La pace si avvicina dopo che Il governo filippino e il MILF risolvono le loro posizioni dopo quindici anni di colloqui spesso interrotti dalla violenza.
Entrambi gli schieramenti hanno detto che un periodo intenso di diplomazia sta permettendo di superare gli ostacoli per la firma di un accordo quadro entro la fine dell’anno. L’accordo formalizzerebbe un cessate il fuoco nelle aree a maggioranza musulmana dell’isola di Mindanao e iniziare un percorso per creare una nuova regione autonoma nella nazione a maggioranza cattolica prima della fine della presidenza Aquino.
“Quello che diciamo è che sarà tutto completato entro questo anno” ha dichiarato Marvic Leonen che descrive l’accordo come l’architettura per un processo di pace, accordo che potrebbe essere firmato anche nel prossimo giro di colloqui in Malesia ai primi di ottobre e che porrà fine ad una guerra che dura da quarantanni e che ha ucciso almeno 120 mila persone.
Il negoziatore del MILF, Mohagher Iqbal, da parte sua dichiara: “Ci siamo vicini, ma ci sono ancora dei grossi elefanti nella stanza quali il territorio, la sicurezza interna e gli accordi di condivisione delle ricchezze”, e secondo molti analisti bisogna vedere cosa faranno i grandi clans che possono vedere svanire la loro influenza politica.
L’accordo quadro, che segnalerebbe un grande punto di diversità nelle relazioni tra governo e MILF, giunge anche in un periodo in cui le Filippine sembrano sconfiggere la visione di una economia arretrata riuscendo ad attrarre ancora l’interesse degli investitori, mentre nel contempo il governo Aquino ha destinato larga parte degli investimenti in infrastrutture proprio nell’isola di Mindanao. La speranza del governo è che una pace nell’isola potrebbe far aprire definitivamente l’isola allo sfruttamento delle ricchezze in essa riposte e dare alle popolazioni locali una speranza di sviluppo.
Da parte sua il MILF ha chiaramente voglia di portare a casa un accordo che realizzi alcuni dei loro sogni ed ideali dopo negoziati durati decenni, anche controllando parte fazioni ribelli e delle giovani generazioni che nei giorni scorsi avevano lanciato attacchi contro le posizioni dell’esercito filippino.
Un elemento che ha certamente aiutato le parti a lavorare più alacremente ad un accordo di pace c’è di certo la ricchezza nascosta in Mindanao, il petrolio, il gas naturale e le risorse minerarie che sommerebbero a svariati miliardi di dollari. Una partnership tra la Total francese e la malese Mitra Energy si appresta ad esplorare il mare delle isole Sulu alla ricerca di petrolio cosa che a spinto qualcuno a dire “Se l’accordo di pace sarà firmato quest’anno, allora credo che vedremo qualche beneficio già il prossimo anno” come ha dichiarato il presidente del Mindanao Business Council. Da parte sua invece Ishak Mastura, già presidente dell’ARMM, è più cauto e dice: “Ci sono molte cose da affrontare prima che giungano queste grandi compagnie, come infrastrutture, ambiente e sicurezza”
L’accordo istituirà una commissione di transizione di 15 membri che avrà il compito di stendere la legge che crei la nuova entità politica che rimpiazzerà l’attuale ARMM nata nel 1989 ma vista come un fallimento ed incapace di dare una reale autonomia dalla capitale.
Se poi il trattato riuscirà a dare una pace reale a Mindano è anche da vedere, visto che esiste una guerriglia comunista sempre nell’isola oltre alla presenza di vasti potentati locali con la loro presenza di armate private. La cosa certa è che questo sembra essere il punto più vicino alla pace dopo vari negoziati falliti, di presidenti, Estrada, che hanno lanciato la guerra totale contro il separatismo musulmano, o che come la Arroyo provavano a far passare sotto silenzio un accordo di pace poi bocciata dalla Corte Suprema scatenando così una guerra sanguinosa.
Uno dei punti di svolta del processo è stato forse quando il presidente Aquino si incontrò in Giappone con il capo del MILF manifestando così l’intensa volontà di giungere alla pace.
( iol.co.za )