La ricerca di corpi dopo l’alluvione Sendong causato dalla depressione fa crescere il costo in termini di vite umane fino a 1500, con Cagayan de Oro che ne conta almeno 891 e Iligan a 451.
La maggioranza dei corpi sono ancora non identificati e tanti sono stati ritrovati in mare aperto fino a 100 chilometri di distanza nel mezzo anche dei tanti alberi diboscati da poco sulle colline di Mindanao. La ricerca da parte di unità della guardia costiera è stata sospesa a causa anche delle acque troppo fangose. “Non serve a nulla fare immersioni se non si riesce a vedere nulla” ha dichiarato il capo della Protezione Civile Ramos.
Sendong ha rilasciato in dodici ore l’acqua di almeno un mese facendo crollare, così sembra, alcune piccole dighe attorno al Cagayan River portando il conto delle persone scomparse ad un numero non ancora calcolato.
Più di 60 mila profughi dei villaggi colpiti dal tifone hanno passato un natale misero nelle scuole affollate , mentre l’ONU ha lanciato un appello urgente per l’arrivo di almeno 30 milioni di dollari per aiutare tutti i dispersi e profughi, la metà della popolazione di Cagayan e Iligan.
Il presidente Noynoy Aquino aveva già messo al bando le operazioni di deforestazione in seguito ad altre inondazioni che gli esperti adducevano alla deforestazione selvaggia del territorio. In occasione dell’alluvione Sendong ha ordinato anche un’indagine approfondita per accertare le responsabilità del riatrdo dei soccorsi e delle cause di questo enorme spreco di vite umane.
Un altro aspetto che ha causato questo alto numero di vittime è il dato cronico, per le tutte le nazioni in via di sviluppo, delle costruzioni abusive lungo i fiumi come più volte denunciato dalle organizzazioni internazionali e come già visto nel caso del Ondoy a Manila lungo il fiume Marikina. Tantissime costruzioni, o meglio, capanne abusive sono state costruite lungo i fiumi che sono cresciuti inaspettatamente durante la notte anche a causa, sembra, di un crollo di alcune mini dighe lungo il corso del Cagayan River.
Sul lato del versante politico, da parte loro, le industrie minerarie rigettano le accuse rivolte alle loro industrie e chiedono una legislazione unificata tra le attività minerarie in piccolo e grande stile, in quanto a loro dire il vero danno è causato dalle piccole attività minerarie che non devono richiedono l’autorizzazione del ministero centrale ma solo a livello locale, e che spesso la fanno franca nel violare la legge.
Nelle operazioni di soccorso è anche intento lo stesso Partito Comunista Filippino che ha dichiarato localmente un cessate il fuoco unilaterale ( a livello nazionale ha rigettato l’invito di Noynoy ad un cessate il fuoco, dichiarandone uno di sei giorni nelle vicinanze del natale del primo dell’anno) e ha invitato i suoi affiliati a darsi da fare negli aiuti alla popolazione. Il portavoce Ka Madlos ha dichiarato che ricercheranno fondi per le vittime dalle compagnie delle grandi piantagioni di ananas e banana. “Alcuni sono sordi ai nostri richiami e questo sarà utile in fase di decisione su chi punire per questa distruzione”.
RIFORESTARE, Inquirer.net
Negli ultimi 40 anni la nazione è stata colpita da alluvioni distruttivi tra i quali l’inondazione del 1972 a Luzon, ad Ormoc nel 1991, Bicol nel 2006, Manila con l’Ondoy e ultimamente a Iligan e Cagayan. In un decennio tra il 2000 e 2010 si sono avute 27 alluvioni e 17 frane colpendo più di un milione e mezzo di persone ogni anno e distruggendo raccolti ed infrastrutture per il valore di decine di milioni di peso ogni anno. In tutti questi casi la deforestazione è stata una delle cause principali: nude montagne, foreste scomparse e nudi bacini permettono lo scorrere libero delle acque e l’allagamento delle piane.
Certo non era così prima. Per migliaia di anni la terra era quasi completamente coperta di foreste pluviali. Dopo più di tre secoli di colonialismo spagnolo le foreste coprivano il 70% delle terre, ma la scomparsa delle foreste continuò durane il periodo americano e si accelerò negli anni 60 e 70 quando tante ditte di legname fecero la propria fortuna nel volgere di pochi anni
Agli inizi del periodo americano nel 1900 la nazione aveva 21 milioni di ettari di antiche foreste che coprivano il 70% del territorio. Ora la percentuale è scesa al 7%, un risultato che è la conseguenza della più rapida deforestazione al mondo, secondo il ricercatore L.R. Heany.
Un modo per fermare la deforestazione rapida è mettere al bando il taglio del legname, ed il governo ha fatto la cosa giusta imponendolo nel febbraio 2011. Nei fatti però non è stato mai fortemente applicato tanto che il legname tagliato è potuto rotolare giù per le colline di Mindano fino a mare come tante foto hanno mostrato.
Un altro modo per porre dei rimedi è di riforestare e il palazzo presidenziale, il 22 dicembre ha annunciato la ripresa di un progetto milionario per restaurare le foreste pluviali di Budkidnon e lago Lanao, la sorgente di acqua di sei fiumi di Mindanao. Il progetto fa parte dl programma Ambientale delle risorse integrate (INREM) del valore di 7 miliardi di peso che dovrebbe essere approvato resto. Concepito nel 2007 gli sarà data la priorità massima per essere approvato quanto prima. In passato non partì a causa della mancanza di finanziamenti governativi. Ora il governo avrà anche accesso a fondi di partner esteri.
Il consigliere presidenziale Acosta ha detto che 4 miliardi saranno finanziati dalla Asian Development Bank e da altre aagenzie di aiuto estere per la riforestazione delle aree di Bukidnon e Lanao e prevenire il ripetersi di alluvioni e fornire anche il necessario sostentamento alle persone che hanno perso lavoro e aziende.
L’amministrazione deve porre volontà politica e dar luogo quanto prima ad un programma di riforestazione che copra tutte le aree fortemente danneggiate nello stato, osservando anche progetti locali di riforestazione imparando e adottando quanto di giusto già fatto, quale per esempio il progetto a Penablanca a Cagayan.
Un altro progetto è il programma ANR, rigenerazione naturale assistita, a Bohol. La riforestazione “tradizionale” coinvolge di solito il piantare in aree deforestate alberi giovani al costo di 33 mila peso ad ettaro, cifra che secondo quelli del progetto ANR è estremamente onerosa.
Ci sono già programmi, fondi e manodopera, ed ulteriori finanziamenti possono aversi da privati e agenzie nazionali e straniere. Manca solo la volontà politica di cominciare il progetto e sostenerlo.
Un programma massiccio di riforestazione deve avere la priorità massima e gli alluvioni passati di Ormoc, Manila e Mindanao devono spingere il governo a cominciare subito il progetto.