«Non possiamo bloccare l’ acqua per sempre. Più la manteniamo più si innalza. Abbiamo bisogno di aree che drenino l’ acqua per poterla farla fluire verso il mare.» ha dichiarato. Il governo ha fatto moltissimi sforzi per proteggere la capitale economica e politica della nazione deviando il flusso naturale con una serie di dighe e canali di scarico, ma il continuo arrivo di masse grandi di acqua spinge le barriere e ha fatto allagare i confini settentrionali ed orientali della capitale.
Le prime settimane di Yingluck Shinawatra, nuova alla politica con poca conoscenza dei ministri del suo governo, sono state segnate da una certa incertezza e da segni di cattiva organizzazione, mentre l’alluvione scende verso la capitale. E’ un evento, come alcuni esperti sostengono, che accade una volta in cento anni e che metterebbe a dura prova qualunque politico; inoltre la Yingluck si trova a fronteggiare delle divisioni tra i ministri, un conflito col governatore di Bangkok che appartiene al partito democratico all’opposizione, oltre la forte critica di una popolazione arrabbiata e impaurita.
«Supplico i media ora di mettere da parte la politica. Dobbiamo lavorare per restaurare il morale della gente» ha dichiarato mercoledì in modo molto emotivo alla stampa.
Piogge imponenti di tre mesi, oltre al rilascio di acqua dalle dighe nel nord, hanno creato massicci alluvioni che hannno inondato città, cancellato risaie e chiuso almeno 100 fabbriche, con un bilancio di più di 300 morti e miglioni di persone colpite e migliaia di sfollati.
Il costo economico è enorme non solo per la Thailandia ma per tutta la catena di fornitori, che sarà probabilmente colpita per vari mesi se non anni, nel campo dell’industria automobilistica e dell’alta tecnologia.
La Yingluck, sorella del premier in volontario esilio Taksin, si è trovata sin dal primo momento ad affrontare le domande su quanto fosse qualificata e autonoma come dirigente. Fu scelta da Taksin stesso come candidata leader del partito politico che lo sostiene e si pensa che sia stato lo stesso Taksin ad indicare i suoi ministri dal suo rifugio a Dubai, dove sta scappando da un arresto per abuso di ufficio, ma da dove continua ad esercitare il suo peso politico da persona ricchissima e popolare, dopo il golpe del settembre 2006 che lo cacciò dal governo.
Ma se la politica e la guida di Yingluck sono state dirette da Dubai, come molti credono, l’urgenza quotidiana dell’alluvione richiede una capacità di prendere decisioni veloci e specifiche che possono essere fatte solo sul campo, dice Thitinan Pongsudhirak della Chulalongkorn University. «Si mette alla prova il suo coraggio e di certo definirà le sue capacità direttive». Una delle sue capacità principali è di avere un buon temperamento che le permette di assorbire le critiche, ma forse le manca la risolutezza necessaria per guidare il branco dei ministri e prendere le decisioni difficili, aggiunge Thitinan. Le misure di stimolo fiscale, secondo il critico universitario, prese in seguito all’alluvione, forse copre le costose politiche populiste su cui ha condotto la sua campagna elettorale. Ma la ripresa forse supererà altri elementi controversi della sua agenda politica, come i proposti cambiamenti costituzionali e l’amnistia per i politici al bando dalla politica come suo fratello. I capi dell’industria hanno già detto che il periodo dopo l’alluvione non potrà vedere un aumento che aveva promesso della paga minima.
Gli sforzi grandi del governo di risparmiare Bangkok dall’alluvione, deviando il corso delle acque verso altre aree e l’attenzione sulla capitale piuttosto che il cuore nazionale, riflette un po’ della dicotomia nazionale delle proteste delle magliette rosse dello scorso anno, quando i membri della povertà della campagna furono portati fuori dal cuore della capitale dopo una sua lunga occupazione. Quel confronto ha sottolineato la divisione tra le due Thailandie che è emersa come una dinamica della vita pubblica della nazione.
«Salvare Bangkok a spese delle province circostanti è un riflesso della più vasta crisi politica e della disparità tra la capitale ed il resto della nazione» dice Thitinan della Chulalongkorn University. «Bangkok è cresciuta a spese del resto del paese, e la disparità si è accumulata negli anni. E qui abbiamo che si protegge Bangkok a spese delle province vicine.»
Qualunque sia la loro posizione politica, dice Thitinan, la battaglia per salvare la città dimostra che il ricco centro urbano è la priorità sia del governo che dell’opposizione.
dal New York Times, Seth Maydanns