La coalizione malese del Fronte Nazionale al governo si trova sulla difensiva dopo che la polizia ha represso una manifestazione largamente pacifica di Bersih 3.0 del 28 aprile tenutasi nella capitale per chiedere una riforma delle leggi elettorali.
La vasta partecipazione popolare e la percepita cattiva gestione della manifestazione probabilmente avranno l’effetto di spingere più in là nel tempo le prossime elezioni, attese per giugno, mentre il primo ministro Najib affronta le conseguenze.
Sono circolate molto i racconti e le immagini dei manifestanti assaltati dalla polizia , cose che hanno suscitato le proteste per l’eccessivo uso della forza da parte dei gruppi dei diritti umani in tutto il mondo. L’ordine degli avvocati malese ha condannato la violenza contro dimostranti disarmati mentre allo stesso tempo i gruppi dei media hanno espresso le loro preoccupazioni sul fatto che i giornalisti che documentavano le scene della brutalità della polizia siano stati presi di mira. Comunque l’agenzia AP riportava le cifre ufficiali secondo cui 3 manifestanti e 20 poliziotti erano stati feriti.
La manifestazione era stata indetta ed organizzata da Bersih 3.0, una coalizione indipendente di gruppi della società civile che chiedono libere ed eque elezioni, in previsione di elezioni anticipate improvvise, per dare voce alle denunce sull’integrità del processo elettorale, votanti fasulli e denunce che anche cittadini stranieri erano stati incluse nelle liste elettorali.
I rappresentanti di Bersih 3.0 credono che tali irregolarità hanno permesso alla coalizione al governo e all’UMNO di vincere le passate elezioni e mantenere la presa del potere sin dall’indipendenza dal giogo coloniale.
Ovviament il governo ha difeso il modo in cui la polizia ha gestito la manifestazione ed il ministro dell’interno affermava che la polizia ha agito in modo professionale e che invece i manifestanti, nonostante fosse stata data loro la possibilità di radunarsi pacificamente, avevano forzato l’entrata nella Piazza Dell’Indipendenza.
In precedenza la Polizia con un ordine del tribunale aveva chiuso la piazza con il filo spinato e barricate per impedire che la folla entrasse nel cuore simbolico di Kuala Lumpur. Si temeva in alcuni quartieri che una manifestazione nel verde avrebbe potuto portare allo stabilirsi di un accampamento in stile da Primavera egiziana.
Finora Najib vuol fare intendere che i suoi programmi di governo e di trasformazione economica, iniziative di larga base mirate verso aree chiave di preoccupazione economica, porteranno le trasformazioni del paese verso una nazione sviluppata ad alto reddito per il 2020. Attualmente la Malesia dipende molto sull’importazione di lavoro a basso prezzo che ha tenuto basse le paghe dei lavoratori malesi con la conseguente lotta per la sopravvivenza a causa del costo crescente dei prezzi.
Dopo la repressione gli analisti politici affermano che il programma politico di Najib ha di fronte un problema di credibilità. “Molti abitanti delle città semplicemente non comprano quello che lui vuol vendere. Si è andati oltre la richiesta di elezioni pulite.” dice un analista. L repressione potrebbe far sorgere più domande popolari sulla credibilità, la professionalità e l’indipendenza delle istituzioni e l’impegno di Najib per riforme genuine. “Come fatto notare da alcuni capi dell’UMNO, questa volta la manifestazione ha mostrato livelli di frustrazione tra i giovani e la classe media che suggerisce una certa alienazione del governo dalle masse” sostiene Farish Noor, un politologo malese di stanza a Singapore.
Nella corsa alle elezioni, una protesta generale sorse quando, in un’intervista del partito di opposizione PKR fu rivelato che il presidente della Commissione Elettorale e il suo vice erano membri dell’UMNO. Questa accusa è stata sin dall’inizio negata, mentre altre notizie affermano che le due persone coinvolte hanno ammesso che era possibile la loro iscrizione ma che non erano membri attivi a causa del loro lavoro.
Anche i capi dell’opposizione che erano presenti alla manifestazione non sono sfuggiti alle critiche, per aver cercato di pilotato la manifestazione dopo che gli organizzatori di Bersih 3 avevano chiesto alla folla di sciogliersi. Dal venerdì sera quando la folla cominciava a radunarsi nella piazza dell’Indipendenza fino alle 2,45 del pomeriggio del sabato quando fu sciolta la manifestazione, la manifestazione era stata largamente pacifica.
Subito dopo la chiusura è stato rotto il cordone della sicurezza e la polizia rispondeva con forza con gas lacrimogeni e cannoni d’acqua. Ulteriori controversie sono scattate quando resoconti giornalistici e video suggerivano che il leader dell’opposizione Anwar Ibrahim ed il suo vice Azmin Ali avevano dato il segnale ai sostenitori del partito di rompere il cordone. Le accuse sono state respinte dai due che hanno detto che il loro gesticolare con le mani era inteso come negoziazione con la polizia.
Quelli che si affidano ai media principali influenzati dallo stato, come la gente anziana o gli abitanti delle province, avranno visto e letto gli editoriali che accusano di queste sporadiche violenze i sostenitori del Bersih 3.0, mentre non avranno visto, perché bloccate e censurate, le immagini della brutalità e dell’eccessivo uso della forza della polizia. Con la coalizione al governo che ha in molte province rurali la sua roccaforte, come a Johor, Pahang, Sarawak e Sabah, bisognerà capire come queste comunità hanno visto la manifestazione. Molti forse sono affannati a lottare per sopravvivere per curarsi del dibattito sulle riforme, mentre le regalie del governo prima delle elezioni potranno forse cambiare le intenzioni di voto come accaduto nel passato.
La sfida per l’opposizione sarà di convincere le masse a considerare il bisogno di una larga riforma del processo democratico.
Farish Noor dice, facendo notare che non tutti i sostenitori del Bersih sono sostenitori dell’opposizione: “Le cose più preoccupanti è come le richieste di Bersih sono state soppiantate dalla retorica politica, che suggerisce che tutto è politica. Alcune delle promesse elettorali dell’opposizione sono irrealistiche, ma la natura divisa della pubblica opinione mostra anche che i sostenitori di Anwar hanno ancora fede in lui”. “Il tentativo del governo di danneggiare la sua immagine è fallito e i suoi sostenitori chiaramente non credono o accettano la denigrazione del loro idolo”
Un membro importante del Bersih e attivista sindacale, Subramaniam Pillay, ha detto che idisordini devono essere visti in una prospettiva più ampia. La cosa fortemente positiva del Bersih 3 è che mentre il governo con tutti i soldi infusi non è riuscita a creare 1Malaysia, come Najib chiama la sua politica in favore della armonia etnica e unità nazionale, “bersih è riuscita ad unificare tutte le etnie e retroterra culturali del paese.”
Se le precedenti manifestazioni di Bersih del 2007 e del 2011 portavano in piazza 50 mila manifestanti in ogni occasione, osservatori indipendenti hanno affermato che la folla di sabato sera eera di varie volte più grande. Il comitato di Bersih ha parlato di 250 mila manifestanti, mentre altri davano cifre tra i centomila e i 300 mila. “Qualunque siano le cifre esatte sono abbastanza da mettere paura a Najib.” dice Toh Kin Woon di Bersih 3
Migliaia si sono radunati in tutto il paese in manifestazioni più piccole di Bersi3, mentre i malesi all’estero, stanchi dell’UMNO e della coalizione al governo, hanno tenuto manifestazioni simili in tutto il mondo. Altri gruppi di protesta si sono uniti alla causa, come per esempio i sostenitori di “Assemblea Verde”, quelli che si battono contro la raffineria di Terre rare della Kynas a Kuantan. Altri osservatori vedevano la speranza di riforme di lunga durata nel largo numero di giovani malesi.
In modo impressionante molti tra quelli presenti alla manifestazione mostravano una mancanza distinta di paura. Nel gioco di gatto e topo tra manifestanti e polizia del dopo manifestazione, un attivista notava che i gruppi in un punto ridevano e persino danzavano dopo che i cannoni ad acqua avevano preso a lavorare. “La libertà dalla paura è irresistibile. La polizia non era preparata alla risolutezza che hanno incontrato, di qui la brutalità” dice Malik Imtiaz un avvocato dei diritti umani.
La paura di Najib e del suo UMNO è che, se si traducesse questa stessa risolutezza popolare nella manifestazione in una maggiore richiesta di cambiamento, le prospettive della coalizione al governo nelle prossime elezioni, in qualunque momento si dovessero tenere, sarebbero ulteriormente più scure.
Crackdown resets Malaysian politics di Anil Netto