Mentre cresce la febbre delle elezioni e crescono le speranze di poter invertire la tendenza all’ autoritarismo militare di lungo corso sotto spoglie democratiche, si conoscono le politiche proposte dal partito del Palang Pracharath che propone il generale Prayuth come primo ministro.
Nel frattempo alcuni esponenti del governo thai si dicono sicuri che il risultato elettorale, qualunque esso sia, potrà sempre portare a Prayuth ad essere primo ministro: molto sta scritto nei meandri della costituzione dei militari del 2017 e nella legge elettorale.
Il programma elettorale del Palang Pracharat propone l’incremento della paga minima fino a 400-425 baht al giorno, 11,2 euro/giorno dai 300 baht, 8,39 euro del governo Yingluck nel 2011 fino ai 308-330 a seconda delle province, 8,61-9,23.
Altra promessa elettorale è l’aumento dei salari per lavoratori specializzati e laureati di primo impiego per i quali si parla di salari da 18mila – 20 mila, 525 euro medi.
Sul piano fiscale il Palang Pracharat promette di tagliare tasse portando l’esenzione fiscale fino ai 200 mila baht annui, 5600 euro, e tagli ad ogni fascia di reddito.
Di seguito pubblichiamo quanto desunto dal BangkokPost che commenta come queste politiche assomiglino molto alle politiche dei precedenti governi Shinawatra, per le quali i militari hanno lanciato due golpe e cancellato costituzioni con l’accusa di corruzione.
“La maggior parte delle politiche ricordano le promesse del Puea Party prima delle elezioni del 2011 che allora furono criticate come populiste. L’attuale regime militare gestisce un deficit fiscale grande di 450 miliardi di baht, 12 miliardi di euro, ed i piani di appianare i debiti di bilancio sono stati abbandonati”
Altre misure sono per chi vende online esentati per due anni dal pagare tasse, per le piccole e medie imprese che avranno prestiti agevolati e per le famiglie di commercianti che riceveranno una linea di credito particolare.
“Il partito Palang Pracharat ha anche promesso prezzi minimi per sei raccolti senza dire però come saranno finanziati.
I prezzi sono 12mila baht a tonnellata di riso (335.48 €), 18 mila per hom mali (500€), 1000 per tonnellata di canna da zucchero, 65 per chilo di caucciù e 3 baht per chilo di tapioca. Anche l’olio di palma avrà un prezzo accresciuto di 5baht al chilo.”
Il portavoce, che è esso stesso un ex ministro del governo in carica, ha anche promesso una crescita sostenibile con un aumento delle entrate a 19 migliaia di miliardi per il 2022 e le entrate del turismo saranno 2 mila miliardi di baht.
Per finanziare questi programmi ci sono varie misure di crescita delle entrate e riduzioni delle spese di 1,2 migliaia di miliardi. Ci sarà una riforma della riscossione dei tributi, la riscossione dagli operatori esteri online, riforme delle varie agenzie.
Il Palang Pracharat non ha parlato di tagli delle spese inutili dei militari, né di tagli del numero di generali, né di taglio agli acquisti di sottomarini e carri armati.
Non mancheranno altre promesse politiche di lotta alle diseguaglianze, tutto basato sul rispetto delle regole costituzionali e della Commissione Elettorale. Ha detto Sontirat Sontijirawong
“Cosa più importante non perdoneremo chi ha sbagliato faremo tutto il possibile per portarli davanti alla giustizia per mantenere la credibilità del processo giuridico… Ecco come saremo ricchi in pace”
C’è da dire che queste politiche, durante gli anni al governo, i militari non le hanno realizzate pur avendone tutti poteri. Ora ripropongono le politiche populiste.
Di seguito proponiamo un articolo di Thititan Pongsudhirak
Autoritarismo militare di lungo corso sotto spoglie democratiche
Il tema centrale nelle prossime elezioni non è tanto il ritorno della Thailandia al governo democratico, quanto lo scivolamento del paese in un autoritarismo militare di lungo corso sotto spoglie democratiche.
La più recente delle prese del potere il 22 maggio del 2014 sembra più come un golpe per rifare tutti i golpe. Qualunque sia l’esito del voto, la giunta sostenuta dai militari, sotto l’egida del NCPO e guidata dal generale Prayuth Chanocha, ha l’intenzione di restare per un periodo lungo.
Sia che si estirpino la giunta e ed i suoi militari o che si sottosta al mantenimento del potere del dopo elezioni si andrà probabilmente ad inevitabili tensioni e confronti. La giunta non se ne andrà senza combattere come anche la maggioranza dei thailandesi non tollerano il suo potere perpetuo.
Prima cosa è fondamentale fare una differenza tra l’esercito e i militari. Nelle attuali schermaglie della politica thailandese, la marina e l’aviazione non si sono così politicizzate come l’esercito e la polizia. I capi della Marina e dell’Aviazione, nominati ad ottobre dall’Esercito, sono rimasti fuori dal dibattito, almeno finora. Quando si discute il ruolo dei militari nella politica, ci si riferisce all’esercito piuttosto che alle intere forze armate.
La polizia comunque è politicizzata perché è presieduta e supervisionata dal Vice Primo Ministro e ministro della difesa Prawit Wongsuwan, ex capo dell’esercito, al pari di Prayut e del ministro degli interni Anupong Paochinda.
Di certo l’esercito ha portato agli estremi il proprio ruolo politico. Il capo dell’esercito generale Apirat Kongsompong ha alluso ai politici civili e critici definendoli Rifiuti della Patria. Di recente ha avvisato molti a non passare “i confini” convocando 796 comandanti dell’esercito a vari livelli in una manifestazione di forza per farli giurare fedeltà alla statua di Re Rama V (Re Chulalongkorn).
Quando un colonnello è stato accusato di pressioni inusuali da capo del partito Seriruamthai ed ex capo della polizia Sereepisuth Temeeyaves, il generale Apirat ha lodato il più giovane ufficiale.
L’esercito sotto l’egida di Apirat sembra appoggiare molto i generali Prayuth, Prawit e Anupong, che sono arrivati velocemente tutti e tre a capi dell’esercito nel periodo più incerto della politica thai dal 2005.
Prawit fu il primo dal 2004 al 2005, seguito dall’inusuale lungo periodo di Anupong dal 2007 al 2010 e poi da Prayuth dal 2010 al 2014.
Tutti e tre provenivano dal XXI reggimento sotto il patronato della Regina, conosciuto come la Guardia della Regina della II divisione di fanteria, che ha la giurisdizione sulla frontiera con la Cambogia.
L’eccezione a capo dell’esercito fu del generale Sondhi Boonyaratglin dal 2005 al 2007, che salì la scala dalla divisione di Guerra Speciale e che poi guidò il golpe del settembre 2006.
Il generale Apirat non fa eccezione. Anche se giunge dal XI divisione di fanteria del bastione tradizionale dei golpisti nella prima divisione di fanteria, Apirat ha mostrato fedeltà ai tre generali della Guardia della Regina nei passati 14 anni, il cui patronato e sostegno lo ha aiutato nella sua carriera nell’esercito.
Questa giunta ora appare la forza più potente in Thailandia ben oltre ogni entità. Quando il disciolto partito Thai Raksa Chart indicò la principessa Ubolratana come primo ministro il giorno 8 febbraio, il Palang Pracharat nominò Prayuth come competitore solo alcuni minuti dopo.
Forse l’esercito thai vede il proprio ruolo come un autonominato guardiano dello stato.
Nei decenni passati dell’ultimo regno, l’esercito era sempre subordinato al monarca con una relazione simbiotica tra monarchia e militari a causa dell’immensa autorità morale del Re e della diffusa popolarità.
Questa simbiosi potrebbe essere differente.
Proprio quando sembra la più forte, la giunta sostenuta dall’esercito potrebbe sentirsi insicura del suo ruolo futuro e dei propri interessi. Negli scorsi 14 anni ha cooperato con una parte della divisione politica del paese, parte che però ha perso tutte le elezioni.
Questa volta la giunta sostenuta dall’esercito assume un ruolo diretto e partecipa alle elezioni generali con il Palang Pracharath e partiti alleati con Prayuth candidato a primo ministro.
Se la NCPO si sente più insicura sul risultato elettorale, i suoi sostenitori dell’esercito possono diventare più attivi e muscolari nei processi elettorali. Il personale dell’esercito segue i politici principali con lo stile dei persecutori, come ha denunciato il generale Sereepisuth. Non si possono neanche escludere azioni più pesanti dei militari nella fase finale o durante le elezioni, particolarmente perché non ci saranno osservatori imparziali.
Sono chiari i piani della giunta. Si affiderà solo al senato nominato ed agli partiti in favore della giunta insieme con partiti che potranno cambiare giacca come il partito democratico e il Bhumjaithai per riprendere il premierato e formare un governo.
Allo stesso tempo si affiderà alle agenzie politicizzate, come la Commissione Elettorale, la Corte Costituzionale e la Commissione Contro la Corruzione, i cui commissari sono stati in grande maggioranza nominati durante il governo della giunta, per mantenere lontani i partiti democratici attraverso votazioni suppletive locali e brogli elettorali con possibili altri scioglimenti e divieti di fare politica.
Ancora il Puea Thai si trova accuse ed indagini di essere legato a Thaksin Shinawara e al disciolto Thai Raksa Chart, mentre il Future Forward deve rispondere nuove accuse per spostamento di voti dal Thai Raksa Chart.
Anche i partiti legati alla giunta sono accusati di varie infrazioni elettorali ma di solito non vengono mai toccati. Per esempio da impiegato dello stato il generale Prayuth non poteva correre per il premierato, ed allora il suo status è stato modificato a figura pubblica.
Il Palang Pracharat è stato anche accusato di aver accettato donazioni illegali per tre milioni di baht per tavolo in una cena di beneficenza, pagato in parte dalle agenzie di stato, che è contrario alla legge. Ma la Commissione elettorale ha prosciolto tutti perché i donatori non erano stranieri, allo stesso modo in cui la Commissione Contro la Corruzione assolse il generale Prawit per gli orologi di lusso che secondo lui appartenevano ad un amico morto.
Ci sono tutti i tipi di incriminazioni. Chi è perseguito vigorosamente probabilmente è contrario ai partiti della giunta per tenerli sempre sotto rischio e permettere al governo di comandare.
Se questo golpe riesce a riscrivere e rifare i golpe precedenti mettendo al governo una giunta sostenuta dall’esercito sotto spoglie democratiche per un tempo lungo dipenderà dai giochi di potere che sottendono allo scioglimento del Thai Raksa Chart.