cosa significhi il Natale oggi per la famiglia dello studente espulso delle superiori del Ateneo che ha riempito di pugni un altro studente inerme nel bagno mentre un telefonino lo registrava.
E se avete visto le notizie venerdì sera, le celebrazioni di oggi vi aiuteranno a cancellare dalla testa le immagini forti dei corpi scaricati a Mindoro Occidentale e a Daraga che i cittadini hanno scoperto nel fine settimana?
Sembra quasi una frase fatta, in questa terra maledetta dal sangue e dal dolore, ma il Natale può dimostrarsi senza alcun significato per tanti filippini.
I titoli continui che hanno afferrato il paese negli ultimi giorni ci hanno risvegliato alla realtà di ogni giorno che nessuna noche buena può nascondere: che riusciamo ad essere sconvolti dagli atti di un ragazzo bullo nella scuola dell’elite ma allo stesso tempo dimentichiamo il bullismo giornaliero che riceviamo, che derivi dal linguaggio triviale del nostro capo o dal grilletto facile dei nostri poliziotti, o dalle bustarelle che dobbiamo pagare per mantenere le nostre imprese o la nostra pace.
I sicari che si sono fatti strada tra gli anziani di un evento di consegna di doni a Daraga vivono nello stesso ambiente e respirano la stessa aria dello studente delle superiori che che a furia di calci e pugni è salito alla notorietà.
E’ un ambiente che si è assuefatto alla violenza in una nazione che preferisce non fare domande quando non avviene in casa propria.
E perché dovremmo sorprenderci?
Il male liberato dalle gerarchie maggiori del potere, attraverso ordini di omicidio, il linguaggio misogino, la blasfemia, il terrore, rafforza non solo gli uomini che hanno accesso alle armi ma anche i ragazzi che hanno la sfortuna di crescere con dei cattivi modelli.
Le menzogne che tolleriamo e le scorciatoie che giustifichiamo rafforzano non solo gli uomini e le donne che le fanno e diffondono, ma anche una società che si approfitta di questi atti.
Non accettare questo a fondamento che alimenta questi atti di violenza senza senso tra di noi è continuare questa pretesa che ci costerà il futuro e quello dei nostri figli.
In questa Vigilia di Natale auguriamo a tutti una chiarezza di pensiero per capire le nostre contraddizioni, la nostra duplicità, no, ipocrisia; la forza di superarli e la volontà collettiva di sconfiggere la violenza e l’indifferenza che minaccia di soffocarci tutti.
Speriamo di vivere tutti una stagione di riflessione, che ci ricordi la nostra umanità e la nostra responsabilità di chiederla non solo a noi stessi, ma anche a chi detiene il potere e influenza.