Mentre continua l’insorgenza e il suo tragico carico di morti nelle province meridionali thailandesi sulla frontiera malese, con oltre 5200 morti e oltre diecimila feriti come già detto in vari articoli precedenti, ci sono anche iniziative differenti come questa, di cui scrive su IPS Marwaan Macan-Markar, legato al mondo della scuola nel meridione thailandese nei villaggi sperduti delle province di Narathiwat, Pattani e Yala.
Di fronte all’ideologia del nazionalismo thailandese, che a Bangkok sta riempendo le carceri di persone accusate per lesa maestà, un esperimento di insegnamento in lingua locale Yawi, uno dei tanti dialetti malay, fa capire uno dei punti principali del processo di pace è riconoscere l’identità culturale e linguistica diversa dell’Altro.
Le lezioni dell’insorgenza malay musulmana di Marwaan Macan-Markar
La giornata degli insegnanti, che in Thailandia cade il 16 gennaio, quest’anno è stata un giorno molto sobrio nelle inquiete province meridionali, dove è ancora bruciante il ricordo di 155 docenti uccisi negli scorsi otto anni di insorgenza condotta dai separatisti Malay Musulmani. Tuttavia, questo spaventoso dato, che ha posto questa nazione del Sudest Asiatico tra le quattro nazioni al mondo più pericolose per “assassini di docenti” in uno studio dell’ONU, non ha atterrito i docenti di tutte le scuole pubbliche della comunità Malay Musulmana, la minoranza più grande nella nazione a predominanza buddista.
Questi docenti, mettendo a rischio la propria vita, hanno giocato un ruolo importante in una iniziativa innovatrice: l’istruzione bilingue in un gruppo di scuole pubbliche poste in villaggi remoti delle province di Pattani, Yala e Narathiwat, patria dei musulmani malay, vicino al confine con la Malesia.
Questa lezione lunga quattro anni di speranza che copre quasi 300 bambini nella scuola primaria, ha dimostrato che gli studenti malay musulmani, che hanno ricevuto l’insegnamento della matematica di base e delle scienze sociali nel loro proprio dialetto, ottengono migliori risultati degli studenti Malay musulmani costretti a studiare la stessa lezione in lingua thai.
“Questo miglioramento è stato più vasto di quanto ci attendessimo, è spettacolare” dice Kirk Person, un direttore del Summer Institue of Linguistic, un network statunitense che promuove lo sviluppo delle lingue delle minoranze etniche e lavora con l’Università Mahidol di Bangkok nel condurre questo sforzo. Come conseguenza di questo successo, l’esperimento sarà esteso ad altre 15 scuole ha riferito Person a IPS. “Saranno anche nei villaggi lontani dove gli studenti Malay Musulmani e gli insegnanti parlano e insegnano nel loro dialetto malay del posto.”
Questa piccola crepa nel sistema educativo mantenuto sotto la morsa del nazionalismo thailandese sta conquistando il sostegno del SBPAC (Centro amministrativo delle province della frontiera meridionale), una autorità locale potente incaricata di trovare una soluzione al conflitto che pone le forze del governo contro un groviglio oscuro di separatisti musulmani.
“Vogliamo che più scuole pubbliche usino il Malay nelle loro classi” dice in un’intervista Piya Kijthaworn, vice segretario generale del SBPAC. “Forse non contribuisce direttamente alla pace, ma permetterà alla gente di esprimersi, cosa importante per la loro identità.”
Mentre una tale apertura è ben accetta dagli educatori malay, non sono altrettanto ottimisti sul fatto di determinare un cambiamento nelle 1640 scuole governative della provincia che sono rigidamente fedeli al curriculum di Bangkok e che insistono nel considerare il Thailandese come il solo mezzo di istruzione.
“I governi Thailandesi non accettano ancora l’uso della lingua locale Malay come lingua di lavoro per la gente del meridione anche se è la loro lingua madre. Il governo ha bisogno di essere aperto sull’uso del Malay da parte dei locali poiché è parte della loro entità.” dice Abd Shakur Dina, assistente nella gestione della Chariyathsuksa Foundation School. “Il punto da cui iniziare è il sistema scolastico. Gli studenti renderanno meglio se possono studiare le scienze, la matematica, gli studi sociali ed altre materie nella loro lingua madre. I bassi risultati che continuano ad ottenere sono dovuti a questo problema.”
Questo punto di vista fu introdotto da uno statista thailandese di lungo corso. Il governo dovrebbe rendere lo Jawi, il dialetto malese dei musulmani del posto, una “lingua ufficiale” nel sud, fu quello che uscì dai risultati di una ricerca condotta da una commissione di riconciliazione nazionale promossa dal governo guidato dal primo ministro Anand Panyarachum. Quella raccomandazione fu abbattuta da Prem Tinsulanonda, un ex comandante dell’esercito che guida un potente gruppo di consiglieri del Re: “Il paese è Thai e la lingua è il Thai… Dobbiamo essere fieri di essere Thai e dobbiamo avere il Thai come unica lingua nazionale.” disse allora Prem.
E’ questa opposizione all’identità culturale e linguistica della minoranza malay musulmana negli spazi pubblici ad essere alla radice del conflitto. Le scuole pubbliche di conseguenza sono diventate la linea di faglia in questa disputa etnica. Le scuole pubbliche sono l’obiettivo del gruppo attuale degli insorti allo stesso modo in cui una generazione precedente fece negli anni 60 e 70.
Le scuole sono considerate agenti di una politica di assimilazione thailandese che costringe i Malay Musulmani a prendere nomi Thai e imparare la lingua Thailandese.
Il conflitto ha radici nell’annessione delle tre province meridionali nel 1902 da parte del Siam, come era chiamata allora la Thailandia. Queste province erano fino all’annessione parte del regno malay musulmano di Patani, ora in Malesia. L’attuale ciclo di violenze, che durano dal gennaio 2004, ha comportato 5200 morti e oltre diecimila feriti tra i quali imam, insegnanti, burocrati e capi di comunità. Mentre i monaci buddisti, soldati e poliziotti sono stati anche degli obiettivi, la maggioranza delle vittime sono musulmane.
Le truppe thailandesi armate di tutto punto sono state additate per una serie di violazione dei diritti umani, dall’arresto arbitrario alla tortura ai crimini extragiudiziali alle morti sotto la custodia militare di 78 uomini e ragazzi malay.
L’insorgenza non è stata completamente inutile ed ha costretto il governo ad ascoltare le richieste musulmane.
“La scalata del conflitto ha aperto lo spazio per la considerazione di istanze culturali da parte del governo thailandese. L’educazione bilingue nelle scuole pubbliche sarebbe stato impossibile nel passato” diceva Rungrawee Chalermsripinyorat, un analista thailandese per International Crisis Group.