L’ insorgenza nel profondo meridione thailandese ha compiuto quindici anni ormai, da quando il 4 gennaio del 2004 fu assaltato a Cho Airong il deposito di armi del IV battaglione e furono portate via armi che hanno permesso gli attacchi dell’insorgenza.
Lo stato thailandese ha sempre visto questa insorgenza come una banda di criminali a cui non va dato alcun riconoscimento formale, persino quando ha deciso di sedersi ad un tavolo di negoziato.
Da quattro anni e mezzo, il governo militare di Prayuth, installatosi col golpe del maggio 2014, ha da un lato accresciuto la militarizzazione della zona, delegando molte delle funzioni di difesa ai volontari locali della difesa che in buona parte sono anche musulmani, dall’altro ha continuato i colloqui di pace, con la Malesia come paese facilitatore, iniziati per la prima volta il modo ufficiale, dalla premier Yingluck Shinawatra nel febbraio 2013.
Dopo quattro anni e mezzo però si è ancora al punto iniziale: un governo che chiama pace l’assenza di violenza ma non l’assenza di conflitti. Negli anni ha solo mirato a ridurre il numero dei morti e degli scontri fino ad arrivare ad un livello di scontro considerato accettabile o passabile.
Se da un lato sono calati il numero degli incidenti e dei morti e feriti coinvolti, l’insorgenza ha dimostrato comunque di essere viva e vegeta, di sapersi adattare alle domande poste dalla popolazione che pretende di rappresentare.
Soprattutto ha dimostrato di essere diversa da quei gruppi che hanno finora portato avanti dei colloqui con un governo che vuole la pace ma non vuole concedere nulla.
MARA Patani contiene i gruppi storici dell’insorgenza del meridione thailandese ed alcuni elementi del BRN, il gruppo separatista che comanda l’insorgenza sul campo. Il BRN si è sempre chiamato fuori da questi colloqui a cui non crede: il governo siamese deve mostrare ancora la buona volontà e mostrare davvero che vuole la pace, non solo il silenzio delle armi.
Dopo quattro anni di colloqui con MARA Patani, il governo Prayuth, oltre a non accettare di chiamare MARA Patani col loro nome, ha rigettato quanto andava richiedendo e discutendo nei colloqui di pace.
Ci si può fidare in questi termini del “governo siamese” che impegna i colloqui su un tema per poi rinnegarli quando si deve firmare un accordo?
Non si deve dimenticare che era Prayuth a capo delle forze armate durante i colloqui di pace iniziati da Yingluck Shinawatra, falliti per l’opposizione dei militari a tutte le richieste del BRN ed indisponibili a concessioni.
Governo siamese, stato siamese è il modo in cui BRN chiama lo stato thai a ricordare che la lotta di Patani risale al Sultanato Musulmano di Patani che in parte fu integrato nello stato allora siamese agli inizi del 1900. Come dire, lo stato thai può cambiare nome ma la sua natura colonialista è rimasta intatta, le sue politiche di integrazione mirano solo a cancellare l’identità di una popolazione malay differente da quella thailandese per etnia, storia, lingua. La città di Pattani è la trasformazione in senso siamese del nome originale Patani.
Per inciso il profondo meridione thailandese è anche la zona più povera della Thailandia.
Traduciamo un articolo di Wassana Nanuam, giornalista thai vicina ai circoli dei militari, apparso sul BangkokPost. Poi alcuni estratti di Benarnews sugli sviluppi di inizio anno in cui si riprende una dichiarazione del BRN in riferimento al nuovo corso dei colloqui.
Sebbene questo titolo sia “La violenza può arrivare a termine nel giro di due anni”, il contenuto dell’articolo fa capire come questa sia solo la speranza del facilitatore malese, il quale sa di restare al suo posto solo per due anni prima che delle dimissioni di Mahathir per accordi elettorali.
Abdul Rahim Noor comunque ammette la difficoltà di riuscire a far entrare in contatto il generale Udomchai che rappresenta il gruppo di pace thailandese con i capi del BRN i quali sono scappati via e non sono rintracciabili.
La dichiarazione del BRN, fatta in video e in un documento, sarà oggetto di molte analisi che ci ripromettiamo di presentare nei prossimi giorni.
E’ chiara la sfiducia del BRN nella sincerità dello stato thai che a sua volta vuole rendersi conto della sincerità del BRN a fare la pace.
Ripartono i colloqui di pace del Meridione Thailandese
Il 4 gennaio di 15 anni fa si sentirono i colpi di arma da fuoco nel IV battaglione di sviluppo nel distretto di Cho Airong a Narathiwat, quando gli insorgenti presero la posizione militare segnando così la rinascita del movimento separatista nel lontano meridione.
In questi quindici anni di attacchi separatisti, uno dei compiti dei comandi delle forze armate è stato di proteggere scuole, studenti e insegnanti da attacchi terroristici.
Oggi comunque gli eventi possono catalizzare una nuova era per i colloqui di pace del meridione quando inizieranno i dialoghi ufficiali con il nuovo capo negoziatore generale Udomchai Thammasaroraj.
L’ex comandante del IV regione oggi siederà e parlerà col l’excapo della polizia speciale malese Abdul Rahim Noor che fa da coordinatore dei colloqui per redigere piani per i colloqui. L’evento si terrà al Pullman Hotel di Bangkok.
Il generale Udomchai fu nominato ad ottobre dello scorso anno e sostituisce il generale Aksara Kerdphol che ha condotto i negoziati di pace per oltre quattro anni.
Il suo gruppo avrà senza dubbio un compito duro nel negoziare con MARA Patani, un ombrello di organizzazione del profondo meridione, composto da Patani United Liberation Organisation (Pulo), il Gerakan Mujahideen Islam Patani (GMIP) ed il Barisan Revolusi Nasional (BRN).
Secondo il generale Udomchai la linea individuata dal primo ministro Prayuth è chiara: il conflitto del meridione thailandese è una faccenda domestica e la Malesia serve solo da facilitatore nei colloqui.
“Non ci sarà alcuna firma di accordo durante la discussione” h detto Udomchai riferendosi all’incontro di oggi.
Udomchai ha detto di aver già incontrato il facilitatore malese quando Mahathir è venuto in Thailandia ad ottobre.
Riferendosi all’incontro di oggi Udomchai ha detto che avrebbe chiesto di avere dei colloqui iniziali separati con il BRN per capirne la posizione. Dopo il capo negoziatore avrebbe incontrato MARA Patani.
Ha anche detto di non essere certo chi avrebbe contattato il facilitatore malese per farlo incontrare con la delegazione thailandese, poiché Dulloh Waemanor non era più il capo del BRN.
“Ci dobbiamo consultare prima con la Malesia sul cosa fare. Potremmo aver bisogno del loro suggerimento sul piano del dialogo” ha detto Udomchai.
Il capo negoziatore, nel riferirsi all’invito di Mahathir a dare più autonomia al profondo meridione, ha sottolineato che il premier Malese forse indicava qualche forma di “decentralizzazione del potere” o “zona speciale amministrativa”
“La separazione è certa al di fuori di questa equazione” ha detto Udomchai. “Credo che chi instiga alla violenza sia ben cosciente che la separazione è impossibile. Si potrebbero trovare delle strade nei colloqui come fare accadere una decentralizzazione del potere”
Secondo il generale, la situazione nel profondo meridione è migliorata mentre l’insorgenza si è indebolita.
“Le loro forze hanno trovato pane per i loro denti con le operazioni militari e le azioni legali e quindi l’aggressione è rallentata. Quando non possono raggiungere l’indipendenza, dovranno cercare altre opzioni” ha detto Udomchai il quale ha aggiunto che ci metteranno il massimo degli sforzi senza però dire quando tempo ci vorrà nel dialogo di pace.
Il giorno 8 il generale incontrerà il comandante della IV regione con cui coordinare le persone sul terreno per i colloqui di pace. Il 9 gennaio sarà tenuta una conferenza stampa nel campus di Pattani, alla presenza di ONG e guide politiche religiose locali, dove sarà annunciato il quadro di lavoro.
Il giorno 11 il gruppo thai terrà una conferenza stampa con i media thai e stranieri, mentre il 24 si terranno i colloqui con rappresentanti di cinque ambasciate per uno scambio di idee sul negoziato di pace. https://www.bangkokpost.com/news/security/1604914/southern-peace-talks-rev-up
Wassana Nanuam, Bangkopost
La violenza può finire in due anni
Dopo il primo incontro ufficiale a Bangkok venerdì, il facilitatore malese dei colloqui di pace del Meridione Thailandese Abdul Rahim Noor ed il gruppo di negoziazione thailandese hanno detto di sperare di porre fine al conflitto separatista entro due anni, ma l’indipendenza regionale non era un argomento di discussione.
Entrambi sperano di iniettare nuova linfa e un nuovo momento nei negoziati con i ribelli ma Abdul Rahim Noor ha detto che finora è stato difficile se non impossibile persuadere il gruppo insorgente più forte, BRN, a sedersi al tavolo del negoziato.
Il rappresentante Thailandese, Udomchai, ha reiterato che i futuri colloqui rispetteranno l’integrità territoriale.
“C’è la decentralizzazione del potere e l’adesione alle norme internazionali, ma ciò non deve condurre alla separazione” ha detto Udomchai capo delegazione thai dopo l’incontro con il facilitatore malese. …
“Questo dialogo sarà ringiovanito… nuova vitalità, nuovo momento … possiamo trovare la soluzione” ha detto ai media Rahim Noor.
Alla domanda di Benarnews sui tempi per trovare una soluzione al conflitto decennale nella regione di lingua malay e musulmana della regione meridionale thai, la replica di Rahim Noor è stata: “Entro i due anni o anche prima, ammesso che si trovi la corretta soluzione”
Da quando Udomchai e Rahim Noor hanno assunto le responsabilità del processo di pace, la Thailandia ha provato attraverso Rahim Noor a raggiungere e persuadere i capi del BRN ad unirsi ai colloqui.
Quando un giornalista di Benarnews ha chiesto a Rahim Noor un commento in merito ha detto che la sua replica è molto onesta.
“Lo vediamo da tutte le esperienze fatte portano a mostrare che il gruppo militante radicale, se dobbiamo provare a comprenderli e provare a trovare una soluzione, è un gruppo alquanto difficile”
“Non c’è alcun problema nel dire che due volte abbiamo preparato un incontro tra i capi del gruppo militante ed il generale Udomchai in Malesia, ma alla fine sono scomparsi e non si riescono a rintracciare. Questo mostra quanto sia difficile gestire questo gruppo violento”.
Poi ha aggiunto:
“Abbiamo detto alla parte thailandese che, se dovete attendere fino a che giunga un simile momento quando il gruppo militante si unisce all’intero gruppo dei ribelli del meridione, ci vorrà un tempo molto lungo, molto lungo”.
Video del BRN
Nel frattempo venerdì il BRN ha segnato il quindicesimo anniversario del giorno del gennaio 2004 quando riprese il conflitto del profondo meridione con un video su Facebook.
Un portavoce del BRN Abdul Karim Khalib ha detto che il gruppo è disposto ancora a combattere.
“Popolo di Malay Patani, se siamo ancora forti non è sbagliato continuare a combattere fino alla vittoria. Se lo sforzo di pace del Siam (Thailandia) è vero, possiamo fare la pace. Ma se lo sforzo di pace serve solo ad ingannarci, allora lotteremo” ha detto il portavoce nel video.
“Noi, BRN siamo disposti a dare alla gente malay di Patani una vita felice e vittoriosa anche quando la nostra è minacciata. BRN lotterà con tutte le proprie forze. Non siate uno strumento del Siam, non sostenete il Siam. Con la Grazia di Dio vinceremo. Continuate a combattere! Indipendenza!”…
Wilawan Watcharasakwet, Pimuk Rakkanam and Muzliza Mustafa Benarnews