Un gruppo di indagine del governo indonesiano inviato a Manila non è riuscito a confermare le affermazioni filippine secondo cui una coppia suicida di indonesiani sarebbe responsabile delle due bombe gemelle che uccisero 23 persone nella chiesa di Jolo a Sulu. Lo sostiene una fonte dell’antiterrorismo indonesiano a Benarnews.
A sostenere la tesi della coppia suicida è stato il ministro dell’interno filippino Eduardo Ano secondo cui il 27 gennaio un uomo indonesiano ed una donna si fecero esplodere nella cattedrale Nostra Signora di Monte Carmelo a Jolo.
“Non c’era un profilo del DNA della coppia, né impronte digitali secondo l’autopsia fatta sulle parti dei corpi trovati sulla scena del delitto” ha detto la font della sicurezza indonesiana a Benarnews.
Le forze della sicurezza filippina hanno arrestato e accusato di omicidio cinque membri sospettati del gruppo Abu Sayaff, una banda di militanti legati al ISIS.
Le autorità filippine compreso il presidente Duterte affermano che i cinque indagati hanno lavorato con la coppia di presunti indonesiani che ha messo la bomba alla chiesa.
Il gruppo di investigatori indonesiani giunsero a Manila all’inizio di febbraio per aiutare a verificare questi sospetti.
Sei giorni dopo le bombe, il ministro dell’Interno Ano disse alla CNN che la coppia era talvolta confusa come malese. “Sono certo che sono indonesiani” disse ed identificò l’uomo come Abu Huda che secondo lui viveva a Sulu “già da molto tempo”.
La donna, secondo Ano, sarebbe arrivata a Jolo alcuni giorni prima delle bombe.
La fonte indonesiana sostiene invece a Benarnews che il gruppo dell’antiterrorismo non ha ancora ricevuto una prova concreta dalle autorità filippine dopo essere rientrato a Giacarta.
Le autorità filippine avrebbero detto al gruppo indonesiano che il terrorista indonesiano era Abu Huda e si crede che sia arrivato a Manila il 21 gennaio con la figlia di 10 anni.
“La polizia indonesiana ha controllato ogni singolo passeggero che è andato a Manila l 21 gennaio da tutti gli aeroporti indonesiani, ed ha controllato ogni singolo passeggero maschio che ha viaggiato con una bambina di dieci anni quel giorno” ha detto la fonte indonesiana. “Non c’era alcun Abu Huda sulla lista dell’immigrazione. Abu Huda potrebbe bene essere un nome alternativo dato dai militanti. In questo caso è molto difficile stabilire l’identità di Abu Hada”.
La fonte dell’antiterrorismo ha detto che il gruppo indonesiano non ha neanche ottenuto dalle autorità filippine neanche le impronte digitali dei presunti bombaroli.
“La polizia indonesiana inviata a Manila non ha avuto alcuna impronta digitale della presunta coppia che potrebbe aver gettato luce sul dove siano andati, con chi hanno comunicato, qualcosa che potrebbe aiutare a stabilire la loro identità”
“E’ molto difficile in queste circostanze fare passi nella conduzione delle indagini”
Quando si annunciò che fu una coppia di indonesiani dietro l’attentato, il ministro della sicurezza indonesiana Wiranto invitò le autorità filippine a non affrettarsi ad accusare gli indonesiani come colpevoli prima di confermare i fatti, descrivendo le dichiarazioni da Manila come “di parte”.
“Fino ad ora la coordinazione non è stata completata e la responsabilità resta sulle autorità filippine stesse, la polizia, le parti interessate” disse Wiranto ai giornali.
Anche gli analisti hanno posto dei dubbi sulle dichiarazioni che legano gli indonesiani alle bombe.
“Non ci sono prove! Ufficiali differenti dicono cose differenti. Ora Malesi ora Yemeniti, ora indonesiani” ha detto Sidney Jones di IPAC di Giacarta. “Di fatto non sanno che pesci prendere”
Amy Chew, Benarnews