Le cifre del Coronavirus nel Sudestasiatico vedono un forte incremento di nuovi casi nelle Filippine dove oggi domenica si è registrato il più alto numero di infezioni con 343 nuovi casi, col numero totale di infezioni che va a 1418 infezioni, ed altre tre morti che portano il conto a 71 morti.
Appena peggiore la situazione della Malesia dove i 150 nuovi casi fanno salire i totali a 2470 infezioni ed il numero di morti è salito a 34 con altri sette morti in più.
L’arcipelago indonesiano ha confermato 130 nuove infezioni ed un totale salito a 1285, ma a fare paura sono le 144 morti, concentrate nelle aree popolose di Giava, mentre sono 6500 le persone sottoposte ad analisi.
A 130 casi è salita la Cambogia che si appresta ad impedire l’entrata di stranieri nel paese con la cancellazione dei visti all’arrivo. Per l’entrata la Cambogia richiede un certificato di non positività ed una assicurazione sanitaria per 50 mila euro.
In Thailandia, dove sono stati dati i poteri di emergenza nazionale, le infezioni totali sono 1388 con sette morti e sono u po’ diffuse in tutte le province del paese. Si prevede che nello scenario peggiore ci potranno essere il 15 aprile 25 mila infezioni totali se nulla venisse fatto.
In Thailandia il focolaio peggiore individuato è stato un incontro di Muay Thai del 6 marzo, tenutosi nello stadio gestito dai militari, dopo che il governo aveva invitato a non tenere manifestazioni od eventi di massa.
In quell’evento rimasero infettati due personaggi famosi della TV thailandese ed il generale Rachit Arunrangsi incaricato di gestire proprio quello stadio al Lumpini Park, dove si presentarono nonostante fosse loro data la quarantena un gruppo di gente di rango come il “Senatore Surasak Kanchanarat e Vice Ministro delle comunicazioni Thaworn Senniam che hanno violato l’ordine di quarantena domiciliare del governo…” scrive il Bangkokpost che dice dopo:
“Almeno il comandante dell’esercito generale Apirat offra le sue scuse per tale sconfitta causata dalla negligenza dei suoi subordinati. Col paese che fa ancora pochi progressi nella lotta al virus, il generale Apirat che è alla sommità della gerarchia militare, dovrebbe considerare di mostrare maggiore responsabilità rassegnando le proprie dimissioni. Questo porterebbe gli standard etici thailandesi ai livelli internazionali”
Bangkokpost.com
Ora traduciamo un articolo di opinione di Pravit Rojanaphruk sulla dichiarazione e sui poteri di emergenza con cui il governo thai incarica il capo del governo nonché capo golpista di arginare la diffusione del Coronavirus in Thailandia.
Se non ci dovesse riuscire Prayuth in questo intento, di certo proverà ad arginare la critica sociale.
Preoccupano i poteri dell’emergenza nelle mani di un ex dittatore.
Dopo giorni di discussioni il premier thai Prayuth Chanocha ha dichiarato lo stato di emergenza nazionale a partire da martedì per impedire la diffusione del coronavirus.
Non è una cosa eccezionale. Le Nazioni nel mondo sono in un blocco e persino paesi democratici come la Nuova Zelanda ha dichiarato anche uno stato di emergenza.
Ma anche se si può sostenere le misure di blocco finché ci sono adeguati risarcimenti per le persone colpite, come la classe lavoratrice ed i poveri, possiamo discutere se sia davvero giustificato a questo punto uno stato di emergenza.
Differentemente da altri paesi la maggioranza dei Thailandesi ha finora cooperato alla richiesta di distanziamento sociale. Un’altra incertezza è la mancanza di credenziali democratiche o di autocontrollo del generale Prayuth.
Per chi ha la memoria corta, Prayuth era un capo di giunta e dittatore militare. Meno di sei anni fa usurpò il potere per governare senza parlamento o opposizione. Ritardò varie volte le elezioni finché non si tennero cinque anni dopo il golpe del maggio.
Il contesto è vitale e la fiducia è un fattore importante. Come si può aver fiducia che un ex-autocrate militare che lanciò un golpe non soccomba di nuovo al potere assoluto, questa volta sotto la legge di emergenza?
In essenza il decreto dice che Prayuth da primo ministro con i poteri di emergenza avrà diretto comando sui segretari permanenti di tutti i ministeri. Sarà in carica di tutti gli aspetti del governo come ha chiarito un rappresentante. Prayuth ancora una volta è più di un premier sotto i confini democratici. E’ già visto.
Nel parlare alla televisione Prayuth ha messo in guardia sulla diffusione di notizie distorte. Prayuth ha detto che la gente deve ricevere informazioni ufficiali dal governo ed ha chiesto alla stampa di passare il messaggio da quella singola fonte alla gente.
Eppure nelle passate settimane si sono viste misure e messaggi in conflitto, anche contraddittori, inviati da differenti agenzie e ministri dello stato. Dire che bisogna aver fiducia solo del governo nella situazione attuale non può portare bene in termini di trasparenza e responsabilità.
Si spera che nelle prossime settimane non vedremo tentativi da parte di Prayuth e dei suoi uomini di mettere la museruola alla stampa che seriamente cerca di indagare Prayuth e il governo nella gestione della crisi COVI-19 insieme ad altri affari.
Ho paura che se non riuscirà a controllare la diffusione del virus potrebbe scegliere, invece, di controllare la stampa libera e la gente.
Prayuth si deve solo concentrare su chi diffonde dicerie infondate, notizie false e mostri paurosi, invece di colpire diritti e libertà delle persone. Ma come ha già detto lui stesso, c’è un costo che noi tutti dobbiamo pagare.
“Qualcuno potrebbe credere che perdiamo diritti e libertà ma è per la vostra propria vita”
Il decreto dell’emergenza durerà fino alla fine di Aprile, ma Prayuth ha l’autorità legale di estenderla indefinitamente e le province meridionali sono da un decennio sotto lo stato di emergenza senza vederne la fine.
Si deve essere attenti non solo alla diffusione del coronavirus ma anche ad un possibile ritorno di una vecchia malattia che si chiama dittatura.
Pravit Rojanaphruk, Khaosodenglish