E’ stata bloccata una presunta cellula jihadista indonesiana fatta di gente con esperienza di guerra in Siria, ha riferito la polizia indonesiana, nel quadro di una repressione crescente dopo la scoperta di un disegno eversivo che prevede attacchi nella giornata dell’annuncio dei risultati elettorali.
I terroristi sono membri del JAD, Jamaah Ansharut Daulah, legato al ISIS, che è stata responsabile di una serie di attacchi negli scorsi quattro anni.
“I sospettati sono stati arrestati il 14 maggio” ha detto il portavoce della polizia indonesiana Dedi Prasetyo. “Si tratta di nove uomini, otto di Giava Centrale ed uno di Giava Orientale. Sette di loro hanno esperienza di guerra in Siria”
Finora nelle passate due settimane il numero totale degli arrestati sono 19 mentre la polizia è in una corsa contro il tempo per impedire attacchi che avrebbero come obiettivo le manifestazioni di massa prima e durante l’annuncio dei risultati elettorali il prossimo mercoledì.
Dopo lo scrutinio del 80% delle schede votate il 17 aprile, il presidente uscente Joko Widodo è in netto vantaggio del 12% sul suo sfidante Prabowo Subianto.
La tensione è comunque alta perché il campo di Prabowo accusa il governo di aver truffato ed insiste di essere lui ad aver vinto le elezioni.
Secondo gli analisti, i gruppi terroristici provano a sfruttare questa atmosfera inquieta ai loro fini cercando qualunque segno di caos per portare avanti attacchi.
“La narrazione intensa delle elite politiche per delegittimare il voto ed i risultati del 2019 con bufale e disinformazione ha dato i natali a pericolosi punti caldi che hanno riportato in vita cellule terroristiche dormienti” si legge in una dichiarazione di Setara Institute. , ONG dei diritti umani.
Gli arresti di presunti membri del JAD accusati di pianificare attacchi “sottolinea il fatto che il gruppi terroristici cavalcano le elezioni del 2019 per i propri interessi politici” ha aggiunto.
La scorsa settimana l’antiterrorismo indonesiano Densus 88 scoprì bombe fatte in casa al perossido di triacetone, un esplosivo potentissimo, quando perquisirono un negozio di telefonini a Bekasi nella periferia di Giacarta.
Il proprietario, Rafli, è stato arrestato col sospetto di fare parte del JAD e di aver fatto le bombe dopo averlo imparato su internet.
L’Indonesia ha subito molti attacchi terroristici portati avanti da gruppi legati alla rete globale del Jihadismo, da Al Qaeda al ISIS, nei due decenni passati tra i quali le bombe alle chiese di Surabaya del 2018 e le bombe di Bali del 2002 che fecero 202 morti.
“Ci sono circa 3000 jihadisti in Indonesia. Osservano ed attendono il caos che è il momento in cui colpiranno” ha detto Sofyan Tsauri, un ex appartenente ad Al Qaeda del Sudestasiatico. “Da ex jihadista sono preoccupato”
Robi Sugara, analista dell’antiterrorismo presso Università Islamica Syarif Hidayatullah di Giacarta, dice che ogni gruppo estremista con cui aveva parlato “vuole che il conflitto avvenga in Indonesia perché aprirà la porta al jihad.”
“La questione del caos in queste elezioni è di loro interesse … solo con conflitto possono provare a lanciare il sistema di governo che vogliono. Non è possibile averlo con la democrazia” ha aggiunto.
I gruppi militanti indonesiani lottano da molto per creare un califfato, rigettando gli stati nazione moderni e il sistema democratico come un prodotto umano dell’occidente.
L’analista indipendente Hasibullah Satrawi ha specificato che è stato solo con la guerra ed il conflitto che ISIS riuscì a creare il suo califfato in Siria ed Iraq.
“Non fu possibile al ISIS crearsi una base quando c’era la pace in Siria ed Iraq” dice “In modo simile, i militanti indonesiani hanno bisogno del conflitto perché darà loro spazio per operare. Ci sarà un vuoto della sicurezza, del governo e dell’autorità. I militanti amano il conflitto”
Le richieste di figure di alleati e di opposizione come Amien Rais a Prabowo di fare pressioni politiche attraverso manifestazioni pubbliche aggiunge ulteriore carburante sul fuoco, secondo Hasibullah.
“Gli inviti alle manifestazioni agitano i militanti e li rendono felici perché sentono che non sono soli nel combattere governo e forze di sicurezza”
Il portavoce di Prabowo, Irawan Ronodipuro, ha detto che il popolo non andrebbe in strada se il governo nominasse un gruppo di esperti legali di informatica per portare avanti indagini esaurienti sulle presunte frodi elettorali.
L’agenzia di supervisione indonesiana ha emesso una dichiarazione dicendo che la commissione elettorale generale immise erroneamente dei dati durante il processo di conta dei voti, senza dare altri dettagli.
“Il modo ed i tempi con cui gli indonesiani esprimeranno il loro diritto di assemblea e di protesta dipenderà da come il governo gestisce questo affare” ha detto Rondipuro che è anche direttore delle relazioni estere per il partito Gerindra di Prabowo.
“Ma se il governo agisce saggiamente, se smettono di criminalizzare innocenti e accettano di nominare un gruppo di esperti legali IT insieme a noi per portare avanti un’indagine comprensiva ed esaustiva, allora siamo sicuri che la gente lo rispetterà e non scenderà per strada” ha detto.
Vari alleati di Prabowo che hanno indetto le proteste e dimostrazioni sono stati arrestati e indagati per tradimento.
Nel frattempo le grida ai brogli hanno già un impatto ed un giovane ha minacciato di decollare il presidente Joko Widodo in una manifestazione davanti all’agenzia di supervisione delle elezioni.
“Taglieremo la testa di Jokowi, a dio piacendo” ha detto Hermawan Susanto. La minaccia ripetuta due volte e ripresa in un video è diventata virale.
“Jokowi, preparati, perché noi di Poso ti decolleremo in nome di dio per cambiare l’Indonesia”
Poso è una provincia indonesiana nelle Sulawesi centrali che vide tra il 1998 e il 2001 lo scoppio di un conflitto settario tra Musulmani e cristiani.
Amy Chew, SCMP