Uno storico illustre thailandese, Nidhi Eoseewong, analizza la situazione storica dell’ultimo decennio in Thailandia alla luce del pensiero di Anna Arendt sulla nascita del totalitarismo e della dittatura totalitaria, mettendo in luce alcuni tratti comuni tra i movimenti antitetici delle Magliette Rosse e Magliette Gialle e di come essi si discostano totalmente da una contrapposizione di classi.
La dittatura totalitaria
di Nidhi Eoseewong.
In relazione al Pitak Siam, Nattawut Saikua sosteneva che non c’è un chiaro segnale che i movimenti antidemocratici possono funzionare in modo coordinato. Di conseguenza è improbabile che possano sovvertire il campo politico. Ma non si possono sottovalutare.
Sono d’accordo con Nattawut Saikua completamente particolarmente sulla necessità di non sottostimare le forze antidemocratiche, ma non do affatto un qualche significato a questo movimento di comici. Quello che non bisogna sottovalutare è qualcosa di più grande di Pitak Siam. E’ la tendenza nella società thailandese nello scorso decennio che potrebbe portarci ad una nuova forma di dittatura che è quasi totalitaria.
Lasciatemi spiegare che la dittatura ordinaria, con cui i thailandesi sono familiari da vari secoli, e la dittatura totalitaria che sono cose differenti.
In una dittatura ordinaria, un individuo o un gruppo di individui prende il potere dello stato e categoricamente blocca tutto lo spazio ai loro oppositori politici. Conducono il paese sia a proprio interesse, per l’interesse comune o per una combinazione tra i due. Le dittature ordinarie sono sostenute da vari gruppi di potere.
Per quanto riguarda la totalitarie deve essere supportata dalle masse. La dittatura totalitaria tenta di controllare la vita quotidiana delle persone o di fatto controlla il cervello, o anche il modo di pensare delle masse. (portò gli aristocratici generali tedeschi ad ascoltare ossequiosamente gli ordini di Hitler).
Non c’è ancora stata una dittatura totalitaria in Thailandia e molte condizioni la rendono difficile. Per dirla semplicemente: è che non possiamo liquidare un gran numero di persone nello stesso modo in cui Hitler fece con gli ebrei ed altri. O come Stalin fece con milioni di persone in Siberia. Per la semplice ragione che non siamo abbastanza popolosi da essere spopolati, o perché la popolazione sia ridotta di un certo grado. Persino Hitler fu solo capace di devastare la popolazione ebrea dopo essersi espanso ed aver esteso il territorio del Reich.
Perciò la possibilità che la Thailandia diventi una dittatura totalitaria è piccola, persino più piccola della possibilità che la Thailandia diventi una democrazia completa. Ma ci sono alcune importanti caratteristiche della potenziale dittatura totalitaria in Thailandia.
Impiego il lavoro di Hannah Arendt, pensatrice politica tedesca, nel suo libro “le origini del totalitarismo” ( e la mia esperienza personale che non mi ha aiutato nel farmi diventare più avveduto) per spiegare la disturbante direzione emergente nella politica dell’ultimo decennio in Thailandia. La tendenza non si limita solo al movimento delle magliette gialle, ma include anche le magliette rosse, le multicolore, ed anche i comici del Pitak Siam. Questo difatti include anche Thaksin Shinawatra o persino il tenore politico che lo ha preceduto.
La teoria di Hanna Arendt sull’origine della dittatura totalitaria è per me molto eccitante. Essa inizia con la perdita della classe come base di appartenenza nello stato nazione. In Europa la prima guerra mondiale causò la disintegrazione totale degli stati costruiti sulle classi. La gente che non si sentiva più di appartenente ad una classe divenne massa o individui distaccati che non erano più connessi ad una qualunque cosa.
I cambi socioeconomici dei decenni scorsi hanno minato le forme tradizionali di appartenenza in Thailandia. Le famiglie hanno cambiato dall’appartenere ad una discendenza ampia della famiglia estesa alla appartenenza limitata della famiglia nucleare. E persino le relazioni all’interno della famiglia nucleare non sono molto strette, come menzionato da tanti sulla debolezza della famiglia thailandese sotto vari aspetti.
Non c’è bisogno quindi di parlare di appartenenza che i thailandesi erano soliti avere con il tempio, con gli amici (se dobbiamo muoverci per sopravvivere, come possiamo mantenere la nostra appartenenza fino alla morte come eravamo soliti fare prima?), con i maestri, col villaggio, con la loro scuola….
Se dovremo appartenere a qualcosa, sembra come se è qualcosa da noi stessi quanto più possibile. Come una nazione, una religione, un re o Re Naresuan, Ya Mo o il tempio Phrea Vihar ….Il termine massa sta nascendo se non è nato addirittura già in Thailandia.
Essere individuo in una massa vasta rende la vita tetra, desolata, senza significato. Perciò la gente deve afferrarsi a queste cose distanti per sostenersi. Più importante, questi individui desolati desiderano essere organizzati politicamente, poiché fornisce loro un chiaro significato nella vita.
Per esempio devono unirsi alle proteste. Devono vestire una maglietta colorata e sentirsi unificati con la gente che veste lo stesso colore. La vita diventa vivere per lottare per delle cose che loro ritengono avere il più alto valore, che sia la nazione, lòa religione, il re o la giustizia e la democrazia.
In molti hanno fatto l’osservazione che sia le magliette gialle che quelle rosse ricercano una comunità. Sono d’accordo. Ma non è la comunità nel senso tradizionale, ma un nuovo genere di comunità che si tiene insieme attraverso una ideologia. Non è la comunità che so tiene per legami e l’uso delle risorse comuni come nel passato.
Quando esiste una massa che anela ad una organizzazione politica proprio come questa può emergere un movimento nello stile di una dittatura totalitaria. Questo desiderio non emerge senza causa.
Anna Arendt spiega che la massa si aggrega come folla (nella prospettiva di Arendt, questo è un gruppo di persone che si erano agitate per diventare i capi delle masse) o che attualmente la maggioranza delle masse non è mai stata interessata nella politica in prima linea. Ci sono persone che si guadagnano da vivere giorno dopo giorno e sono circondati da un senso di desolazione, una mancanza di valore e di essere abbandonati.
Si sentono abbandonati dai politici, dai burocrati, dai media, da qualunque cosa che comprende la loro esistenza. Arendt afferma con chiarezza che quando le classi in Europa sono crollate sono crollati anche i pariti politici, perché non potevano essere più rappresentanti di un dato gruppo. In Thailandia i partiti politici non sono mai stati rappresentanti di un dato gruppo di persone. I burocrati non hanno mai riconosciuto le masse. Entrambe queste entità emettono ordini che afferiscono la massa che non hanno mai avuto una voce negoziatrice.
I media sono solo interessati ai politici ed ai burocrati, o agli individui che fanno cose insolite, come stupri, assassini o altro.
Si dice sempre che le persone che si sono unite alle proteste delle magliette rosse sono politicamente ingenue. In un certo senso è vero. Sono queste le persone che non sono mai state interessate abbastanza, nel passato, nella politica per unirsi con altri alle dimostrazioni. Ma a ripensarci, anche le donne e le signore delle magliette gialle sono la stessa cosa. Ognuno èp una dimostrazione di quelli che sono stati abbandonati in modo simile. In contrasto, l’Assemblea dei Poveri, il gruppo contro l’impianto a Prachuab, il gruppo della riforma fondiaria … erano tutti non interessati. Non si univano con un qualunque colore perché erano persone già interessate alla politica e già politicamente organizzati. Non potevano essere messi in agitazione.
Ripensando al passato, quelli che legavano tessuti attorno alle pance del generale Chavalit Yongchaiyudh, di Banharn Silpa-archa, di Chuan Leekpai e Thaksin Shinawatra erano anche abbandonati. Eccetto che non si univano a manifestazioni per dimostrare contro quelli che li hanno abbandonati. Comunque quello che è notevole su questo gruppo è che si arrendono ai capi. Non si organizzavano politicamente essi stessi. Non facevano pressione sui partiti politici. Non creavano essi stessi mezzi per negoziare. I capi erano i loro rappresentanti.
Sonthi Limthongkul, Chamlong Srimuang, Jatuporn Prompan, and Nattawut Saikua aono i rappresentanti che possono raggiungere il profondo dei loro cuori desolati.
Se il solo cambiamento in una società è da una società di gruppi o classi a quella di individui, non si può avere un totalitarismo. Gli individui in una società devono prima attraversare il processo di diventare atomi (atomizzazione), cioè diventare unità separate che mancano di relazione l’un con l’altro o con tutto. Non possono decidere di nulla. Girano senza una intenzione loro propria. Dipendono dalla “folla” e dai capi della folla che li spinge a girare.
Gli individui desolati, che si sentono come se fossero stati abbandonati, sono non interessati nel collettivo ( come la politica). Quello che è importante è il loro senso grave di sconforto con le condizioni del loro essere. Questo è un gruppo pronto per essere trasformati in atomi. Nel periodo stalinista nell’Unione Sovietica, le relazioni dentro la famiglia o con gli amici potevano diventare pericolose.
Quelli accusati di essere nemici dello stato non avevano amici o famiglia che veniva in loro aiuto. Immediatamente si buttavano a negare di aver avuto una qualche relazione con l’accusato. Nel 1984 persino l’amore era pericoloso per lo stato, perché esso creava un legame tra due atomi senza relazioni al loro legame con lo stato. Gli atomi cominciavano a diventare individui.
Ho ascoltato molti casi di mariti e mogli, padri e figli, madri e figli in vari scontri perché uno parteggia per il rosso e l’altro il giallo. E’ accaduto a tanti in Thailandia. Il colore è spesso tirato fuori per essere base di una relazione tra amici. Questo dimostra l’atomizzazione di un numero non insignificante di thailandesi
Lo scopo di “Fermati Thailandia” (quando si suona l’inno nazionale thailandese, ovunque accada, la gente si deve gelare nella sua posizione) era di tagliare e ridurre le connessioni con qualunque cosa che sembrava essere universale e diverso.
Giungiamo all’aspetto ideologico del totalitarismo. Non ce n’è, o manca sostanza per così dire. Questo poiché non è il potere dell’ideologia che fa diventare gli atomi “folla”. Comunque la maggioranza delle ideologie totalitarie proviene dalle idee che prosperano in questi tempi. Si possono esemplificare come antisemitismo, la riduzione del marxismo leninismo ad un pezzo restante teorico comprendente solo la lotta di classe, il sentimento nazionalista per il tempio di Preh Vihar, la politica thailandese non può svilupparsi perché i politici sono cattivi, oppure “amiamo il re” che non è assolutamente una via d’uscita per l’istituzione della monarchia nel mondo attuale.
La folla totalitaria non immagina che giungerà a tenere un potere politico (come i capi della folla di ogni colore proclamano direttamente – che sia vero o no poco importa perché sono rappresentanti di una folla che davvero si sente così). Sono persone che non si erano mai interessate alla politica prima.
Un gran numero di loro appartengono alla classe media, dai suoi strati inferiori a quelli superiori. La folla è stufa della politica. Costringono la politica ad essere semplicemente un serie di argomenti. La politica è una perdita di tempo rispetto al lavoro per guadagnarsi da vivere, come pure qualcosa che distrugge il loro sostentamento. Perciò se potessero purgare o eliminare i politici la folla vorrebbe tornare a casa a guadagnarsi da vivere senza essere anche coinvolta.
Credo che tutte le cose neò passato decennio in Thailandia potrebbero forse portarci alla democrazia, potrebbero forse portarci ad una dittatura totalitaria. Ma non c’è modo che possa essere completamente una delle due vie. Ci sono tanti ostacoli ad entrambe le possibilità. Ma continuare ad andare avanti in questo modo? Quello è forse impossibile. Questa è la ragione per cui non possono essere sottovalutati.
Apparso in traduzione inglese di Tyrell Haberkorn su Prachatai.com