Il 7 e 8 dicembre i governi della Thailandia, Cambogia, Laos e Vietnam si incontreranno per decidere probabilmente se la costruzione della controversa diga sul corso del fiume Mekong a Xayaburi andrà avanti.
La diga è in territorio laotiano, ma gli impatti ambientali sono tutti a carico della Cambogia e del Vietnam. Di chi è la responsabilità? La diga produrrà un significativo calo del pesce che non potrà più migrare contro corrente nei loro territori naturali di crescita, privando la gente nella regione di una importante fonte di alimenti e di lavoro. Impedirà, inoltre, la diga alle sostanze nutrienti e ai sedimenti di viaggiare lungo il corso del fiume verso i contadini che coltivano il riso ed altri raccolti in Cambogia e nel Delta del Mekong. Le impronte digitali della Thailandia sono dappertutto in questa vicenda.
Se il Laos è seriamente intenzionato a costruire la diga, la prima di una decina che prevede per il grande fiume, la Thailandia è il suo principale complice in questa controversia. Non solo la Thailandia acquisterà il 95% dell’energia prodotta, ma sono le compagnie thailandesi a costruirla e quattro banche thailandesi a finanziare il progetto: senza la Thailandia questo progetto non esisterebbe nemmeno.
Quando è compiuto il furto in una banca, chiunque abbia pianificato il furto è ritenuto responsabile, ed il giudice non solo punirà chi teneva la pistola ma anche chi ha fatto il palo o abbia avuto un ruolo. E’ un’importante analogia che si adatta all’incontro di questa settimana.
La Thailandia si da da fare per progettare, costruire, pagare e decidere come usare l’elettricità di questa diga, proprio come nell’esempio della rapina in banca. Chi è responsabile?
Come riporta il Bangkok Post in un suo articolo domenicale, il ministro delle risorse naturali e dell’ambiente ha annunciato: “Il Laos ha il diritto di costruire la diga dal momento che si trova nel suo territorio. Non ci opporremo al progetto. Ma se ci sono impatti ambientali il governo laotiano deve assumersi le responsabilità.”
La Thailandia sta rigettando la responsabilità per l’impatto della diga anche se sarà lei a raccogliere tutti i benefici: è una posizione che non va d’accordo con la legge internazionale. Il Bacino del Fiume Mekong è una risorsa condivisa tra le quattro nazioni, e i pericolosi impatti della diga di Xayaburi attraverseranno le frontiere della Cambogia e del Vietnam. Benché la diga sia in territorio laotiano, le decisioni sono ben dentro il controllo della Thailandia. La Thailandia potrebbe ancora essere “colpevole” se la diga va avanti. La legge si applica anche ai governi.
Due recenti analisi della compagnia legale, Perkins Coie, spiegano gli obblighi legali dei governi del Mekong sotto la giurisdizione della legge ambientale internazionale e dell’accordo del 1995 tra le nazioni del basso bacino del Mekong. Tutti e quattro i governi hanno i seguenti obblighi tra cui che vanno all’incontro del 7 e 8 dicembre prossimo. Vediamoli.
L’accordo del 1995 impegna tutti e quattro i governi a cooperare sull’uso del bacino del fiume in un moto che sia di mutuo beneficio. Proibisce alle nazioni del bacino del Mekong l’uso che sia di pericolo per le altre nazioni.
La corte internazionale di giustizia riconosce che sotto la legge internazionale, i governi hanno un dovere per prevenire il danno transfrontaliero e di condurre studi di impatto ambientale transfrontaliero se il progetto potrebbe avere un impatto significativo su una risorsa condivisa. Finora, nessun studio di impatto transfrontaliero è stato condotto.
La Convenzione sulla Diversità Biologica obbliga i governi a proteggere la biodiversità e le specie in pericolo del Mekong che sarebbero seriamente minacciato dalla diga: sono decine le specie di pesce migratorio a rischio. Se la diga va avanti e Cambogia e Vietnam chiedono gli indennizzi per i danni causati, hanno una grande opportunità sia contro il Laos che contro la Thailandia.
La posta è alta. Idealmente i quattro governi ragioneranno sul futuro del Bacino del Fiume Mekong e soddisfaranno i loro obblighi derivanti dalla legge internazionale. La giusta decisione è di riconoscere che un Fiume Mekong in salute potrebbe portare benefici a tutti i cittadini della regione per le generazioni a venire.
La posizione thailandese dal BangkokPost.
La Thailandia non si opporrà alla costruzione della diga a Xayaburi, ma Vientiane deve assumersi la responsabilità se il progetto causerà un danno ambientale, così dice il ministro thailandese Preecha Rengsomboonsuk che afferma di trattare il problema come un affare interno al Laos in cui Bangkok non ha diritto di interferire. “Il Laos ha diritto di costruire la diga che è localizzata nel suo territorio. Non ci opporremo al progetto. Ma se ci sono danni ambientali il governo laotiano deve assumersi la responsabilità.” aggiungendo “Invieremo al governo laotiano tutte le preoccupazioni dei gruppi locali verso il progetto.”
La posizione thailandese era stata chiarita ad un incontro del Comitato Nazionale Thailandese del Mekong presieduto dal ministro e sarà trasmessa a tutti i partecipanti della Commissione del Fiume Mekong (MRC) nell’incontro a Siem Reap dove la diga è l’argomento principale della discussione.
Secondo la Commissione MRC i progetti che possono avere impatti transfrontalieri devono aver concluso il progetto di consultazione con gli altri membri prima che possa essere iniziato. Il processo era stato concluso il 22 di aprile con differenti punti di vista da parte Thailandese, Vietnamita e cambogiana. La Cambogia voleva vedere più studi in modo che il governo Laotiano possa implementare misure di mitigazione contro gli impatti ambientali. Il Vietnam chiese la sospensione di dieci anni del progetto, mentre per la Thailandia il progetto poteva essere portato avanti con “forti cautele” sugli impatti ambientali.
Il Laos affermava di aver già tenuto in grande considerazione tutte le preoccupazioni e di recente ha detto che il progetto sarebbe andato avanti dalla fine dell’anno citando la completezza del processo di consultazione.
Il progetto produrrà elettricità per la Thailandia e per l’ente nazionale Thailandese come unico compratore per il 2019 per un valore di 1260 megawatt. La ditta costruttrice è la thailandese Ch Karnchang Co e ci sono quattro banche thailandesi come finanziatori.
La coordinatrice di International Rivers thailandese, Pianporn Deetes, ha detto di essere delusa dalla posizione del governo thailandese sulla diga di Xayaburi dal momento che non era di interesse pubblico. “Non credo la Thailandia vorrà negare le sue responsabilità visto che investe nel progetto e compra l’elettricità. Noi continueremo la nostra campagna contro il progetto. Se si costruisce sempre più dighe seguiranno e alla fine scomparirà la biodiversità lungo il fiume”.