La prima tranche del pagamento che assomma a più di 577 milioni di baht è per un totale di 44 morti, 56 feriti gravi, 177 feriti meno gravi e 239 feriti lievi e sei disabilità. La sorella Isa del fotografo Fabio Polenghi ucciso il 19 maggio 2010 è probabilmente una delle persone che riceverà la quota completa di 7,7 milioni di baht direttamente da Yingluck. Per il fotografo giapponese Muramoto la famiglia e l’ambasciata giapponese hanno preferito una situazione di un basso profilo.
Mentre ci sono reazioni differenti tra i detenuti delle magliette rosse e le loro famiglie nei confronti delle affermazioni di Thaksin sulla riconciliazione e sul bisogno di sacrificio, alcuni hanno riconosciuto che il momento di questa proposta di “lasciar andare ciò che è passato” e le prime somme di riparazione hanno segnato l’atmosfera come l’era della riconciliazione nazionale.
“Comprendo e simpatizzo con Thaksin, ma sono abbastanza deluso poiché sono le famiglie come la nostra a sacrificare la giustizia in favore della riconciliazione” ha detto la vedova Waranid Asawasirimunkhong, il cui marito Thanuthat fu sparato il 14 maggio del 2010 a Bon Kai ed è morto a marzo di quest’anno per le ferite. La vedova ha detto che queste somme sono un buon segno e mostrano la sincerità e la determinazione del governo nell’applicare quello che hanno promesso, cosa che aiuterà a rafforzare la fiducia tra i sostenitori delle magliette rosse.
Un’altra donna, madre di due altri recipienti della somma di riparazione ma non nella prima tranche ha espresso sentimenti diversi. “Queste somme dovrebbero in qualche modo pacificare i punti di vista negativi sul partito Puea Thai. Non voglio vedere una separazione maggiore tra i membri delle magliette rosse e il loro partito politico. Vorremmo vederli camminare l’uno al fianco dell’altro.” Comunque la donna ha riaffermato con forza che finché non riceve la somma completa di compensazione non ritirerà l’azione legale contro il governo. “Preferirei attendere la decisione finale della corte nel nostro caso.”
Altri membri delle magliette rosse hanno altro tipo di preoccupazioni. “Questo problema della riconciliazione è troppo grande per me. Qualunque cosa i capi principali dicano dovrebbe essere e noi dobbiamo aderire. Ora quello che mi preoccupa di più è come ottenere la cauzione. Abbiamo bisogno di libertà.” dice Buarien da Udon Thani parlando dalla prigione di Lak Si. Sanong Ketsuwan, un uomo di 47 anni di Ubon dice che Thaksin non voleva dire una coperta larga per tutti, ma un appello ad entrambi gli schieramenti a fare un passo indietro per fare andare avanti il paese. “Naturalmente quelli che hanno ucciso la gente devono essere portati di fronte alla giustizia. Non dovrebbe essere un’amnistia che includa chiunque. Ma deve essere una amnistia specifica e selettiva”
Somsak Prasansap, anche lui da Ubon, ha detto che lui è d’accordo con qulaunue cosa abbia detto Thaksin. “Lottiamo così tanto per riaverlo qui e tutti devono sacrificarsi per poter avere un grande leaderche guidi il paese verso un futuro migliore.” Lui ed altri tre sono stati condannati a 33 anni di prigione per aver incendiato il palazzo della provincia.
Secondo Daranee Charncherngsilapakul, conosciuta come Da Torpedo, incarcerata presso un istituto di correzione femminile vorrebbe vedere l’amnistia per tutti, per la pura realtà. “Poiché non è realistico che li prendiamo e li puniamo, spero nell’amnistia di tutti quelli coinvolti nel conflitto politico. Quelli che hanno ucciso o hanno ordinato di uccidere saranno alla fine puniti dal proprio Karma” dice Duranee che sconta una sentenza di 15 anni per lesa maestà. Joe Gordon, un altro condannato per lesa maestà dice che ha sentito il discorso di Thaksin come egoistico nel chiedere il perdono da parte delle magliette rosse. “La giustizia è una cosa importante. E’ l’anima della società. Come si può chiedere di sacrificare la giustizia in favore della riconciliazione?”
Si dice che il governo Yingluck stia al lavoro in modo discreto per ottenere la cauzione per tutti i prigionieri compreso quelli accusati di lesa maestà, e che stia mobilitando le aree rurali mediante vari canali nel caso si abbia bisogno di un referendum per le leggi dell’Amnistia e di riconciliazione.
dal BangkokPost