L’assenza di avvisi di alluvione, l’alta marea, l’oscurità e il falso senso di sicurezza si è dmostrato disastroso per la popolazione del nord di Mindanao quando il tifone Sendong l’ha raggiunta questo fine settimana.
Ed a questi dobbiamo aggiungere il diboscamento illegale, la rapida urbanizzazione e l’estrazione mineraria a rendere ancora più mortale il risultato finale per i residenti di Cagayan de Oro e Iligan. Interi villaggi distrutti, case abbattute, ponti interrotti con una cifra ancora parziale di 711 morti a Mindano, mentre altre centinaia mancano ancora all’appello.
Secondo la Croce Rossa ci sono voluti una cominazione di fattori a creare la tragedia. «E’ insolito per Mindano che le piogge di un mese siano cadute in poche ore, quando la gente dormiva, colpendo particolarmente le piantaggioni di ananas che non tendono ad assorbire l’acqua, con la marea alta e i corsi d’acqua pesantemente inquinati. Non ha precedenti ed ha sopraffatto tutti.» ha dichiarato Gwendolyn Pang della Croce Rossa.
A Cagayan si sono recuperati 474 corpi e 482 ancora dispersi; ad Iligan sono 214 i morti, 15 a Bukidnon, 5 nella valle di Compostela. Il governo e la Croce Rossa hanno fatto richiesta di aiuto per cibo, indumenti e alloggi mentr sono 35 mila almeno le persone nei centri di evacuazione, mentre i militari sono ancora alla ricerca di altri corpi. Noynoy Aquino volerà nella zona martedì prossimo.
Secondo Nereus Acosta, consigliere del presidente per l’ambiente ha detto che la deforestazione dei bacini che alimentano i più grandi fiumi di Mindano ha peggiorato moltissimo la situazione a Lanao e Bukidnon.
Con pochi alberi a trattenere le acque e prevenire le erosioni, il flusso di acque verso la pianura è diventato sempre più forte e distruttivo. Secondo Acosta anche l’estrazione mineraria illegale in piccola scala ha dato una mano alla tragedia, causando vicino alle città una maggiore sedimentazione nei fiumi, città che non sono state affatto aiutate dalla topografia dei luoghi: aree basse con ridotta capacità di assorbire flussi alti di acqua proveniente dalle aree a monte del fiume.
Una situazione, quella di Cagayan de Oro, peggiorata anche dalla rapida urbanizzazione che sottrae aree di deflusso per le acque e che ha prodotto una maggiore sedimentazione le fiume Cagayan stesso.
Acosta ha notato anche che, in questo periodo dell’anno, i tifoni generalmente proseguono verso nord per scaricarsi sulle Visayas e Luzon e quindi non sono una minaccia, ma questa volta Sendong ha sorpreso le autorità preposte con le sue piogge torrenziali che sono state compiacenti mentre il fiume Cagayan non ha sistemi di allerta per predire lo straripamento. Nel passato ci sono state inondazioni sempre a Natale ma nessuno è morto.
Secondo il sistema meteo filippino, le piogge trasportate da Sendong erano inferiori a quelle del più grosso Ondoy che mise quasi tutta Manila sotto l’acqua: ai 300 millimetri in sei ore a Manila con l’Ondoy questa volta sull’aeroporto di Misamis sono caduti 180 mm in 24 ore, che comunque sono sempre una quantità straordinaria di cui però non è stato mai dato un avviso alla popolazione, nonostantel’organo ufficiale avesse dato avviso sia sul passaggio della tempesta che sulle aree affette che sui volumi attesi di pioggia.
«Non erano preparati per questo livello o per l’intensità della tempesta poiché questi luoghi non hanno vissuto mai i livelli di tifoni come a Luzon.». Infatti non sono state fatte riunioni preparatorie nei vari centri provinciali.
«Il miglior modo per ridurre i rischi è di ecucare la gente sugli effetti dei cambiamenti climatici nella loro lingua e comunicare loro che possono contribuire a ridurre i rischi del disastro. La gente deve essere informata e deve sapere oltre che essere addestrata.» ha dichiarato la Croce Rossa.
La portavoce del presidente Abigail Valte ha detto che il governo valuterà la situazione e considererà anche le responsabilità per la perdita così grande di vite umane, ma per il momento il focus si mantiene sull’aiuto alle vittime. Ha anche riconosciuto che ci sono stati rapporti conflittuali sulla tempistica degli avvisi ma è anche vero che per il Palazzo gli avvisi sono giunti già il 14 dicembre
Per evitare che la gente rimana a casa in questi momenti, come sembra sia accadto, sono in molti a richiedere l’intervento della polizia e dell’esercito per prevenire perdite di vita umana.
Ad Iligan sono stati messi in salvo 10 persone disperse in mare per almeno 30 ore, mentre la guardia costiera ammetteva che nella stessa zona erano ancora presenti molti corpi di persone morte. In molti hanno organizzato pattugliamenti nel mare per la ricerca di altri diapersi e di corpi. Ancora 447 abitanti di Iligan ancora mancano all’appello.
A Bukidnon sono 15 i morti e dozzine di altri dispersi
Il disastro ha innescato anche una crisi di acqua potabile a causa di moltissimi smottamenti e frane. Si segnalano file per l’acqua potabile e la necessità di avere toilette portabili nei centri di evacuazione. Molti aiuti stanno piano piano arrivando nella zona, come cibo, sistemi per acqua potabile, bottiglie di acqua.
Sendong nel frattempo con i venti a 80 km per ora sta andando oltre Palawan e dovrebbe uscire domenica sera dalle Filippine.