Nessuna delle compagnie dell’agroindustria indonesiana responsabili per gli incendi delle piantagioni e delle foreste ha pagato i danni al governo indonesiano come comandato dai tribunali.
Sono dieci le compagnie a cui fu ordinato di pagare 170 milioni di euro dopo che il governo le denunciò per gli incendi illegali tra il 2013 ed il 2018.
Un’altra compagnia che opera nelle isole Riau, Merbau Pelalawan Lestari, che rifornisce la compagnia di Singapore Asia Pacific Resources International, fu condannata a pagare 850 milioni di euro ad agosto 2016 per il diboscamento illegale di oltre 5500 ettari di foresta.
«Da cittadini, se non paghiamo le tasse, ci mandano in prigione. Perché non si costringono i padroni di queste grandi compagnie a pagare il dovuto o a mandarli in carcere se non pagano?» ha detto Arie Rompas di Greenpeace Indonesia.
Greenpeace ha notato che dieci processi di incendi di foresta e di piantagioni furono istruiti tra il 2012 ed il 2015 contro imprese dell’olio di palma, del sagù e della polpa da legno. Si riferiscono a quanto fatto sin dal 2004.
«Il governo, poiché non sta costringendo queste compagnie a pagare, manda il segnale pericoloso: i profitti delle compagnie vengono prima della legge, dell’aria pulita, della salute e della protezione delle foreste» ha detto Arie.
Ha anche aggiunto che la somma che devono al popolo indonesiano potrebbe essere usata per finanziare il restauro di foreste in larga scala, come anche a costruire ospedali e strutture di risposta all’emergenza da usarsi alle prossime occasioni di incendi.
Jasmin Ragil Utomo, direttore degli accordi sulle dispute ambientali del ministero indonesiano, in risposta via posta elettronica alle domande di The Straits Times ha detto che due delle undici compagnie avevano espresso la volontà di pagare i danni, mentre altre due compagnie hanno fatto appello rendendo una richiesta di pagamento impossibile al momento.
«Chi non paga i danni sicuramente subirà il sequestro di proprietà» ha detto Jasmin.
Secondo la legge indonesiana le compagnie che non onorano le decisioni delle corti sulle pene pecuniarie risultano in debito con lo stato e rischiano il sequestro dei loro beni.
L’amministrazione di Joko Widodo è stata risoluta nell’affrontare gli incendi di foreste e piantagioni come nel diboscamento illegale, dopo gli incendi del 2015 che causarono problemi a 140 mila indonesiani per l’esposizione ai fumi tossici che passarono la frontiera oscurando i cieli di Singapore e della Malesia.
Applicazioni della legge rigide, come sparare a vista su chi appiccasse incendi, e migliori equipaggiamenti di lotta agli incendi comandati per le compagnie delle piantagioni hanno portato ad un significativo declino nella scala degli incendi, fenomeno annuale nelle stagioni secche.
Il presidente si è fatto sentire molto sui rappresentanti locali affinché controllassero il problema con la minaccia di mandare a casa qualunque capo di polizia provinciale o comandante militare locale nelle aree dove gli incendi diffondono in modo incontrollato.
Dal 2015 il governo ha accresciuto gli sforzi per fermare lo sviluppo dei terreni torbosi perché una volta essiccati sono facili a prendere fuoco e diventano la fonte principale di foschie tossiche.
Tra il 2015 ed il 2018 l’Indonesia ha sanzionato 523 imprese ed individui per violazioni ambientali, ed ha affermato che l’area totale di foresta salvata come conseguenza delle misure di prevenzione e di applicazione della legge, ha raggiunto 8,29 milioni di ettari dal 2015 dei fuochi.