La Malesia rispedisce la plastica non riciclabile ai mittenti, a quei paesi sviluppati che da qualche tempo considerano il paese la discarica pubblica dei rifiuti di plastica del mondo.
Lo ha detto Yeo Bee Yin, il ministro malese dell’ambiente, energia, scienza e cambiamento climatico.
Dopo che la Cina vietò l’importazione di rifiuti di plastica nel 2018, dopo aver trattato la metà dei rifiuti di plastica del mondo, la Malesia secondo un articolo della Reuters è diventata la destinazione alternativa migliore per i rifiuti di plastica, con importazioni di oltre 7 milioni di tonnellate l’anno.
In Malesia sono comparse decine di imprese di riciclaggio anche prive di licenza che hanno arrecato danni ambientali lamentati dalla popolazione locale.
La maggior parte dei rifiuti di plastica arrivati in Malesia sarebbe contaminata e di bassa qualità e non più riciclabile.
“I paesi sviluppati devono essere responsabili per quello che inviano all’estero” ha detto il ministro che ha denunciato che alcuni rifiuti erano in contrasto con la Convenzione di Basilea per il commercio sulle plastiche e il loro smaltimento.
La Malesia aveva già inviato in Spagna cinque container di plastica contaminata fatta arrivare in Malesia, ha detto la ministra che però non ha fatto conoscere le aziende interessate.
Le importazioni di plastica da dieci grandi produttori di rifiuti, tra i quali USA, UK, Giappone ed Australia, sono salite a 456 mila tonnellate dal gennaio a luglio 2018 contro i 316 mila del 2017 e 169 mila del 2016.
“Dopo il divieto cinese, grandi imprese private che gestiscono i rifiuti per conto dei governi nazionali iniziarono a darsi da fare perché altri paesi si sobbarcassero il peso. Poiché la maggior parte del traffico passa attraverso Hong Kong il Sudestasiatico che è vicino ed ha leggi permissive divenne la destinazione alternativa di attrazione per i rifiuti” scrive Hanna Ellis-Pedersen su TG.
“La Malesia si è preso l’onere di rispedire i rifiuti. Secondo Greenpeace, l’importazione malese di plastica è cresciuta da 168 mila tonnellate del 2016 a 456 mila in sei mesi del 2018, ed i principali paesi sono UK, Spagna, Germania, Francia, Australia e USA. Il costo sociale ed ambientale è alto. Un rapporto di GAIA, Alleanza Globale per le alternative all’incenerimento, mostra come l’entrata di rifiuti tossici ha avvelenato acqua, raccolti e portato malattie respiratorie,”
“In Indonesia 60 container di rifiuti tossici e pericolosi stranieri sono nel porto dell’isola di Riau da cinque mesi. La scorsa settimana contenitori pieni di rifiuti cittadini australiani sono arrivati nelle Filippine come combustibile nel tentativo di superare i regolamenti doganali. LA dogana filippina ha confermato di lavorare a rispedirli al mittente. …
“Sono loro rifiuti e questi paesi devono essere responsabili per questi” dice Baconguis di GAIA. “Per noi è un’ingiustizia ambientale che i paesi più poveri si prendano i rifiuti dei paesi ricchi solo perché non vogliono trattarli. Quindi si spera che quando i rifiuti giungeranno sulle porte delle loro case questi paesi saranno costretti a fare qualcosa a casa loro”
The Guardian Hannah Ellis-Pedersen
Secondo un’indagine della BBC la Gran Bretagna ha esportato 665mila tonnellate di plastica e di questi 130 mila sarebbero state esportate in Malesia per un giro di affari di oltre 60 milioni di euro solo nel 2018.
Il destino dei rifiuti non più riciclabili di plastica dovrebbe essere l’incenerimento o la discarica controllata. In Malesia alcune aziende hanno creato depositi temporanei enormi di plastiche per essere poi incenerite in modi poco chiari e trasparenti con grandi danni ambientali all’astmosfera, alle riserve d’acqua e agli oceani.
A Basilea si è raggiunto un accordo tra 180 paesi per rendere la convenzione di Basilea più adeguata alla difesa dell’ambiente rendendo più trasparente e regolato il commercio globale dei rifiuti di plastica.
“Emendare la convenzione di Basilea è il primo passo nel risolvere il problema globale del movimento di rifiuti ingiusto dal mondo sviluppato verso i paesi in via di sviluppo” ha detto la ministra malese Yeo Bee Yin.
CANADA
Il Canada negli anni scorsi ebbe uno scontro aspro con le Filippine per l’esportazione di container di plastica canadese. Il presidente Duterte fu molto netto negli anni scorsi ad invitare il Canada a riprendersi i propri rifiuti e lo ha ribadito recentemente minacciando la rottura delle relazioni diplomatiche tra i due paesi. Ora dovrà riprendersi anche quelli inviati in discarica in Malesia.
Secondo un’intervista della CTVNEWS canadese a Keith Brooks di Environmental Defence, il Canada ricicla solo il 9% della plastica prodotta e spedisce all’estero quello che non ricicla.
“Credo che la gente pensi che siamo dei buoni riciclatori perché per tantissimo tempo riuscivamo ad inviare lontano dalla vista e dalla mente quella plastica. Ora sono state riaperte le tendine su questo grande problema.
“I materiali di riciclo sono una merce, sono materiali grezzi per altri cicli di produzioni e si vendono al miglior offerente. Globalmente la maggior parte della produzione va in quella parte del mondo. E’ davvero una questione di economia” dice al CTVNEWS Jo-Anne St. Godard del Recycling Council of Ontario.
Secondo Myra Hird della Queens University, il trasporto transfrontaliero di rifiuti è molto più comune di quanto si possa pensare ed avviene attraverso una serie di contratti che dalla singola città spostano i rifiuti verso altre destinazioni fino anche ad essere contrabbandati dopo essere stati privati di etichettatura varia.
I rifiuti mandati verso le Filippine sarebbero dovuto essere riciclabili ma poi si sono rivelati contaminati da altri rifiuti.
“Nel tempo abbiamo fatto sempre meno sforzi a mandare materiali omogenei, come solo plastica o solo carta che loro cercano. Altri materiali sono stati mischiati” ha detto Jo-Anne St. Godard del Recycling Council of Ontario anche in relazione ai maggiori costi del lavoro per la separazione delle frazioni. “Ora li rigettano”
Myra Hird sostiene che quanto accaduto con i governi malese e filippino non sono casi isolati e che ci saranno altre notizie del genere su cui il governo canadese deve intervenire.
“Da canadesi dobbiamo assumerci la responsabilità come anche il governo” dice Hird. “Abbiamo bisogno di riprenderli e trattarli nel modo più sicuro ed ambientalmente sano possibile”
Godard aggiunge che si tratta di una macchia sulla reputazione del paese. “Ci deve essere un controllo per assicurare la trasparenza delle imprese su ciò che inviano e che noi osserviamo quello che lascia i nostri porti.
Nel frattempo si è saputo che i 69 container con 1500 tonnellate di rifiuti esportati nel periodo dal 2013 al 2014 provenienti dalle Filippine giungeranno a Vancouver alla fine di giugno per andare a finire nell’inceneritore.