La piccola isola, città stato di Singapore, casa per poco più di 5 milioni di abitanti, è molto conosciuta per essere un centro della finanza, del golf e degli studi legali famosi. Eppure dietro questa facciata idilliaca sembra brulicare di armi.
Secondo l’Istituto di Ricerca della pace di Stoccolma, la quinta nazione al mondo come importatrice di armi, dopo Cina, India, Pakistan e Corea del Sud, è proprio Singapore che rappresenta il 4% della spesa totale mondiale in armamenti. Dopo gli USA, Israele e Kuwait, Singapore ha la quarta spesa procapite al mondo e quest’anno Singapore dedicherà alle armi 9,7 miliardi di dollari cioè il 24% del suo bilancio.
Sono cifre incredibili ma Singapore, sin dalla sua separazione dalla Malesia nel 1965, è sempre stata uno degli stati più spendaccioni. Il vero punto di svolta ora è che quasi ogni stato della regione si è imbarcato in progetti di spesa simili facendo diventare il sudest asiatico la regione dove crescono più in fretta le spese militari nel mondo. Se si considerano tutte insieme le nazioni della regione, la psesa della difesa è salita lo scorso anno del 13,5% a raggiungere i 24,5 miliardi di dollari. Per il 2016 le proiezioni parlano di 40 miliardi di dollari. La Malesia, secondo l’agenzia di Stoccolma, nel periodo 2005-2009 ha visto un aumento di otto volte la sua spesa militare rispetto al quinquennio precedente, mentre quello indonesiano è cresciuto dell’80% nello stesso periodo.
Per la prima volta nella storia moderna, la spesa militare asiatica è destinata a superare quella europea, secondo Istituto Internazionale per gli Studi Strategici di Londra, con la Cina che raddoppia il suo bilancio della difesa ogni cinque anni e l’India che ha annunciato un incremento del 17% della spesa militare a raggiungere il 40 miliardi di dollari.
Alcune spese nazionali per la difesa sono state giustificate anche da fenomeni di insorgenza nazionale, anche se non ci sono stati per decenni conflitti aperti tra stati. Resta comunque un certo attrito tra Singapore e la Malesia e tra Singapore e Indonesia, ma resta molto difficile immaginare l’eruzione di un conflitto aperto armato se non tra Cambogia e Thailandia che occasionalmente si sono scambiati colpi di artiglieria nella zona di contesa del tempio di Preah Vihar.
Sembra che tutti i paesi stanno sfruttando il successo economico per aggiornare la loro difesa che aveva visto negli anni della crisi finanziaria asiatica del 1997 98 un rallentamento netto della spesa con un armamento che era già vecchio. Ora con crescite annue del 6 o 7% e con bilanci più corposi i vari paesi hanno intrapreso un percorso di modernizzazione, piuttosto che una corsa alle armi, come sostiene Bill Edgar dell’IHS Jane.
Se si considera l’Indonesia, lo Tsunami che devastò il paese nel 2004 mise allo scoperto anche i punti deboli delle forze armate indonesiane, dimostratesi mal preparate e demoralizzate, ridotte a puri spettatori di fronte alla presenza soverchiante, sul piano degli aiuti, da parte del trasporto aereo e della marina americani ed australiani per il rifornimento degli aiuti e la ricerca delle vittime nella distrutta provincia di Aceh. Da allora il nuovo presidente indonesiano Yudhoyono si prese, oltre all’umiliazione personale in quanto generale, il compito di modernizzare le forze armate del paese come una priorità.
Quest’anno l’Indonesia spende 8 miliardi di dollari, cifra piuttosto modesta per un paese di 240 milioni di abitanti che spendeva però nel 2006 2,6 miliardi di dollari. Ha acquistato aerei americani e russi, navi per la marina e parti di ricambio per i suoi C130. A gennaio l’Indonesia ha firmato un accordo con la Germania da 1,1 miliardi di dollari per 3 sottomarini mentre in parlamento is discute se acquistare 100 carri armati leopard dall’Olanda. Il presidente vuole inoltre migliorare le condizioni di vita dei soldati con paghe più alte.
A questa corsa verso la spesa militare più elevata concorrono anche calcoli politici nazionali. In nazioni dove i militari sono presenti nel dibattito politico, i politici usano grandi bilanci della difesa per comprarsi i favori delle forze armate, e la Thailandia ne è un esempio eclatante. Singapore però ha una sua motivazione. E’ la sola nazione della regione che ha una propria industria bellica sofisticata, ed è risaputo che Singapore vende armi a paesi in via di sviluppo, conquistando però anche alcune commesse da parte dei paesi occidentali. La ST Engineering, la sola industria bellica del Sudest Asiatico tra i primi cento nel catalogo del SIPRI, ha venduto 100 pezzi del suo veicolo di trasporto truppe alla Gran Bretagna per il suo dispiego in Afganistan.
Inoltre ci sono preoccupazioni di ordine strategico che hanno il loro peso. Per la ricchezza di Singapore sono vitali i corridoi di mare che portano allo stretto della Malacca. Inoltre la lontananza degli USA dalla regione nello scorso decennio ha posto qualche paura, come pure la presenza crescente della marina cinese.
Ci sono anche preoccupazioni strategiche per quelle nazioni coinvolte nella disputa del Mare Cinese Meridionale dove la ferma posizione cinese ha provocato un incremento della spesa in paesi come il Vietnam che di recente ha ordinato 6 sottomarini alla Russia e che prevede di comprare altre fregate e corvette. Le Filippine del Presidente Aquino ha per esempio raddoppiato la spesa militare fino a 2,4 miliardi di dollari.
Ovviamente anche con questi sottomarini e con nuovi aerei da combattimento, Vietnam e Filippine di certo non possono contendere con la Cina se si dovesse arrivare ad un confronto armato. Ma potrebbero forse spinger la Cina a riflettere un po’ di più prima di provare qualcosa e forse servono a prendere tempo prima che gli USA presumibilmente possano arrivare in soccorso.
La spesa militare nel SEA, Economist
I più grossi esportatori di armi al mondo
Posizione 2011-2011 | posizione 2010-2010 | fornitore | 2011 | ||
1 | 1 | 1 | USA | 9984 | |
2 | 2 | 2 | Russia | 7874 | |
3 | 6 | 6 | France | 2437 | |
4 | 4 | 4 | China | 1356 | |
5 | 3 | 3 | Germany (FRG) | 1206 | |
6 | 5 | 5 | UK | 1070 | |
7 | 8 | 8 | Italy | 1046 | |
8 | 12 | 12 | Spain | 927 | |
9 | 7 | 7 | Sweden | 686 | |
10 | 11 | 11 | Netherlands | 538 |
I più grandi importatori
Posizione 2011-2011 | Posizione 2010-2010 | Importatori | 2011 | 2011-2011 | |
1 | 1 | India | 3582 | 3582 | |
2 | 3 | Australia | 1749 | 1749 | |
3 | 2 | Pakistan | 1675 | 1675 | |
4 | 54 | Morocco | 1558 | 1558 | |
5 | 14 | UAE | 1444 | 1444 | |
6 | 4 | South Korea | 1422 | 1422 | |
7 | 10 | China | 1112 | 1112 | |
8 | 5 | Saudi Arabia | 1095 | 1095 | |
9 | 18 | Turkey | 1010 | 1010 | |
10 | 34 | Viet Nam | 1009 | 1009 |