Il presidente filippino Duterte ha rotto il silenzio facendo conoscere il suo pensiero, una settimana dopo, sullo speronamento di un peschereccio filippino FB Gimver 1 ancorato a Recto Bank ad opera di una nave da pesca cinese nel mezzo della notte.
Quella notte stessa del 9 giugno un peschereccio vietnamita portò in salvo la ciurma di 22 pescatori filippini del FB Gimver 1 lasciati in mare dal peschereccio cinese a Recto Bank, che è una caratteristica di mare contesa nel mare cinese meridionale.
Duterte ha messo in guardia contro il deteriorarsi della situazione dicendo:
“Quello che è accaduto è una collisione. E’ stato un incidente in mare. Non credete agli stupidi politici. Loro vogliono ce la Marina vada lì.”
“E’ solo una collisione, non peggioratela” ha ripreso Duterte dicendo che il paese non è pronto ad andare in guerra con la Cina.
Va precisato che il presidente Duterte ha usato per definire il mare in contesa non la versione ufficiale filippina di Mare Filippino Occidentale, quanto Mare Cinese Meridionale.
Poi il presidente Duterte ha fatto sapere che attenderà i risultati di una indagine sul peschereccio FB Gimver 1. “Si stanno facendo le indagini … la sola cosa da fare è attendere e dare all’altra parte il diritto ad essere ascoltato… Con tutta la rabbia e persino un rappresentante ufficiale ad invitare a mandare navi da guerra … se dovessi scegliere, vorrei l’azione, ma non sono più giovane”.
Di tono e contenuti non molto diversi è la dichiarazione dell’ambasciata cinese a Manila, e la cosa ha spinto qualcuno a chiedersi se Duterte sia presidente della nazione filippina o di chi.
Il portavoce del ministro degli esteri cinese Lu Kang ha detto: “Vorrei sottolineare che è solo una collisione accidentale tra navi da pesca in mare” aggiungendo che la Cina avrebbe continuato ad indagare, condannando però come “irresponsabile e non costruttivo legare questo incidente all’amicizia Cina Filippine o a farne anche interpretazioni politiche dell’incidente”.
L’ambasciata cinese di Manila ha anche detto che l’imbarcazione cinese “era stata accerchiata da sette o otto imbarcazioni filippine” che avrebbero impedito il soccorso ai pescatori filippini in mare.
Il soccorso dei 22 pescatori filippini, lasciati alla mercé degli eventi naturali dopo lo speronamento e poi soccorsi da un peschereccio vietnamita, era stato il punto centrale della dichiarazione del ministro della difesa Lorenzana il quale aveva parlato sempre di collisione e non di speronamento all’indomani della comparsa della notizia.
Dopo la dichiarazione di Duterte lo stesso Lorenzana ha ricalibrato la sua versione sottolineando come la collisione è stata involontaria, smentendo la versione affermata dallo stesso capitano del peschereccio filippino.
La versione dell’ambasciata cinese a Manila è stata attaccata anche dalla Senatrice Hontiveros perché insensata, assurda.
“La risposta del governo cinese all’incidente di speronamento con fuga attraverso la sua ambasciata a Manila è assurda” ha detto la senatrice. “E’ un tentativo maldestro di coprire la ciurma cinese da ogni responsabilità e spostare la colpa e la responsabilità ai nostri pescatori”.
La vicepresidente Leni Robredo ha chiesto al ministero degli esteri filippino di chiedere a Pechino di trovare chi ha commesso questo incidente con fuga e riconoscere la giurisdizione filippina per un eventuale processo davanti ad un tribunale filippino.
Secondo il senatore di opposizione Drillon, che lo speronamento sia casuale o intenzionale, resta il fatto che il capitano della nave cinese ha abbandonato i pescatori filippini in mare contravvenendo agli obblighi che ogni stato ha, secondo la legge internazionale del UNCLOS, di soccorrere le persone disperse in mare, che siano navi private o dello stato.
Secondo alcuni, come il politologo di Davao Ramon Beleno, è tempo che prevalgano le teste più calme. “Credo che il presidente apprezzi l’amicizia con la Cina” anche perché gli alleati americani non starebbero dando l’assistenza desiderata.
Anche in questo caso si intravede da parte del politologo la possibilità di avere giustizia con delle indagini condotte insieme alla Cina.
Anche l’esperto di sicurezza Renato De Castro si attende che Duterte mantenga uno stato di amicizia con la Cina.
“Il governo filippino nonostante ciò che è accaduto gioca ancora secondo le regole definite dalla Cina. L’amministrazione Duterte prova a ad assicurare che questo incidente non distrugga la politica di pacificazione con la Cina”.
Ovviamente non tutti sono rimasti soddisfatti di questo atteggiamento politico di Duterte con questa nuova testa calma di fronte ad un simile speronamento. Non è il Duterte che attacca chi difende i diritti umani, che manda a quel paese Obama o gli investigatori dei diritti umani dell’ONU, che sancisce la guerra santa alla droga, che richiama l’ambasciatore canadese per container di rifiuti importati alcuni anni fa minacciando persino la guerra al Canada.
E la senatrice di opposizione Risa Hontiveros lo ricorda a tutti che Duterte è duro su alcune questioni come la minaccia della guerra al Canada per i rifiuti inviati nelle Filippine, ma docile con la Cina.
“Grazie per confermarci chi davvero è, Presidente: violento e crudele verso i poveri, sboccato e osceno verso le donne e chi difende la democrazia, ma inetto e senza midollo davanti alla Cina. Si vergogni”
Quello che colpisce è anche la presunta mancanza di scelte in questa vicenda secondo la logica di Duterte. O sottomessi a tutte i comandi cinesi oppure si va alla guerra anche nucleare. Ed ovviamente le Filippine non sono affatto preparate.
Una nota di critica però la dà anche un sostenitore di Duterte, il senatore Ping Lacson che in un tweet dice:
“Il presidente ha rotto il silenzio e ci ha lasciati distrutti … Ha dimenticato di esplorare tutte le possibilità a disposizione prima di esercitare la sua ultima opzione di resa. Il trattato di mutua difesa è un’arma seppure mai usata. Non suggerisco una terza guerra mondiale ma almeno può far sentire alla Cina il bilancio dei poteri nel Mare Filippino Meridionale”
Ad uscirne comunque malconci sono i pescatori filippini della FB Gimver 1 che, dopo aver essere stati buttati in mare dal colpo dalla nave cinese mentre dormivano sul peschereccio, hanno subito pure le accuse velate che il loro racconto era manipolato.
Cerillo Escuterio ha ricordato che avevano tre tonnellate di pesce prima di essere speronati dai cinesi la notte del 9 giugno e lasciati nel mare aperto prima dell’arrivo dopo tre ore di un peschereccio vietnamita che li ha salvati….
Il capitano della FB GemVir1 Junel Insigne insiste nel dire che il peschereccio cinese ha speronato a loro imbarcazione intenzionalmente. Ha ricordato non solo come è sprofondata la loro imbarcazione, ma anche come la nave cinse spense le luci e se la filò.
“Ci colpirono e la nostra barca affondò. Allora l’imbarcazione da pesca cinese si voltò e accese una luce su di noi. Abbiamo visto la gente là. Poi con la luce acceso fecero marcia indietro e spensero le luci”
Poi aggiunge: “Eravamo i soli lì. Eravamo i soli” dice smentendo la versione cinese secondo cui la nave cinese si sarebbe trovata accerchiata da altre imbarcazioni filippine. “Non c’erano altre navi lì. Eravamo solo noi quella notte. Eravamo in mare come avremmo potuto attaccare?”
“Chiedo solo al nostro amato presidente, voglio solo che sia riparata la barca che è il modo con cui ci guadagniamo da vivere“ ha detto il capitano Insigne.