La Baia di Manila è forse l’icona delle Filippine, con la sua bellezza, i suoi problemi e la sua gente, tutti insieme. Si estende per 190 chilometri, ben più lunga della sola arteria di Roxas Boulevard, lungo la quale tantissimi sono allineati hotel di lusso e ristoranti, il Centro della Cultura Filippina, la Mall of Asia. E’ anche il luogo dove tantissimi filippini vanno a dormire la sera, o tante famiglie passeggiano. E’ anche il luogo di tante foto romantiche al tramonto.
La Baia di Manila porta il ricordo del Commercio dei Galeoni del XVI secolo, quando i galeoni spagnoli facevano la spola tra Manila e Acapulco in Messico tra il 1565 ed il 1815. Merci cinesi partivano da Manila che erano scambiate con l’argento delle Americhe.
Ma bisogna guardarla anche dopo una forte mareggiata di un tifone, quando si infrangono sulla sua costa onde piene di rifiuti urbani, di plastiche per far svanire immediatamente quel romanticismo.
Finalmente dopo anni di sforzi e di denunce, dopo la riabilitazione comunque positiva di Boracay, si è deciso di far partire la riabilitazione della Baia di Manila per farla ritornare al suo stato originale, vergine.
Forse è con questo progetto, Duterte vuol lasciare qualcosa che lo ricordi, l’immagine di uno che riabilita, non solo di colui che distrugge. Riabilitare Manila e la sua baia come si è fatto per Boracay. Tutto uguale tranne le dimensioni. E le dimensioni del problema contano.
Per comprendere la difficoltà e l’immensità di una riabilitazione della Baia di Manila, basta però provare a ricordare quello che si vede dall’aereo quando si sta per atterrare all’aeroporto Ninoy Aquino, la vita che pullula in ogni angolo di questa baia, per comprendere che riabilitare la Baia di Manila è tutt’altra cosa dalla riabilitazione di Boracay.
Se si dovesse procedere alla riabilitazione di Manila come si è fatto per Boracay, non si perderebbe solo una frazione di PIL, ed è alto il rischio di impantanerebbe nel mezzo di una montagna di rifiuti e di acque piene di reflui, di alluvioni durante la stagione delle piogge o dei tifoni.
Si può solo sperare che al ministero dell’ambiente filippino DENR lo comprendano, ma il ministro exgenerale Roy Cimatu è fiducioso che si possa ritornare a nuotare nella baia di Manila.
Basterebbe a suo dire abbassare la quantità di coliformi fecali presenti che si aggirano attorno ai 300 milioni per millilitro. Forse è di questo che Duterte parla e cerca. Un’immagine cartolina prima che finisca il suo mandato, senza però capirne le implicazioni.
“Stiamo preparando una strategia completa per portare la concentrazione dei coliformi ad un livello di sicurezza perché milioni di persone che risiedono nella regione della baia ed aree vicine potranno godere delle sue acque e delle risorse marine senza paura di ammalarsi”
Il ministro ha anche detto che sarà mostrata la stessa volontà politica vista per la riabilitazione di Boracay.
In un’intervista televisiva un architetto e pianificatore urbano filippino, Felino “Jun” Palafox Jr dà un quadro più complesso della situazione, perché sulla Baia di Manila arrivano reflui di intere province.
“Il bacino idrografico della Baia di Manila è di 1.700.000 ettari, equivalenti alla superficie di 26 città grandi quanto Singapore oppure a 1.700 isole di Boracay, quindi è un problema gigantesco. Non solo dovrebbero essere coinvolte le agenzie governative, ma anche tutte le province intorno a loro”
Si legge su lavoro su Manila Bay:
“Le due principali aree che contribuiscono sono il fiume Pasig e i bacini del fiume Pampanga. Il fiume Pasig connette la Baia di Manila alla Laguna de Bay, il lago di acque dolci più grande del Sud est asiatico. Gran parte dei sistemi fluviali nelle province di Luzon di Pampanga, Bulacan e Nuova Ecija affluiscono al fiume Pampanga. Altri fiumi che scaricano nella Baia di Manila sono il Talisay, Pasag, Meycauayan, Navotas-Malabon-Tullahan-Tenejeros, e Maragondon. Si stima che l’influsso annuale di acqua dolce sia di 25kmc/anno (a parte le variazioni annuali di agosto e aprile con i monsoni).”
La popolazione che insiste nell’area di Manila Bay sono oltre 23milioni di persone con un dato del 2001 quando la popolazione di Metro Manila era appena minore di 10 milioni di persone. Ora si aggira attorno ai 12 milioni di persone.
Il ministero DENR inizierà la riabilitazione a partire dal porto principale della capitale alla fine di gennaio ed i finanziamenti dell’ordine di 47 miliardi di peso proverranno probabilmente dalle tasse sulle autostrade. Per l’architetto ci vorranno almeno quattro anni se non ci saranno intoppi.
Si giungerà ad una prima situazione a dicembre 2019 con alcune parti dei 190 chilometri di costa in cui sarà possibile nuotare.
Sembra che l’unico dato analitico preso in considerazione siano i coliformi fecali che come media ammonterebbero a 330 milioni di coliformi per millilitro, quando il limite per poter nuotare qui sarebbe 100 unità per millilitro.
Un altro problema che tutti possono vedere a cui tutti possono dare le colpe, i senza casa, gli abitanti abusivi che trovano da dormire dove possono anche sotto i ponti delle strade, ovunque ci sia spazio. Solo nella zona di interesse di Manila ci sarebbero secondo il ministero 40 mila abitanti informali che ovviamente usano la baia come fogna e come discarica di rifiuti urbani.
Secondo il sottosegretario all’ambiente Sherwin Rigor gli abitanti informali che occupano uno spazio pubblico per vivere, a Metro Manila e Quezon City, sarebbero circa di 300 mila famiglie per migliorare la qualità dell’acqua nella Baia di Manila. Si parla di almeno 1 milione e mezzo di persone.
“Prima cosa la gente, o l’equità sociale, poi l’ambiente e poi si può parlare di profitti” dice Palafox quando gli si chiede dei progetti di reclamo previsti per la Baia di Manila da imprese private. Il tecnico ricorda anche proprio la grandezza del progetto a cui bisogna far partecipare tutte le parti.
A fermare o rallentare questo progetto mastodontico della Baia di Manila possono essere la corruzione ed la conseguente crescita dei costi, la paralisi delle analisi o una riflessione eccessiva sul progetto.
Ma tutto il resto di Metro Manila e Quezon City dove scaricano i loro reflui? Dove sono gli impianti di trattamento dei reflui? Qual’è la popolazione reale che insiste sul bacino idrografico della Baia di Manila?
Non so se le autorità filippine vogliano davvero considerare la grandezza del compito che si sono proposto, visto che la sola popolazione di Manila viaggia oltre i dodici milioni di persone, che tutte le industrie versano reflui non trattati nella Baia, visto che le vie d’acqua di Manila sono stracolme di rifiuti, vista l’alta incidenza degli abitanti informali lungo le vie d’acqua di Manila, visto l’uso generalizzato dei sistemi a vasca Imhof per le case private.
Ad essere individuati come principali inquinatori della Baia di Manila sembrano essere due: lo zoo di Manila e gli hotel posti lungo la Roxas Boulevard.
Sullo zoo di Manila c’è stata l’ispezione del ministro e di tecnici che hanno misurato i coliformi uscenti dalla linea delle acque reflue dello zoo. Secondo il ministro sarebbe il maggiore indagato o zoo a cui è stato raccomandato di adottare un trattamento di reflui. Il direttore dello zoo ha detto che saranno fatti nel giro di qualche mese due impianti, mentre la città di Manila non sembra essere al corrente che lo zoo non sia dotato di impianto.
“Ho detto loro di costruire immediatamente i loro impianti di trattamenti dei reflui, STP, e finché non lo faranno non sarà permesso loro di scaricare ogni acqua reflua nel fiumiciattolo (che poi arriva alla Baia)” ha detto il ministro Cimatu.
La risposta del direttore dello zoo: “Non sapevamo che eravamo obbligati ad avere un impiatto di trattamento perché noi scarichiamo solo acque reflue; ed i rifiuti degli animali li trasformiamo in fertilizzanti”.
Lo zoo è grande 5,5 ettari e si trova al centro di Manila, vicino alla Banca Nazionale Filippina ed ad un grande ospedale. Al comune di Manila pende un progetto di riabilitazione dello zoo da alcuni anni ormai.
Altro inquisito è il settore del turismo. La visione del problema della Baia di Manila non è visto in modo complessivo ma per punti, per singoli colpevoli, su cui di volta in volta il presidente Duterte possa pontificare.
Quale migliore settore da biasimare se non quello degli hotel?
“Fate qualcosa per i vostri rifiuti là oppure vi chiuderò” ha tuonato Duterte che in questo modo vuole sostenere il piano del ministro dell’ambiente.
“Questi hotel, che rilasciate i reflui dei turisti. Posso accettare i reflui dei filippini ma se i rifiuti sono di qualche altro, mettete un impianto di trattamento dell’acqua nel vostro hotel. Se non lo fate vi chiuderò. Non provocatemi. Se non avete turisti allora non li avremo. Non moriremo”
E si ritorna ancora a Boracay la cui chiusura è costata quasi un punto del PIL, posti di lavoro e investimenti.
Ovviamente il settore degli hotel è conscio di questo pericolo concreto e si è messo a disposizione del ministero. Si legge su BusinessMirror:
“Sfortunatamente né il ministero del Turismo né altre organizzazioni private del turismo hanno dati sul numero di hotel lungo la Baia di Manila oppure la Roxas Boulevard.
Jose C. Clemente III, presidente del Congresso del Turismo delle Filippine, ha espresso il sostegno per il piano del ministero di ripulire Manila Bay e controllare chi inquina nell’industria turistica.
‘Senza dubbio il piano del ministero di pulire la Baia di Manila è ammirevole e per tempo. E’ una delle attrazioni della capitale ed ogni sforzo per ripulirla è molto accettato. Sarà un compito erculeo, ma il settore privato sostiene lo sforzo in tutti i modi possibili. Sono sicuro che i nostri associati sosterranno e faranno le azioni giuste per affrontare le questioni che ci sono per l’inquinamento della Baia.’”
Tra i tanti inquisiti, additati e colpevoli qualcuno punta il dito su un’agenzia che non è stata mai toccata dall’amministrazione Duterte.
L’elefante nella stanza, si dice, quello che nessuno vede, coloro che dovrebbero avere la responsabilità sull’acqua nella capitale e sulla gestione e trattamento dei reflui.
L’elefante nella stanza sono i concessionari privati della MWSS, Autorità metropolitana delle vie d’acqua e dei reflui, Manila Water e Maynilad Water Services Inc.
“E’ la loro responsabilità perché hanno un franchise. Portare l’acqua nelle case. Devono dare l’acqua e sono responsabili per portarla fuori” dice il presidente del Manila Yacht Club che ricorda come le concessionarie condividono la responsabilità di proteggere la Baia di Manila perché loro hanno i loro impianti di trattamento.
Un parlamentare di Manila Lito Atienza ha notato con rabbia l’atteggiamento indolente con cui il governo tratta le due concessionarie di Manila. Esse non sono state invitate ad adeguarsi agli impegni che hanno preso quando furono date loro le concessioni.
Secondo il parlamentare, mentre le imprese sono celeri e brave nel garantire l’acqua nelle case, non lo sono quando si parla di reflui cittadini. Di conseguenza nei fiumi e corsi d’acqua di Manila si riversano tutti i reflui delle case e non solo.
Il parlamentare ha ricordato la semplice verità che se non si affronta questo problema colossale della gestione dei reflui, la Baia di Manila resterà così come è.
Ma ci sono altri aspetti da considerare, altri elefanti nella stanza: i rifiuti domestici, la raccolta, il trattamento e lo smaltimento. Perché poi questi finiscono in mare che con il tifone li restituisce tutti alla città.
I rifiuti industriali della regione centrale del paese arrivano privi di trattamento nei vari corsi d’acqua e poi in mare.
Tutti vogliono fare la loro parte ed aiutare in questo compito erculeo che alla fine è di rendere balneabile una parte della Baia di Manila.