Xayabury avanti tutta con la costruzione della grande diga sul corso del Mekong che mette a rischio biodiversità e sostegno alimentare
E’ improbabile che una nazione povera come il Laos riesca a cancellare il progetto thailandese di costruzione di una mega diga sul corso del fiume Mekong a Xayaburi, nonostante gli ultimi avvertimenti della IUCN, Unione internazionale per la conservazione della natura, secondo cui potrebbe devastare la ricca biodiversità della regione.
Il rapporto rilasciato la scorsa settimana, in previsione del congresso mondiale che sarà tenuto a Jeju in Corea del Sud a settembre, ha individuato 1780 specie di pesce di acqua dolce nel “punto critico della biodiversità Indobirmana” che coinvolge il Mekong e parte del fiume Chao Praya che scorre in Thailandia. IUCN è localizzato in Svizzera e rappresenta l’aggregazione più grande e vecchia al mondo che assiste società in tutto il mondo al fine della conservazione dell’integrità e biodiversità della natura per assicurare che l’uso delle risorse naturali sia giusto e ecologicamente sostenibile.
“Il Mekong è al terzo posto, dopo il rio delle Amazzoni e Congo, o secondo per diversità di pesci di fiume a seconda se si accettano le specie verificate totali o le stime più alte.” si nota nello studio del IUCN, “Ko studio e la distribuzione della biodiversità delle acque dolci nella zona Indo birmana.”
Lo studio ha rafforzato un movimento crescente contro le dighe che ha riunito militanti da diversi paesi nella regione che sarà colpita probabilmente da un progetto idroelettrico da 1260 mega-watt al costo di quasi 4 miliardi di dollari.
“E’ un contributo scientifico senza precedenti sapere quello che sta nel tratto di fiume tra Luang Prabang e Vientiane” dice Robert Mather, responsabile del IUCN nel sudest asiatico. “ e sapere quanto poco conosciamo del fiume o dell’impatto della diga pianificata. Lo studio aiuterà a formare le domande reali a cui bisogna rispondere quando si fa una Valutazione di impatto ambientale prima di costruire una diga” Ci si aspetta che il rapporto dia materiale ad una discussione sulle dighe come quella di Xayaburi all’incontro di Jeju a cui parteciperanno oltre 1200 organizzazioni governative non di 160 paesi.
Ai primi di agosto le comunità thailandesi contro la diga avevano inviato una richiesta alle corti amministrative del paese contro il ministro dell’energia e l’ente elettrico thai, EGAT, con l’accusa secondo cui questi enti non hanno informato il pubblico sugli impatti ambientali e sociali della diga. Ma il 24 agosto Norkun Sitthipong, segretario permanente thai nel ministero dell’energia annunciava che i lavori di costruzione per la diga di Xayaburi procedevano e che la produzione di energia era attesa agli inizi del 2019.
“Questo impianto a Xayaburi gioca un ruolo cruciale nello sviluppo energetico thailandese” ha detto il rappresentante thailandese affermando il legame stretto che la Thailandia ha come maggiore investitore di questa diga, la prima di una decina a cascata pianificate per imbrigliare le acque basse del più grande fiume della regione. Precedenti studi della Commissione del Fiume Mekong (MRC), un corpo intergovernativo, stima che questa diga potrebbe comportare perdite agricole del valore di 500 milioni di dollari ad anno e ridurre del 30% l’entrata di pesce nella dieta dei laotiani e thailandesi. Potrebbe comportare la creazione di riserve lungo il Mekong
La MRC deve ancora dare il via libera per la diga e annunciò a dicembre che avrebbe incontrato i partner internazionali per studiare le conseguenze della diga prima che inizi. I militanti credono che non è mai troppo tardi fermare la diga specialmente a causa del crescente movimento contro di essa. “Questa è l prima volta che le comunità locali si sono rivolte ai tribunali thailandesi per fermare un progetto idroelettrico transnazionale” dice Premrudee Daoroung direttore di Towards Ecological Recovery and Regional Alliance. “Stanno usando una clausola della costituzione thailandese che richiede alle agenzie governative di condurre audizioni pubbliche su progetti come quelli della diga che avranno un impatto sulle comunità thailandesi e sulla biodiversità del paese. La lorl preoccupazione maggiore è che la diga devasterà la pesca nel Mekong che è stata la loro fonte di vita da sempre. La loro campagna è cominciata pe la paura che la diga avrà effetti negativi sulla migrazione annuale del pesce”
L perdita di biodiversità è un’altra preoccupazione. “Il modo per misurare la biodiversità del pesce sono le specie, non i chilogrammi, i dollari o il pescato” dice il rapporto di IUCN. Preoccupazione analoga l’hanno espressa finora anche i movimenti di base in Cambogia e Laos con la campagna “Save the Mekong” Dicono che la diga minaccerebbe il sostentamento vitale di 60 milioni di persone che vivono nel basso Mekong che raccolgono un pescato che vale da 2,2 a 4 miliardi di dollari all’anno. Questa campagna inoltre ha contribuito a forgiare legami differenti. “Il grido di rabbia è stato forte per la centralità che questo fiume h aper milioni di persone oltre che all’identità e storia culturale della regione.” dice Carl Middleton che insegna presso la ChulalongKorn University di Bangkok. “Proprio perché il fiume è condiviso tra due nazioni, la diga ha rimesso insieme le persone che si oppongono a questo progetto. E la grandezza della risposta pubblica è senza precedenti per un progetto idroelettrico nella regione.”
Ma le proteste hanno prodotto una risposta ambigua dal Laos che è il paese più povero di sei paesi che condividono il fiume, lungo 4800 chilometri scorrendo dal sud della Cina attraverso Birmania Laos, Thailandia, Cambogia e Vietnam. Il Laos ha deciso di diventare la batteria della regione sfruttando i suoi fiumi con progetti megagalattici e vendendo l’energia prodotta ai suoi vicini, come la Thailandia. La moneta estera secondo Vientiane può aiutare un terzo della popolazione del paese che vive in povertà.
Il Laos aveva assicurato i suoi vicini, i donatori occidentali e il MRC che non avrebbe proceduto a costruire la diga controversa finché non si fosse studiato l’impatto ambientale e sociale transfrontaliero, annunciando in Luglio persino la sospensione dei lavori. L’impresa Ch Karnchang che possiede il 50% delle azioni di Xayaburi Power e che è uno dei più grandi costruttori di infrastrutture e sviluppatore del progetto, suggerisce qualcosa di diverso. A metà agosto Plew Trivisvavet suo direttore esecutivo confermava che loro non avevano mancato un solo passo della costruzione del progetto. “Siamo ancora al lavoro sul progetto visto che nessuno ci ha detto di fermarci”.
Marwaan Macan-Markar, http://www.ipsnews.net/2012/08/study-damns-mekong-dams/