Si è dibattuto molto nelle elezioni indonesiane dell’astensione dal voto a causa della disillusione verso Joko Widodo o della mancanza di opzioni offerte.
Nelle province papuane questa disillusione è massima per l’incapacità del presidente in carica di affrontare i problemi delle violazioni dei diritti umani. Alcuni militanti indipendentisti invitano i papuani a non votare perché le elezioni sono “uno strumento del governo coloniale per sistemare chi deve gestire il potere locale e salvaguardare i loro interessi”
Si deve preoccupare il governo se i Papuani non vanno a votare?
Nonostante l’incapacità di affrontare la questione dei diritti umani, Jokowi resta abbastanza popolare a Papua. L’affluenza potrebbe essere inferiore rispetto al 2014 ma il governo può ancora contare su un buon risultato elettorale a Papua e Papua Occidentale, a causa del riconoscimento del lavoro fatto per dare i programmi di sviluppo o per la speranza, o disperazione, che proverà meglio ad affrontare nella sua seconda presidenza le questioni più spinose a Papua.
Allo stesso tempo, un fattore di complicazione è l’unico sistema di voto usato in alcune parti di Papua, il sistema Noken, che ha rafforzato i capi tribali, e non gli elettori, per decidere per chi votare o se votare del tutto.
Il primo mandato di Jokowi a Papua
Nessuno dei presidenti indonesiani eletti ha prestato attenzione a Papua come ha fatto Jokowi. Da quando ha vinto la presidenza nell’ottobre 2014 ha visitato Papua nove volte per ispezionare e promuovere i progetti di sviluppo che ha iniziato qui. Lui ha dato inizio a vari programmi come la costruzione del mercato tradizionale Pasar Mama Mama Papua e il ponte Holtekamp a Jayapura, come anche ha inaugurato i progetti infrastrutturali a Manokwari, quelli elettrici a Papua e West Papua. Il Time Capsule a Merauke e altri. Ha anche rivisto i progetti in fibra ottica, strutture sportive a Jayapura e ha guidato la sua moto per esplorare il segmento della Trans Papua Road su Lago Habema, Jayawijaya.
Questi programmi però non implicano che abbia convinto tutti i Papuani. La sua attenzione ai progetti di sviluppo è stata criticata da analisti indonesiani come Adriana Elsabeth del LIPI, la quale ha osservato che l’attacco di Nduga, attribuito al OPM, pone la domanda se tali sviluppi riescono a fermare la violenza.
Natalius Pigai del KOMNAS HAM ha criticato le visite di Jokowi come inutili; e di contro la sua presenza è stata una fonte di problemi a Papua, perché gli mancava la competenza sociale per costruire fiducia, difesa e e funzioni della gestione della sicurezza.
Il modo in cui gestisce le violazioni di diritti umani a Papua è insoddisfacente e tutti lo sanno. Il rapporto di HRW del 2017 osservò che anche se il suo governo aveva annunciato che avrebbe acclarato le responsabilità degli ultimi undici casi di gravi violazioni di diritti umani a Papua, come il massacro del 1998 a Biak e la repressione del 2001 a Wasior e Wamena del 2003, non ci sono particolari forniti dal governo sul come, quando e dove saranno affrontati.
Jokowi ha dimostrato la propria incapacità di trattare le questioni di diritti umani a Papua.
La risoluzione del conflitto che il governo sperava di fare non ha mai avuto luogo, e le politiche del governo di Jokowi non hanno dismesso il desiderio di indipendenza che vive ancora in tante parti di Papua. Quindi i Papuani sono contenti con i programmi complessivi del suo governo ma non si fidano di lui rispetto alle promesse sui diritti umani.
Cosa faranno il giorno delle elezioni?
Situazioni possibili
Prima di tutto Jokowi ha la fortuna che il suo contendente sia Prabowo, ex generale dell’era Suharto di cui era genero, e molti papuani sono preoccupati di un suo possibile governo perché temono che governerà Papua come fece appunto Suharto, il quale limitò le libertà politiche e accrebbe il ruolo dei militari a Papua.
Prabowo ha anche una storia negativa a Papua dove è accusato di essere responsabile delle morti di otto civili e di aver bruciato villaggi dopo le operazioni di salvezza dell’ostaggio a Mapenduma nel 1996. Molti Papuani voteranno Jokowi per assicurarsi che Prabowo non diventi presidente.
Seconda cosa, i Papuani hanno vissuto i programmi di Jokowi direttamente nei quattro anni passati. A parte le critiche è lui che ha ridotto il prezzo della benzina sulle alture, ha aperto la Trans Papua, ha risposto al caso Asmat, ha accelerato l’introduzione dell’elettricità nelle aree remote ed altro ancora. Persino il governatore di Papua, Lukas Enembe, ha detto confidenzialmente che il voto a Jokowi è indiscusso e che tutti i papuani daranno la loro voce a Jokowi perché ha capito Papua.
Terza cosa, gli elettori che parteciperanno alle Piplres 2019 comprendono indigeni Papuani e non indigeni. Gli Orang Asli Papua sono gli etnici melanesiani che appartengono alle tribù papuane ( o coloro che sono riconosciuti dalla comunità indigena papuana come indigeni). I non indigeni chiamati Amber sono i non melanesiani che vivono a Papua.
Le preoccupazioni degli etnici Papuani sono molto discussi per come Papua voterà, ma la popolazione non indigena a Papua non la si deve sottostimare. Il loro numero cresce di anno in anno e anche molti di loro amano Jokowi. Inoltre pochi di questi papuani non indigeni tengono a cuore i diritti umani e le manifestazioni per i diritti umani sono tipicamente dominate dalle popolazioni indigene.
E qui restiamo alla domanda dell’astensione a Papua, una possibilità che è sovrastimata.
Per prima cosa, quest’anno coincidono elezioni presidenziali e legislative. Il sostegno del partito è fondamentale, e molti candidati papuani sono presenti per il parlamento in tanti partiti. Questi candidati mobiliteranno gli elettori affinché votino per la famiglia locale, la comunità o la rete di patronato. Di conseguenza voteranno una volta al seggio anche per il presidente.
Seconda cosa, nonostante l’appello all’astensione da parte dei militanti papuani, le due potenti organizzazioni della regione, che sono Papuan People’s Assembly (MRP) e Papuan Representatives Council DPR Papua, non incoraggiano i papuani a non votare, né hanno organizzato il boicottaggio.
Tuttavia alcuni papuani non potranno scegliere da soli se votare o boicottare.
In alcune regioni di Papua, il cosiddetto sistema Noken è usato come sostituto dell’urna elettorale. Il capo tribù rappresenta tutte le voci dei membri della tribù dopo che ha ottenuto un consenso nella comunità. Le schede sono inserite in un Noken, una borsa tradizionale intessuta.
Essenzialmente il capo tribù vota per contro dei membri della tribù saltando l’idea di ciò che costituisce l’affluenza.
Il sistema Noken è stato dichiarato costituzionale dalla Corte Costituzionale che è considerata una concessione valida alla cultura papuana. Alcuni papuani tuttavia indicano che la pratica non è equa e potrebbe incoraggiare altri all’astensione. Otis Ernest Tabuni, uno studente di Nduga sostiene che “il sistema Noken non ha dimostrato la pratica reale della democrazia ed ha ucciso il diritto di voto della persona singola”.
Anche nel caso che alcuni capi dicano ai loro cittadini di fare l’astensione, il sistema Noken si applica in un poche aree in due province papuane, e specialmente per chi vive nelle aree di montagna.
Attese dei papuani al di là delle elezioni
Come in altre regioni, la gente a Papua vorrà che le elezioni del 2019 siano eque, trasparenti e pacifiche. Tutti speriamo che non ci siano conflitti, dimostrazioni o manipolazioni di dati a Papua.
A Giacarta Jokowi ed il suo governo potranno vedere la rielezione di Joko Widodo ed altri risultati forti a Papua come un segno che il governo ha fatto un buon lavoro nella regione. Ma i Papuani vogliono con forza che lui risolva i casi di diritti umani a Papua. Questa questione resta fondamentale per l’affermazione dell’impegno preso dal presidente di affrontare le preoccupazioni dei diritti umani ed aiutare il processo di guarigione delle vittime e le loro famiglie, come anche implementare le dieci convenzioni dei diritti umani che il paese ha ratificato.
Proprio perché i papuani riconoscono che Jokowi ha dato loro l’attenzione nelle questioni di sviluppo, non significa che ora dimenticano le questioni dei diritti umani a Papua.
Jokowi deve trovare una via per stabilire la pace a Papua. Dopo i conflitti a Timor Est e Aceh, Papua resta il caso irrisolto dal governo indonesiano. Mentre la gente di Timor Est partecipò ad un referendum e gli acehnesi iniziarono un dialogo, alla gente di Papua non è stata data l’opportunità di una ulteriore risoluzione dei problemi politici endemici.
Se si riesce a fare la pace a Papua allora i progetti futuri di sviluppo di Jokowi andranno avanti più facilmente e saranno sostenuti dai papuani.
Johni Korwa, New Mandala