Il personaggio più famoso e amato della democrazia birmana, Aung San Suu Kyi, molto probabilmente parteciperà alle elezioni intermedie per il suo partito, NLD, che si avranno nei prossimi mesi.
Si ricorda che Aung San Suu Kyi fu liberata dopo anni di arresti domiciliari lo scorso fine novembre, e quindi nelle elezioni scorse non potette partecipare in quanto la legge elettorale, allora in vigore, impediva ai detenuti di prendere parte alle consultazioni, costringendo i partiti a sostenere l’attuale costituzione e a non volerla emendare.
Il risultato fu che uscì un governo civile formato di ex militari in un parlamento a forte maggioranza dei partiti di sostegno del governo.
La legge ora è stata cambiata in modo tale da dare la possibilità alla Aung San Suu Kyi ed il suo partito di partecipare, facendo un po’ seguito ai colloqui avvenuti tra l’icona della democrazia birmana e l’attuale governo e ad alcune aperture verso la democrazia tra le quali la liberazione di alcuni prigionieri politici.
Il partito dovrà decidere cosa fare in questi giorni, se registrarsi come partito e se partecipare alle elezioni. Un portavoce del NLD Nyan Win ha dichiarato che probabilmente NLD si registrerà e Aung San Suu Kyi Suu Kyi parteciperà alle elezioni in cui ci sono 40 rappresentanti da eleggere.
Mentre sono molto di più le cose immutate che i passi concreti verso la democrazia, questa apertura è stata ben presa sia dagli USA che dal ministro indonesiano agli esteri che presiede l’ASEAN.
Il segretario di stato americano Hillary Clinton ha affermato che la Birmania sta facendo dei progressi reali verso le riforme ma che ne stanno ancora molti altri da fare quale la liberazione di tutti i detenuti politici, dando eco alle dichiarazioni di altri diplomatici americani secondo i quali ci sono reali cambiamenti sul terreno.
Gli USA sostengono questi primi sforzi di riforma e vogliono vedere la piena partecipazione della gente alla vita politica. Ovviamente in ballo ci sono le sanzioni ancora in vigore contro il governo birmano e la presidenza di turno per il 2014 che è stata chiesta dalla Birmania, richiesta che fu posta, forse a malincuore, in attesa per verificare i progressi fatti nella democratizzazione.
A fine ottobre il ministro degli esteri indonesiano, Natalegawa, si è recato in Birmania ed ha avuto consultazioni anche con Aung San Suu Kyi.
«Se mi chiedete se sosterremo la Birmania nel prossimo summit a Bali, ho paura di non poter dire né si né no. Ma se mi chiedete quale impressione abbia della Birmania a Novembre rispetto a luglio o a maggio scorsi, mi sento più positivo poiché ho visto questa traiettoria di sviluppi positivi.»