Nel dopo tifone Bopha o Pablo, la gente di Compostela Valley è alla ricerca dei propri cari dispersi.
342 erano le persone ufficialmente morte, mentre oltre 400 erano le persone scomparse a causa degli allagamenti e delle frane causati dal supertifone Bopha o Pablo, come lo chiamano localmente, mentre le autorità locali cominciano a parlare di tombe di massa per la paura che si posano diffondere malattie a causa del numero sempre crescente dei decessi.
Dionisia Requinto pensa di essere stata fortunata per essere riuscita con il marito ed i suoi tre figli a scampare alle acque violente che avevano circondato la casa, arrampicandosi verso una collina più alta. “L’acqua cresceva così in fretta e pensavamo che sarebbe stata la nostra fine.”
Nella provincia di Compostela Valley si sono registrati le morti più numerose con 214 persone morte e 395 ancora scomparse e New Bataan la cittadina più colpita con 59 morti. Le morti sono giunte tante nonostante gli sforzi del governo a costringere i residenti ad allontanarsi dalle zone a rischio man mano che il tifone si avvicinava.
Ma problemi ne hanno avuto anche i centri di raccolta molti dei quali hanno perso il tetto, come a Davao Orientale dove le morti sono state 177, 57 delle quali in una sola cittadina. A due giorni dal tifone si stanno cercando 7 persone mancanti nelle acque violente dell’alluvione.
Altre persone sono morte nelle isole Visayas centrali e a Mindanao settentrionale. La cifra finale è ancora da accertare a causa dell’elevato numero dei dispersi
Il Ministro dell’Agricoltura valuta i danni iniziali attorno agli 800 milioni di peso, 15 milioni di euro, specialmente sui raccolti di riso, mais, banana e cocco. Ma ulteriori indagini si stanno facendo per valutare i danni reali complessivi.
Il danno maggiore dovrebbe essere a carico del raccolto di banane dove sarebbero diecimila gli ettari danneggiati delle piantagioni a Compostela, Bukidnon, Davao e Surigao.
“Tradotto in valore monetario si parla di quasi 6 milioni di peso, 100 mila euro, per il raccolto fino a fine anno. Una bella perdita persa per l’industria.” ha detto il direttore esecutivo degli Esportatori di Banana. “Includendo le infrastrutture allora si salta agli 8 miliardi di peso (150 milioni di euro).”
Comunque questo tifone non sarà immediatamente percepito sulle esportazioni per i buoni andamenti dei raccolti del quadrimestre precedente specie nel cocco la cui produzione è cresciuta di oltre il 4% fino a 4,27 milioni di metricubi.
Un grande danno è stato causato agli impianti energetici a Mindanao oltre il livello previsto specie nella distribuzione, ma si prevede che per natale potranno essere quasi tutti restaurati. Inoltre ci sono vari centri dove la corrente elettrica è ancora mancante a causa dei danni ingenti soprattutto alle linee di diffusione.
Nel frattempo il vice presidente Binay ha ordinato alle autorità locali di impedire il ritorno immediato delle vittime nelle zone di alta distruzione o classificate pericolose, dove sarebbero possibili altri smottamenti e frane
La lezione del tifone Bopha, Marcos Mordeno, Mindanews.com
Il tifone Pablo, Bopha è il nome internazionale, ci ha portato a casa un messaggio che Mindanao o quasi tutte le sue province sta perdendo il suo vantaggio di isola senza tifoni. Il cambiamento climatico ha cambiato tutto; la maledizione, una volta solo appannaggio del resto del paese, è ora una dura realtà per il meridione.
Nel passato tifoni e tempeste sconvolgevano le parti nordorientali e settentrionali di Mindnao. Surigao che si affaccia direttamente sul Pacifico ha preso i colpi maggiori come una zona dove queste manifestazioni meteorologiche si manifestavano. Da qui le tempeste svoltavano per le Visayas e Luzon, lasciando il resto di Mindanao libero di gioire. C’erano al massimo piogge e venti occasionali.
Il percorso di questi eventi naturali era tanto prevedibile che gli abitanti di Mindnao si potevano permettere il lusso di ignorare gli avvisi dei bollettini e delle autorità. Ma è venuto Pablo, e da ora in poi, oltre alle vittime del Sendong dello scorso anno, avremo tutte le ragioni per temere i segnali di avvertimento.
Per prima cosa, Pablo non ha raggiunto terra solo in Surigao. La sua area di atterraggio si allungava giù a Compostela e Davao Orientale, le province con il maggior numero di morti e feriti.
Presumibilmente i residenti dovevano ancora apprezzare i pericoli di essere sulla traiettoria diretta di un tifone che essi, o i loro capi locali, devono aver preso con una minore preparazione. Infatti, il percorso inusuale ha dimostrato di essere qualcosa di nuovo per Mindanao. Per quanto si possa ricordare è stata la prima volta che l’istituto meteo PAGASA emettesse il segnale di pericolo 3 su Bukidnon. Forse era la prima volta che il governo locale ordinasse la sospensione delle lezioni a tutti i livelli con chiusura degli uffici.
L’avviso forse ha dato pochi pensieri quando si è visto che i nuvoloni del giorno prima si erano diradate poco prima dell’arrivo del tifone, dando a tutti un falso senso di sicurezza. E’ stato solo la mattina presto di martedì che iniziò a cadere una dura pioggia intermittente. Segnale numero 3? Ma cosa sarà?
La storia vera, oltre la tragedia delle vite umane perse, è la natura cambiante delle tempeste e dei tifoni nelle Filippine. Quello che sembrava insolito può diventare la norma nei prossimi anni. Un’isola libera da tifoni? Pensiamoci bene.
Compostela e Davao Orientale: perché tanti morti per il tifone Pablos o Bopha
A ridosso del tifone Pablo Bopha si fa il conto e si trova, le cifre sono ancora provvisorie, che 540 persone sono morte, i feriti sono 1088 e 827 sono le persone scomparse che si stanno ancora cercando.
La maggioranza proviene da Compostela Valley e Davao Oriental come ha detto Il Consiglio nazionale di gestione e riduzione del rischio da disastro. Cosa ha provocato questo alto numero di morti?
Come dice un commentatore del Inquirer, tantissimi si sono recati nei centri di evacuazione come previsto eppure ci sono tanti morti. Dalle foto aeree si possono notare tanti tronchi di albero tagliati tutto intorno, che galleggiano nei fiumi, che hanno distrutto tante case sotto la valanga di acqua che è caduta. Come mai ce ne sono tanti nonostante il divieto di taglio imposto dal governo, e la risposta è il diboscamento illegale, e quello che socialmente comporta.
“Il ministero dell’ambiente talvolta sequestra il legname mentre viene trasportato o lavorato. Tali colpi di successo sono annunciati dai giornali e televisioni con grande rilievo, con tante fotografie.
Il ministro dell’istruzione ricava banchi e cattedre e materiale da costruzione dal legname sequestrato, ma intanto gli alberi sono morti per sempre, non li si fa ricrescere e le montagne restano per sempre denudate….
Quando gli alberi giovani sono lasciati crescere per divenire foreste di seconda crescita, i semi germinano e crescono e la foresta secondaria diventa più grande. In tempo debito ci sarà una foresta matura. Ma se anche gli alberi giovani sono tagliati da chi fa la carbonella, non ci sono più radici per tenere assieme il suolo e quando le forti piogge cadono il suolo è perso lungo le pendici delle montagne insieme ai semi e tutto quanto. É il fango che scende giù e copre case e persone nelle valli più in basso, come nel caso di Compostela Valley”
Un’altra risposta al perché del disastro la dà il segretario generale di un gruppo ambientalista Panalipdan Mindanao, Stella Matutina, ha dichiarato: “Le notizie sconfortanti di morte e distruzione a New Bataan, Compostela Valley e di altre città di Davao Orientale mostrano come l’ambiente di Mindanao ha raggiunto il suo limite massimo.” Secondo il gruppo quello che è successo deve spingere il Presidente Aquino, che venerdì scorso ha fatto visita alle zone colpite dal disastro insieme a vari ministri, “a fermare l’estrazione mineraria in vasta scala ed altre industrie estrattive che hanno causato la tragedia.”
Matutina ha detto che il suo gruppo spera che il viaggio di Aquino non sia stato solo rivolto a fare delle fotografie o un incontro al vertice ma piuttosto un’occasione per vedere il quadro della devastazione e poter prendere una mossa decisiva a fermare le politiche minerarie che lui sta spingendo con il suo decreto n° 79.”
In un rapporto del gruppo Panalipdan Souther Mindanao si dice che entrambe le province sono piene di attività minerarie di vasta scala e di compagnie di diboscamento, dei quali 31 appartengono a Davao Orientale mentre Compostela Valley ne ha 43. In queste attività sono coinvolti attività di diboscamento, distruzione di coltivazioni, di aree di biodiversità e di fiumi che hanno di certo contribuito alle alluvioni massicce dell’area.
“Questo tifone non sarebbe stato così tragico se non fosse stato per le attività di diboscamento e per le compagnie minerarie estere che strappano le nostre risorse minerarie” ha detto Matutina. “Nel passato ci sono stati molte frane che erano causate da queste operazioni ma il governo non ha fatto nulla per fermarli”.
Altri dati sono stati presentati e parlano di 5 compagnie minerarie a New Bataan di ricerca e sfruttamento di oro, argento e rame su un’area di oltre 13 mila ettari nella zona di Compostela Valley; in Baganga otto compagnie di ricerca e sfruttamento di Rame, Nichel Manganese ed oro su un’estensione di oltre 52 mila ettari; a Cateel ci sono cinque compagnie su un territorio di oltre 25 mila ettari per estrarre oro, rame, cromo, nichelferro e laterite; e altre per 49 mila ettari a Boston, tutte queste ultime in Davao Orientale. “Da tempo abbiamo chiesto il fermo di queste attività che hanno un impatto contrario all’ambiente e alle terre agricole, ma le nostre richieste sono finite su orecchie sorde finché i recenti disastri hanno mostrato l’estensione della loro distruzione.” dice Ogan, un capo della popolazione Blaan di Sarangani. Inoltre Ogan ha denunciato che mentre la sua gente “subisce le conseguenze dello sfruttamento delle multinazionali” i capi delle popolazioni indigene che provano ad opporsi all’entrata di queste attività distruttrici in larga scala sono diventati le vittime di attacchi istigati dalle compagnie minerarie in collusione con le forze militari proprio sulle loro terre ancestrali. Dal 2010 sono 35 i militanti ambientalisti, dei quali 26 provenienti dai lumad o popolazioni indigene di Mindanao, che sono stati uccisi. Da giugno 2010 a ottobre 2012 1017 famiglie con 5725 residenti nelle terre dei lumad sono state evacuate calle loro comunità a causa di operazioni militari istigate nelle loro comunità a causa dell’entrata di attività minerarie di vasta scala e di altri progetti aggressivi di sviluppo.
Ogan ha chiesto al presidente Aquino, alla luce della devastazione causata dal tifone Pablo o Bopha di “fermare la liberalizzazione e la svendita delle terre ancestrali dei Lumad alle attività minerarie di vasta scala e di altre compagnie multinazionali” per impedire ulteriori disastri.
Dopo la visita di Aquino alla regione i giornali riportano quello che il presidente ha detto all’aeroporto di Davao: “Voglio le basi concrete di quello che è accaduto” ed ha ordinato ai ministeri dell’interno, della giustizia e dell’ambiente di indagare ciò che è accaduto ai due centri di evacuazione a Barangay Andap a Compostela Valley e a Cateel a Davao Orientale che non hanno resistito e sono stati distrutti dal tifone.
“Perché è accaduto? Poiché la gente non aveva alternative? Per la mancanza di apprezzamento sulle informazioni avute, perché incomprensibili?” ha chiesto Aquino che ha chiesto uno studio che miri ad eliminare le morti in futuro dando alla gente un’informazione al momento opportuno. “La verità è che avremo nuove visite da parte dei tifoni, almeno 20 all’anno”.
Il ministero degli interni dovrà seguire i governi locali, quello di giustizia indagare sulle possibili violazioni di legge civili e penali, mentre quello dell’ambiente dare informazioni scientifiche per le possibili conclusioni da prendere.
Nel frattempo il direttore regionale per le Miniere e le scienze geologiche ha detto he il suo corpo sta valutando di rivedere le domande di attività mineraria nelle aree colpite dai tifoni e assicurarsi che le aree su cui si fa domanda siano correlate di mappe di rischio geologico che includano misure di mitigazione nel caso di fenomeni naturali.
Da parte sua il direttore regionale del ministero dell’ambiente ha detto che il suo dipartimento si impegna sulla riforestazione, una causa fondamentale a suo avviso delle frane e delle alluvioni seguite al tifone Bopha o Pablos, in un ambiente legato fortemente al cambiamento climatico che rende più forti i tifoni. Per altro Mindanao non ha visto mai prima dei tifoni. “Vogliamo essere più propositivi nel dipartimento e provare ad incoraggiare l eprsone a smetter di tagliare gli alberi e piantare di più per allargare la copertura a foresya specialmente a Compostela e Davao Orientale.”
http://www.mindanews.com/top-stories/2012/12/10/envi-group-blames-mining-logging-for-massive-devastation-of-pablo/
http://www.inquirer.net