La posizione della Thailandia come secondo esportatore di canna da zucchero al mondo, dopo il Brasile, è certa.
Ma l’impressione che dà il paese di essere il primo paese al mondo a bruciare la canna da zucchero al momento del raccolto non è certo da meno.
Oggi in molte province del basso settentrione, delle piane centrali, dell’Oriente e del nordest grandi appezzamenti di canna da zucchero sono in fiamme.
Non lasciamoci dietro dei dubbi perché il bruciare ogni anno le piantagioni di canna da zucchero manda nell’aria una enorme quantità di particolato PM 2,5 che respiriamo.
In alcune aree l’aria è spessa di polvere nera che cade come i fiocchi di neve.
La risposta che finora dà il governo è di continuare a permettere agli zuccherifici di acquistare canna da zucchero bruciata, ma poi di ridurne gradualmente la proporzione nei depositi fino al 2022.
Ma nel piano di risposta del governo delle 12 iniziative, non si cita che il principale colpevole dell’inquinamento è il fuoco nell’agricoltura, quanto qualche vago riferimento all’incendio all’esterno dei rifiuti.
Si propongono qui alcune proposte sintetizzate dai suggerimenti della società civile e dalle interviste con i coltivatori delle piantagioni, parte della ricerca sulla coltivazione della canna da zucchero.
Misure urgenti
Il governo deve decidersi a proibire agli zuccherifici e produttori di alcol di accettare canna da zucchero bruciata senza alcuna eccezione. Se non c’è domanda di canna da zucchero bruciata, i contadini dovranno immediatamente finirla di incendiare i loro campi.
Se il governo continua a permettere agli zuccherifici di comprare canna da zucchero bruciata, dà carta bianca ai contadini per continuare a bruciare e alle autorità locali possono ignorare la pratica.
Anche zuccherifici e produttori di etanolo devono prendersi la loro fetta di responsabilità assicurandosi che i loro fornitori non brucino canna da zucchero. Devono usare la loro influenza per innovare o facilitare altri modi per raccogliere la canna da zucchero che non coinvolta gli incendi. Potrebbero fornire l’uso di mezzi meccanici per raccogliere la canna da zucchero ai contadini che hanno poca manodopera e smettere immediatamente di accettare canna da zucchero bruciata.
Le piccole misure precedenti, come cartelloni di fronte agli zuccherifici che incoraggiano i contadini a non accendere fuochi, non sono altro che uno sforzo di facciata e mostrano che gli zuccherifici non vogliono prendersi responsabilità.
Esistono già meccanismi attenti agli agricoltori tra le associazioni di categoria a livello provinciale e di distretto dove è obbligatoria l’iscrizione. Queste organizzazioni devono fare applicare un divieto di incendio tra i propri membri ed incoraggiare i coltivatori ad assumersi le responsabilità.
Si può trovare tra contadini e zuccherifici un modo per trattare i residui e le foglie senza il bisogno di un altro fuoco secondario dopo il primo giro di fuochi durante il raccolto.
E’ anche un grande pericolo per la sicurezza per i contadini vicini e per la gente in generale che sono costretti a convivere con la scarsa visibilità sulle strade e l’aria densa di polveri. Si devono penalizzare i contadini che insistono con gli incendi.
I contadini che non sono membri delle associazioni di categoria e che non sono soggetti a regolamenti vendono agli zuccherifici attraverso le quote di un altro contadino. Se ci si rifiuta di comprare canna da zucchero bruciata, si applica il regolamento anche ai contadini non registrati.
Oltre agli incendi delle piantagioni, il governo deve monitorare che gli zuccherifici non inquinino loro stessi. Si devono far rispettare le leggi e il governo non deve accettare doppi standard.
La cosa più importante è che il governo smetta di dare permessi di costruire altri zuccherifici e i loro impianti di biomassa.
Misure di medio termine
Il governo deve assicurarsi che i contadini ricevano il 70% del profitto per aver prodotto la canna da zucchero. I contadini devono poter andare oltre il livello di sussistenza o sopravvivenza se devono sviluppare metodi migliori per il raccolto.
Si devono limitare le aree destinate a Canna da zucchero. Zuccherifici e impianti di etanolo non devono poter creare altre piantagioni e si deve fermare l’espansione di altre industrie che includano impianti a biomassa che usano canna da zucchero come materia prima per il bene pubblico.
Zuccherifici e associazioni dei coltivatori devono lavorare insieme per sviluppare nuovi modi di produzione per andare verso l’agricoltura biologica e ridurre i pericoli per la salute.
Misure di lungo termine
Il governo deve portare avanti una seria rivisitazione della sua politica di promozione dell’industria dello zucchero a tutti i costi, come la politica dei bio hub. Si deve anche portare una simile pausa di pensiero e considerazione all’industria del mais che è simile in natura e costi per l’ambiente.
Si deve avere una visione strategica per creare un’agroindustria amica dell’ambiente per una sostenibilità di lungo termine invece di guadagni a breve termine.
Sono raccomandazioni molto larghe e si accetta il disaccordo. Si spera che si diffonda qualche considerazione seria ed un dibattito sulla questione.
Se il governo avesse davvero a cuore l’interesse della gente e non si inchinasse al grande capitale e ai grandi produttori, e difendesse davvero e non con le chiacchiere i diritti umani, l’inquinamento dai campi di canna da zucchero in fiamme finirebbe in un batter d’occhio.
Chainarong Setthachua, Isaanrecord