Gli attacchi, che hanno portato a minacce di azione legale ed ad arresti di molte persone e tre accuse di alto tradimento, giungono nel mezzo di una repressione più vasta del movimento di liberazione e tra le continue violenze nell’insorgenza di decenni contro l’Indonesia.
Tre sedi del Comitato Nazionale di Papua Occidentale KNPB, il braccio nazionale della campagna di liberazione, sono state attaccate nelle recenti settimane dalla polizia e dai militari indonesiani del TNI. Due sedi sono state distrutte e l’ufficio di Timika sequestrato ed usato come posto congiunto di militari e polizia il 31 dicembre.
Una lettera inviata dagli avvocati del KNPB alla polizia di Mimika chiedeva alle autorità di ritirarsi dalla “attuale occupazione illegale” entro un tempo prefissato per non andare incontro ad azioni legali.
“Stiamo assistendo ad un nuovo capitolo di persecuzione contro il KNPB con arresti illegali dei militanti ed ora distruggendo le loro proprietà in modo arbitrario” ha detto l’avvocato del KNPB Veronica Koman.
La lettera accusava le autorità di violazione di proprietà e di arresti forzati e di detenere otto militanti che avrebbero firmato lettere in cui dicevano di essere “indonesiani per tutta la vita” promettendo di non prendere parte ad ulteriori campagne.
Tra gli arrestati c’è anche Yanto Awerkion che era stato rilasciato ad aprile dello scorso anno dopo aver passato dieci mesi in carcere per aver partecipato alla stesura di una petizione indipendentista.
La lettera dei legali del KNPB sosteneva di aver dato alle autorità notifica il 29 dicembre come atto di buona fede che si intendeva fare tenere una preghiera a segnare il loro quinto anniversario.
“Il 31 dicembre del 2018 l’evento della preghiera e la festa tradizionale del Bakar Batu che si sarebbero dovuti tenere alle 9 del mattino erano stati cancellati con la forza dall’arrivo di oltre un centinaio di poliziotti e personale militare” dice la lettera. “Non hanno presentato né un ordine scritto, né un mandato di arresto né di perquisizione … la polizia ha fatto una distruzione con vandalismo”
L’azione è stata confermata al Jakarta Post dal capo della polizia di Mimika Agung Marlianto secondo cui 80 persone della sicurezza occuparono le sedi del KNPB a Timika rimuovendo manifesti e simboli del movimento e distruggendo le mura.
“Le sedi non possono più operare e sono state occupate come un posto del TNI e della polizia”
Gli avvocati hanno detto che otto militanti erano stati interrogati sabato per le indagini sul caso di tradimento.
Altri tre hanno detto gli avvocati sono stati mandati a Jayapura ed accusati di tradimento in relazione all’evento di preghiera.
L’avvocato de KNPB Veronica Komar ha detto che la libertà di associazione dei militanti è garantita dalla costituzione indonesiana e che le affermazioni secondo cui l’organizzazione sia illegale non sono corrette.
“Anche se KNPB fosse illegale, la polizia non ha il diritto o autorità di distruggere o fare vandalismo contro la loro proprietà, né tantomeno di appropriarsi illegalmente del luogo e la costruzione di proprietà del KNPB”
Il portavoce della polizia papuana Suryadi Diaz ha detto ai media indonesiani che la costruzione apparteneva al governo locale che lo aveva dato ad una comunità locale usato poi dal KNPB.
“Ecco perché la polizia di Mimiha ha considerato giusto riprendersi la costruzione e farne un posto di controllo per polizia e militari”
Questa occupazione dell’ufficio a Timika ha seguito la distruzione delle sedi a Asmat e Jayapura a dicembre.
“Siamo pieni di lacrime, di miseria ma continueremo a combattere. Ovunque siate, sosteneteci e siate solidali con noi perché continueremo a combattere per sempre”.
Le autorità indonesiane lanciarono la repressione sul movimento indipendentista di Papua Occidentale lo scorso mese dopo la morte di 17 lavoratori delle costruzioni nella provincia di Nduga da parte dell’esercito di liberazione che affermò che i lavoratori erano membri dell’esercito indonesiano.
L’attacco giunse alcuni giorni dopo che la polizia indonesiana arrestò oltre 500 persone durante le manifestazioni per l’indipendenza di Papua Occidentale in tutto il paese.
L’Indonesia è stata anche accusata di aver usato Fosforo Bianco sui civili contro la legge internazionale in un rapporto di Saturday Paper, un rapporto che per l’Indonesia sarebbe “Privo di basi, non fattuale e fortemente fuorviante”
Dopo quell’attacco ai lavoratori delle costruzioni, Benny Wenda, capo in esilio del movimento di indipendenza di Papua Occidentale, invitò tutte le parti alla calma. Secondo lui l’Indonesia ha una storia di creare violenza e di usarla per giustificare la propria presenza a Papua e le dure repressioni sui papuani.
Helen Davidson, The Gardian
Rituale del Bakar Batu