Siamo nella Baia di Ha Long, nella provincia vietnamita di Quang Ninh, in quello che un tempo si chiamava Vietnam del Nord.
E’ attualmente un sito dell’UNESCO, un patrimonio dell’umanità, una delle più popolari mete turistiche nel Sud Est Asiatico, per le sue migliaia rocce calcaree, per la sua impressionante biodiversità e per la preistoria umana, soddisfacendo così due criteri differenti, uno estetico e uno geomorfologico e geologico. E’ anche conosciuta come una delle sette meraviglie della natura. Purtroppo non è un esempio brillante di turismo legato alla comunità o di un turismo sostenibile.
Infatti i seicento residenti del villaggio di pescatori di Cua Van, trenta chilometri nell’interno, non hanno beneficiato molto della grande popolarità del luogo e continuano a sopravviver con la pesca e l’allevamento dei frutti di mare.
L’inquinamento delle barche destinate ai turisti oltre ai propri rifiuti sta uccidendo quello che dà loro nutrimento, e il guaio è che non c’è consenso su una soluzione comune. Le autorità locali pensano a ricollocare gli abitanti del villaggio per evitare una maggiore pressione sull’ambiente della baia e trasformare il villaggio in una attrazione turistica.
Mentre ci sono chi è disposto ad andarsene e chi no, la situazione ristagna. Secondo un esperto dell’ONU, Nguyen Kim Anh,
“Il patrimonio di Ha Long Bay non è solo il paesaggio, è anche la gente. Le autorità locali hanno bisogno di consultarsi con la gente e ricercare un accordo con le comunità locali sul problema della loro ricollocazione specie per la loro sopravvivenza sostenibile.”
Lo sviluppo ha comportato la perdita delle foreste di mangrovia e la pesca sportiva ha minacciato la popolazione di pesce in pericolo specie attorno alla barriera corallina. Non è solo Cua Van ad essere in pericolo.
Le acque vicino alla costa della baia sono contaminate da olio specialmente vicino ai porti di Nam Cau Trang e Ha Khanh.
L’olio è pericoloso perché uccide la popolazione di placton animale attaccando la catena alimentare e la sua provenienza sono le barche dei turisti e le navi da carico oltre gli sversamenti abusivi in mare di rifiuti e di olio nella baia.
Secondo la rivista TTR Weekly, la Comunità Europea ha finanziato un programma di sviluppo sostenibile per la Baia di Ha Long per 11 milioni di euro per poter redigere, con l’aiuto di esperti vietnamiti ed internazionali, un piano di sviluppo del turismo nella provincia di Quang Ninh. La zona merita per la sua storia, per l’archeologia e la geologia ed ecologia un intervento di protezione.
Ha Long Bay è stata da decine di migliaia di anni casa per la specie Homo Sapiens. Si sono trovati oggetti di origine umana che risalivano alle culture Soi Bhu tra 16000 e 5000 avanti Cristo e Cai Beo dal 5000 al 3000 avanti Cristo, mostrando così la lunga storia della presenza umana nel Vietnam e nella regione.
Anche l’ecologia dell’area non è certo una delle ultime cose da preservare. La biodiversità locale, casa di un ecosistema da foresta vergine sempre verde tropicale e di un ecosistema costiero marino, include scimmie, antilopi, rettili, anfibi, 40 tipi di uccelli, 200 specie di pesci, 450 specie di molluschi e una impressionante varietà di flora con 477 specie di magnolie. Si spera che non diventerà una vittima delle poche cose che rendono attraente la zona ai locali come pure ai turisti.