Politici assassinati, teorie cospirative impazzite ed un rallentamento forte dell’economia saranno in cima ai pensieri degli elettori mentre le Filippine si recano alle elezioni lunedì. E se tutto questo non bastasse, hanno preso l’attenzione del paese i video virali di un uomo incappucciato che collega la famiglia del presidente Duterte ad un sindacato criminale della droga.
I periodi elettorali filippini sono sempre un periodo di cocenti ostilità. Ad aggiungersi a questo subbuglio è il ritorno della diffusa compravendita dei voti in cui, come ha denunciato la polizia, si offre un pagamento immediato di 300 peso, poco più di cinque euro, ed un seguito di una venita di euro per un cambio di voto. La polizia ha detto di capi villaggio a cui sono stati promessi tanti migliaia di euro per portare gli elettori ai seggi ed assicurare il voto per un candidato.
Le autorità hanno provato a minimizzare la violenza, come tipica delle Filippine. Il 12 febbraio quando iniziò la campagna elettorale i militari e la polizia indicarono 701 aree di possibili violenze nel 43% di tutte le città del paese.
Da quel momento in poi ci sono stati 38 politici assassinati tra cui un parlamentare Rodel Batocabe. Nelle precedenti elezioni del 2016 le elezioni videro la morte di 14 persone, mentre le elezioni nei villaggi portarono 33 assassini.
Alla fine di marzo le possibili aree di violenza sono salite a 941, tra cui tutta l’isola di Mindanao dove ci sono 35 province e 12,6 milioni di elettorali, il 23% del totale e che giocherà un ruolo importante nella corsa al senato.
L’isola dove vive una maggioranza cristiana ed una minoranza musulmana è sotto legge marziale ed ha visto una salita rapida dell’Islam militante, la crescita di armate private di politici e dell’insorgenza comunista del NPA.
Nel 2016, i ribelli comunisti aiutarono nel voto Duterte in aree fondamentali della provincia di Compostela Valley che sta nella regione di Davao dove il presidente fu sindaco, e nella provincia centrale di Samar.
Non accadrà di nuovo dal momento che Duterte ha rigettato tutti i colloqui di pace col fondatore del Partito Comunista Filippino, Jose Maria Sison, e ha licenziato tutti i ministri nominati dal partito.
Nonostante le dichiarazioni dei militari che l’insorgenza comunista non è affatto vinta, un’indagine di Pulse Asia indica che il partito di sinistra Bayan Muna è il primo dei partiti nel sistema partylist.
Questo sistema partylist, costituito da 65 seggi, fu un’innovazione della costituzione del 1987 che voleva dare una voce ai settori marginali e spingere i partiti della sinistra ad unirsi agli altri partiti nazionali
Bayan Muna (Prima il Paese) attualmente ha un seggio ma i suoi alleati di settore come ACT Teachers, Anakpawis, Gabriela Women’s Party e Kabataan, ne occupano altri quattro. Tutti sono indicati dai militari come reclutatori del NPA.
Ramon Casiple di Institute for Political and Electoral Reform sostiene che il successo del Bayan Muna è dovuto al fatto che partecipa da sempre alle elezioni aiutandolo a solidificare la sua base politica.
Casiple ha predetto che nonostante tutto quello che sta succedendo, i candidati sostenuti da Duterte vinceranno dovunque perché la popolarità del presidente resta alta.
Ci sono 43 mila candidati per 81 governatori provinciali, 81 vicegovernatori, 1634 sindaci e altrettanti vicesindaco ed oltre 14 mila seggi nei consigli comunali e provinciali.
Solo un mese fa sembrava esserci una simile tendenza per il Senato, dove metà dei seggi è rieletto ogni tre anni, dove i candidati di Duterte sarebbero i vincenti. Pulse Asia ha previsto che i candidati di Duterte dovrebbero vincere undici su dodici seggi.
Ad avere una possibilità di vincere sarebbe solo Grace Poe che è indipendente perché non ha un partito politico alle spalle. Ma Casiple ha qualche dubbio sulla sua indipendenza per la sua presenza in alcune uscite come scelta di Duterte.
Ma nelle ultime ore sembra che il terreno sia cambiato. Mentre il portavoce del partito di Duterte PDP Laban Ronwald Munsayac ha detto confidenzialmente alla scrivente che i candidati di Duterte avrebbero vinto tutti e dodici seggi, il presidente stesso ha iniziato a mostrare qualche dubbio.
“Si hanno 12 seggi. Per una legge delle medie non credo che questi dodici candidati ce la faranno.” ha detto il 9 maggio Duterte ad un comizio.
Sua figlia Sara, sindaco di Davao, ha detto di sperare che almeno sette candidati ce la faranno. Sara ha formato un partito chiamato Hugpong ng Pagbabago (Movimento per il Cambiamento) che sostiene 13 candidati.
L’analista Casiple sostiene che almeno sette sono sicuri vincenti, mentre altri cinque saranno fortemente contestati da candidati indipendenti, del governo e dell’opposizione.
Tra i candidati che lottano per vincere c’è Imee Marcos, figlia del dittatore Ferdinando, la cui tendenza decrescente è stata notata da Casiple.
Cosa sarà cambiato in quattro settimane?
Prima cosa molti dei quasi 62 milioni di elettori filippini che si preparano a votare hanno sentito il rallentamento dell’economia.
Il governo filippino ha detto il 9 maggio che la crescita del PIL è stata solo 5.6% annuo nel primo trimestre del 2019, mentre lo scorso anno fu del 6.5% nello stesso periodo.
Questa è l’espansione minore di quattro anni secondo gli analisti.
Mentre l’inflazione ha rallentato al 3% annuo dal 6.7 di ottobre scorso, I filippin hanno continuato a sopportare il carico di maggiori tasse sui prodotti petroliferi e lo zucchero che a loro volta hanno portato aumenti sui trasporti e su alcuni alimenti. Le tasse servirebbero a finanziare il programma infrastrutturale di Duterte.
Poi ci furono dei video di un uomo incappucciato, che si chiamava Bikoy, in cui si affermava che la famiglia Duterte avrebbe preso milioni da un sindacato criminale di Hong Kong. Il palazzo presidenziale ha minimizzato l’impatto dei video sulle elezioni, ma mentre è emerso un certo Peter Joemel Advincula ad autoproclamarsi il Bikoy del video, il palazzo ha risposto alle accuse dicendo che c’erano due complotti in atto per cacciare Duterte.
Il primo complotto accusava un gruppo di avvocati di sinistra e organizzazioni di media importanti, tra i quali Rappler con la sua editrice e persona dell’anno per Time Maria Ressa, che cospiravano con Avincula.
Il secondo complotto includeva altri giornalisti, blogger, il partito di opposizione Liberal Party, i soldati dissidenti del gruppo Magdalo guidato da Trillanes e in modo inesplicabile Gretchen Ho, giornalista televisiva di Sport e la sollevatrice olimpica di pesi Hidilyn Diaz.
“Il presidente ha ricevuto informazioni, intelligence che sono stati validati e sembrano che ci sia un tentativo deliberato di screditare questa amministrazione come anche di accrescere i candidati dell’opposizione del senato” ha detto il portavoce presidenziale Panelo.
Una Diaz scioccata, che membro dell’Aviazione Filippina, ha risposto “Da atleta sono molto occupata ed non ho tempo per far parte di qualunque cosa mi attribuiate” aggiungendo che ha già fatto molti sacrifici per la nazione.
All’inizio Panelo non ha spiegato né ha offerto scuse alle donne indicate, Gretchen Ho e Hidilyn Diaz, dicendo invece che il governo potrebbe adire alle vie legali con accuse di sedizione contro i cospiratori.
Il dieci di maggio Panelo ha eliminato le donne dalla lista ma si è rifiutato di chiedere scusa accusando invece i media.“Credo che dovrebbero chiedere scusa chi li ha accusate ingiustamente”
I video di Bikoy hanno intensificato la lotta per il senato, perché il senato è l’ultimo bastione del partito liberale di opposizione. Mentre ci sono cinque senatori che apertamente sostengono Duterte fino al 2022, Duterte ha bisogno di avere almeno altri otto eletti per mantenere il controllo, ma ha bisogno di vincere tutti e dodici per modificare la costituzione del 1987 e andare ad un sistema federale.
Munsayac del PDP Laban ha detto che è fattibile notando che “questa era una promessa elettorale di Duterte ancora da realizzare”
Sebbene il Palazzo abbia provato ad allentare le paure di una possibile dittatura Duterte, lo spostamento verso il federalismo ha poco sostegno pubblico come dimostrato in una indagine del SWS in cui solo il 37% dei filippini lo sostiene.
Il partito Liberale ha ancora sei senatori fino al 2022 compreso la senatrice De Lima, detenuta da due anni per accuse di traffico di droga ritenute pretestuose per le sue indagini precedenti sugli omicidi extragiudiziali di Duterte quando era sindaco di Davao e la De Lima ministro della giustizia.
Il LP deve vincere otto seggi in questa elezione per controllare il senato poiché la De Lma non può votare perché in carcere.
E’ un obiettivo per cui gli analisti griderebbero al miracolo ed in molti come Casiple considerano una possibile conquista di uno o due seggi.
L’ex presidente Filippino Benigno Aquino resta ottimista di una vittoria maggiore. Ha detto alla scrivente che anche se sette degli otto candidati del Partito Liberale sono delle novità, loro hanno alti tassi di conversione quando si tratta di convincere la gente a votare per loro.
Raissa Robles, SCMP