Nel periodo post elettorale thailandese che durerà fino al 9 maggio, dopo l’incoronazione di Re Maha Vajiralongkorn, non si conoscono ancora i dati ufficiali dei voti, né il numero di parlamentari da nominare per la quota proporzionale.
Si conoscono molto bene però le intenzioni della giunta militare, corroborate da alcune dichiarazioni del capo di stato maggiore dell’esercito generale Apirat Kongsompong e dal pronunciamento del Re Vajiralongkorn che, togliendo a Thaksin alcune medaglie militari insignitegli in passato, fa conoscere la propria contrarietà ad un governo a guida Pheu Thai.
In questa fase è cruciale il lavoro della commissione elettorale che finora ha sfornato dati diversi e sempre inesatti e che ora una petizione popolare vuole mettere sotto accusa per le incapacità lampanti dimostrate nella gestione del voto, sia durante le votazioni stesse che nella tabulazione dei dati.
Essa deve ancora dire quale formula dovrà applicare per aggiudicare i parlamentari della quota proporzionale, cosa che è impensabile per una qualunque democrazia, ma che è molto tipica del sistema democratico in stile thailandese che si è dotata di una legge elettorale di difficile decifrazione.
Queste elezioni sarebbero dovuto servire a dare “stabilità”, a colmare la polarizzazione politica della società thailandese e riportare il paese verso una prospettiva democratica. A questo fine è stata fatta una costituzione che istituisce un senato di soli membri nominati dai militari il cui compito è anche di partecipare alla nomina del primo ministro.
Si sono dimostrate invece per quelle che erano: il tentativo di legittimare con un voto il potere dei militari e far restare lo scettro del potere nelle mani del generale Prayuth e dei militari.
Il voto ha comunque stabilito, nonostante i chiari tentativi di brogli, che la maggioranza dei Thailandesi non ama un governo militare sotto mentite spoglie e che ci sarebbero i numeri perché una colazione di partiti del fronte democratico possa nominare un proprio primo ministro.
Il condizionale è d’obbligo perché la Commissione Elettorale non fa conoscere mai i numeri reali dei voti, perché non si decide a dire quanti parlamentari del proporzionale per partito saranno nominati, perché sul Future Forward Party di Thanathorn e Pitabutr aleggia sempre lo spettro di uno scioglimento che potrebbe cambiare totalmente il gioco.
A questo proposito Thanathorn è stato appena convocato dalla polizia di Bangkok per una denuncia di sedizione per la sua partecipazione alle manifestazioni del 2015 per “aver causato disordine e disobbedienza tra la gente” cosa che avrebbe potuto portare ad “atti di ribellione”.
“Quando le forze oscure non lasceranno perdere Future Forward Party. E’ ora chiaro che il gioco politico da vecchia scuola non finirà dopo le elezioni, ma si intensificherà perché hanno paura di Future Forward” ha dichiarato Thanathorn quando ha saputo della denuncia.
“Hanno paura della nostra vittoria che è andata oltre le aspettative di molti, paura che la politica si basi solo su politiche ed idee che possano costruire fiducia e sostegno tra la gente senza uso del denaro o dell’autorità, paura della verità che quasi 6,3 milioni di persone sostengono Future Forward”
http://www.khaosodenglish.com/politics/2019/04/03/future-forward-leader-hit-with-sedition-charge/)
Perché questa paura nei confronti del Future Forward? Leggiamo un articolo della AFP, pubblicato da Khaosanenglish.com
“Il senato nominato dalla giunta prende parte al voto per il primo ministro, il che vuol dire che il capo della giunta e primo ministro in carica Prayuth Chanocha avrà bisogno di solo un quarto dei rappresentanti eletti nella camera bassa per riprendersi il posto di Premier.
Prayuth da comandante dell’esercito guidò il golpe del 2014 che rovesciò un governo eletto, e per molti sarebbe un prendere il potere ancora con un processo attentamente manipolato, come anche l’ultimo caso degli elettori che si sono visti la loro scelta cancellata con mezzi legali o extralegali.
Non sarebbe un cammino agevole anche se Prayuth ed i suoi alleati del Phalang Pracharat formino un governo mentre la coalizione del fronte democratico guidato dal Pheu Thai detiene una maggioranza nella Camera.
Pornson Liengboonlertchai, politologo della Thammasat University, dice che un governo guidato da Prayuth “non potrà approvare leggi e approvare una finanziaria. C’è una probabilità che diventi un governo inefficace perché ci potrebbe essere un voto di sfiducia che si affida alla maggioranza dei voti. E c’è la probabilità che Prayuth si troverà di fronte ad un tal voto di sfiducia””
Poiché i risultati ufficiali saranno comunicati il 9 maggio e per gli adempimenti visti sopra della Commissione Elettorale, c’è tutto il tempo per impedire che il fronte democratico mantenga questa maggioranza dei numeri.
Uno scioglimento del partito e/o incriminazione dei suoi capi sono opzioni all’ordine del giorno anche se presentano delle pericolosità a livello sociale.
Dice uno studioso veterano americano della Thailandia Kevin Hewison ad AFP sulla possibilità che la Commissione Elettorale aiuti a derubare il risultato elettorale a danno della coalizione democratica.
“Se la Commissione Elettorale dovesse scegliere l’opzione nucleare e liberarsi di uno dei partiti, e scioglierlo del tutto, allora credo che potremmo vedere la gente davvero davvero arrabbiata.
Nello scenario peggiore il fallimento di mettere su un governo funzionante potrebbe essere un invito ad un nuovo intervento dei militari.
La mia grande paura è che ci sarà un altro golpe. Diranno ‘Vedere questo non ha funzionato. Saremo noi a riaddrizzare tutto ancora una volta’.”
C’è un’altra ragione forse per questa paura del Future Forward e quello che esso rappresenta.
La divisione della Thailandia dal golpe del 2006 è stata centrata sull’ex primo ministro Thaksin Shinawatra il quale, con le sue politiche economiche, mostrò alle popolazioni delle campagne che con politiche opportune è possibile risollevarsi dalla povertà, acquisendo una forza elettorale e politica enorme.
Dall’altra parte i monarchici ultraconservatori ed i militari hanno visto in lui una minaccia al ruolo centrale della monarchia thailandese, decidendo di volta in volta di intervenire nella vita pubblica thailandese con dei golpe nel 2006, che abbatté il governo Thaksin, e nel 2014 che abbatté il governo Yingluck Shinawatra. Nel 2009 invece a far cadere un governo legato a Thaksin fu un cambio di giacca di uno dei partiti alleati di Thaksin, Bhumjaithai.
Il risultato di queste elezioni hanno forse alterato questa dicotomia, mostrando che c’è una fascia di elettorato giovane che non ha conosciuto Thaksin e che comunque vuole contare ed è stanco dell’intromissione dei generali nella vita politica.
Più che per Thaksin o contro Thaksin, queste elezioni sono state a favore della democrazia o del governo militare.
E’ emerso il partito Future Forward come terza forza democratica, con un vasto appello verso l’elettorato giovane, sia in termini di voto che di parlamentari, con una posizione chiaramente contraria alla presenza dei militari nella vita politica, favorevole ad una riduzione quantitativa dei militari e della loro spesa, autonoma soprattutto dai partiti di Thaksin e dallo stesso Thaksin, accusati sempre di corruzione e scandali.
E’ un partito che potrebbe spostare il dibattito e lo scontro sempre più verso una alternativa tra una vera democrazia oppure governo militare sotto mentite spoglie.
D’altronde sembra esserci anche una parte di elettorato che potrebbe anche sopportare o aver simpatia per un governo di militari.
Proprio al Future Forward sono indirizzate le dichiarazioni del capo di stato maggiore generale Apirat Kongsompong, figlio d’arte, perché suo padre Sunthorn fece il colpo di stato del 1991.
Il generale ha detto che il dovere dell’esercito è “di proteggere, mantenere e difendere le istituzioni della nazione, della religione e della monarchia” e che l’esercito combatterà tutto ciò che possa minacciare il sistema della monarchia costituzionale con il re come capo dello stato.
Sono un “pugno da far svenire contro qualunque critico del sistema di governo della Thailandia” dice Paul Chambers della Naresuan University. “Ma più esplicitamente le parole sembrano attaccare Future Forward i cui capi sono particolarmente critici della giunta e dei militari e che nel passato hanno discusso della monarchia”.
Il cofondatore del partito Piyabutr Saenkanonkkul, che si è laureato in Francia, faceva parte del gruppo legale di Nitirat che si era battuto per la riforma della legge di lesa maestà, i cui componenti hanno studiato in Europa.
Secondo Apirat quegli studiosi che hanno studiato all’estero, come Piyabutr ed altri del gruppo Nitirat, hanno dimenticato per strada la comprensione di cosa sia il sistema democratico in stile Thailandese.
“Non introducete le cose di sinistra che avete imparato che vi hanno trasformato in persone presuntuose” ha detto anche il generale che al suo insediamento come capo di stato maggiore non escluse la possibilità di un golpe dicendo:
“Se la politica non crea disordini, non accadrà nulla”
In questa atmosfera alcuni attivisti di un gruppo di estrema destra, Gruppo Politico Civico, hanno denunciato alla Commissione Elettorale alcune presunte dichiarazioni di Piyabutr in un video che è circolato online, estrapolate dal contesto in cui sarebbero state proferite.
Nel frattempo sono continuate alcune violenze ai danni di alcuni militanti democratici con incendio di auto e attacchi fisici, come Ekachai Hongkangwan, impegnato nella mozione che vuole mettere sotto accusa la Commissione Elettorale per l’incapacità di gestire tutto il processo elettorale.