A causa della granata sono morti due persone che insieme ad altre persone dormivano nella moschea, Habil Rex, 46 anni, e Mr Bato Sattal di 47 anni.
La granata è stata identificata come di origine belga, una PRB 423 ed è stata lanciata dopo che nella notte l’autore dell’attentato aveva spento le luci pubbliche vicine.
L’attacco è stato condannato dal Consiglio degli Ulama di Zamboanga come malvagio, irrazionale e disumano.
La paura è che questo attentato sia una risposta alle bombe della cattedrale di Jolo col rischio che si accendi una guerra di religione a Mindanao. Oltre alle forze islamiche vicine al ISIS, ci sono forze cristiane potenti, con eserciti privati a disposizione a Mindanao, che potrebbero avere interesse a deragliare il processo di pace che non è mai così vicino al suo compimento come ora.
Questo pericolo è anche alimentato dagli appelli alla guerra totale di Duterte e di personaggi della sua amministrazione di distruggere Abu Sayaff, costi quello che costi.
La prima risposta dei militari è il bombardamento aereo nelle province di Patikul e Indanan a Sulu dove si presume si nascondano le fazioni di Abu Sayaff, una delle quali Adjang Adjang avrebbe compiuto l’attentato a Jolo.
Un altro pericolo in questo momento viene dalla confusione dalle dichiarazioni di Duterte che riprende la teoria del doppio attacco suicida a Jolo che la polizia sembra aver escluso.
Sarebbe stata secondo Duterte, che ha appreso il fatto chissà da quale fonte della sicurezza, una coppia indonesiana che sarebbe riuscita a passare i controlli ed a esplodersi in successione.
Questo parlare di Duterte, come nella maggior parte delle sue esternazioni, fa solo danni. Questa ultima ipotesi di una coppia di indonesiani suicidi sembra essere esclusa da alcuni analisti che fanno notare che le prove emerse conducono a due bombe fatte detonare da remoto.
Le stesse autorità militari preferiscono non commentare le dichiarazioni di Duterte in merito.
Nel frattempo il palazzo presidenziale si è espresso sull’attentato a Zamboanga:
“Le forze armate filippine useranno la propria potenza e armamento contro questi nemici dello stato e daranno loro una caccia feroce e senza tregua finché la legge non faccia cadere la sua ghigliottina su di loro”
La Commissione Nazionale dei Diritti Umani filippina ha espresso la propria ferma condanna per la granata lanciata contro la Moschea di Talon a Zamboanga, come un affronto alla dignità di ogni singolo filippino ed un attacco insensato, annunciando anche una propria indagine in merito.
Le bombe di Jolo smorzano l’ottimismo dopo il risultato del referendum sull’autonomia
Delle conseguenze dell’attentato a Jolo e dei rischi che scoppi ulteriore violenza, collegata al rigetto della Bangsamoro, ne parla nel prossimo articolo Zachary Abuza che traduciamo.
La granata contro la moschea a Zamboanga è accaduto dopo la pubblicazione di questo articolo che in un certo senso lo prevede.
Le Bombe a Jolo affievoliscono l’ottimismo del plebiscito sull’autonomia
Le bombe gemelle che hanno ucciso 20 persone e ferito oltre un centinaio di altri durante la messa nella cattedrale di Jolo nelle Filippine meridionali sino state l’attacco che ha causato il maggior numero di morti in 19 anni.
Sono giunte in un periodo di ottimismo e speranza nel meridione filippino. Solo sei giorni prima le Filippine chiudevano un plebiscito che ha avuto successo sulla implementazione dell’autonomia regionale per i musulmani con la ratifica della legge organica della Bangsamoro, BOL.
Cinque delle sei province e città hanno votato a stragrande maggioranza per essere incluse nella regione autonoma Bangsamoro di Mindanao Musulmana BARMM. Solo la capitale di Basilam, Isabela, ha votato per starne fuori.
Il dato maggiore è che la Città di Cotabato ha votato con forza per l’inclusione, segno importante che i cristiani hanno sentito che c’è spazio politico per loro nella nuova BARMM e che il nuovo governo della BARMM proteggerà i loro diritti. La città è divisa equamente tra musulmani e cristiani. E’ stata un’importante vittoria simbolica.
Complessivamente il plebiscito è stato pacifico sebbene ci siano stati atti sporadici di violenza. Alcuni hanno lamentato le intimidazione delle forze del MILF, che però tendevano ad essere isolate e non diffuse da porre in dubbio il risultato elettorale.
Sebbene i media del Califfato Islamico abbiano reclamato la responsabilità degli attacchi, le bombe sono state molto probabilmente un lavoro del Gruppo Abu Sayaff, GAS, che è attivo attraverso l’arcipelago di Sulu con scontri ed imboscate con la sicurezza filippina, rapimenti a fine estorsivo e bombe. Mentre i loro rapimenti tendono ad essere opportunistici gli attacchi di terrore sono settari come obiettivo. La Cattedrale di Jolo è stata attaccata dieci volte dal 2000.
Abu Sayaff dichiarò la propria adesione al ISIS nel 2014 ma molti l’hanno visto come un esercizio di travestimento che non avrebbe portato a cambiamenti significativi nelle loro attività. Ma la battaglia di Marawi da parte di Abu Sayaff e di Maute Group ha dimostrato la loro capacità e mortalità.
Mentre Mindanao continuerà ad attrarre combattenti stranieri, essendo il solo posto nell’Asia del Sudest dove gli estremisti possono controllare uno spazio fisico o dove c’è spazio fisico privo di governo dove operare, le bombe alla cattedrale arriveranno combattenti stranieri direttamente nell’orbita di Abu Sayaff come il gruppo più abile e disposto ad entrare nell’insorgenza globale dello Califfato Islamico.
Attendiamoci altra violenza
Abu Sayaff è uno dei guastatori del Processo di Pace.
Il BIFF ruppe dal MILF nel 2007 quando il processo di pace si interruppe ed ha continuato a causare instabilità a Mindanao. Nel periodo preplebiscito le autorità filippine sospettarono il BIFF per la bomba al grande magazzino di Cotabato dove morirono due persone e altre 30 furono ferite.
I Maute mostrano ancora segni che si sta riprendendo a Lanao del Sur. Sebbene tre suoi membri siano stati uccisi in scontri a fuoco dopo il plebiscito, sono rimasti molto resilienti e capaci di raccogliere la frustrazione della gente verso il governo per la lenta ricostruzione di Marawi, dove decine di migliaia di persone sono ancora senza casa a due anni dalla battaglia del 2017.
Il sei febbraio ci sarà un secondo turno del plebiscito per le città che vogliono unirsi alle città e province che hanno già volato per la ratifica della Bangsamoro. Si può di certo anticipare che non mancheranno i guastatori con i loro attacchi per screditare il processo di pace e spingere i votanti a non sostenerlo.
L’approvazione del BOL e la sua applicazione si dimostrano una minaccia seria a queste organizzazioni revansciste.
Buona parte del loro fascino e della loro ideologia è che hanno resistito alla “Manila imperiale” che ha colonizzato le terre musulmane nel meridione e che ha trasformato la popolazione musulmana lì da maggioranza in minoranza con campagne successive di migrazioni di popolazioni cristiane.
La creazione di un governo autonomo che avrà un controllo significativo sulle risorse naturali, fiscali e finanziarie, insieme ad un sistema di giustizia della Sharia con più livelli ed un parlamento regionale, mina questa narrazione della storia.
I loro attacchi avranno bisogno di una prolungata presenza delle forze di sicurezza che rischia di rafforzare la loro idea che questa autonomia è priva di senso e che le Filippine Meridionali si trovano ancora sotto un’occupazione coloniale.
Le violazioni di diritti umani commesse dalle forze di sicurezza compreso l’uso del fuoco indiretto ddi artiglieria nelle comunità civili rafforzerà questa narrazione.
Sorveglianza del Meridione
La questione della sorveglianza interna è molto sensibile. Nell’accordo originario dell’accordo di pace erano i combattenti del MILF che si facevano carico delle attività di polizia con un cambio di status. Dopo l’incidente di Mamasapano, dove si scontrarono forze del MILF e forze della polizia speciale con la morte di 44 poliziotti, non ci fu il sostegno del parlamento per un ruolo di polizia del MILF
Il MILF accettò di smobilitare le proprie forze ed abbandonare le proprie armi. Allo stesso tempo alcuni dei suoi combattenti avranno l’opportunità di essere integrati nelle forze armate e nella polizia, ma resteranno sotto le rispettive catene di comando e non del BARMM.
Tuttavia l’onere ricadrà ancora sul MILF responsabile della pace e della sicurezza all’interno del BARMM. Uno degli argomenti chiave usati per convincere dei recalcitranti legislatori filippini è che solo loro avevano una intelligence locale e che reprimeranno sui combattenti proISIS.
Con attacchi simili a quelli della Cattedrale di Jolo il MILF si troverà sotto pressione per fare quanto promesso. La condanna pubblica è necessaria ma non sufficiente.
Il processo di pace è vicino alla sua applicazione e si terranno nel giro dei prossimi sei mesi elezioni per la nuova struttura di governo e il parlamento regionale.
La promessa di pace nel meridione filippino non è mai stata così vicina.
Tuttavia le morti delle ultime venti persone in un singolo attentato coordinato mostra quanto sia fragile questo processo e quanto invece siano decisi nel minarne l’implementazione chi vi si oppone.
Nella visita al sito del Presidente Duterte ha minacciato di distruggere Abu Sayaff, una promessa che le forze armate filippine non sono riuscite a fare negli ultimi 30 anni. E’ improbabile che ci riescano ora.
L’implementazione reale del BARMM resta la più grande sfida ai militanti islamici e ai guastatori del processo di pace.
Zachary Abuza, Benarnews