Un nuovo bando per le munizioni a grappolo è finalmente in funzione dal 1 agosto 2010, ma il Laos a 37 anni dall’ultima bomba americana caduta sul suo suolo sente ancora l’impatto delle bombe ancora inesplose (UXO, UneXploded Ordnance) in tutti i settori della sua società.
Il trattato è stato ratificato da 37 nazioni su 108, con l’Italia che ha sottoscritto il trattato senza ancora ratificarlo, ed è quindi è una legge internazionale. Tra le nazioni asiatiche, solo il Giappone ha ratificato il trattato, mentre Indonesia, Filippine e Afganistan hanno siglato il trattato.
“Il problema degli UXO costituisce un serio impedimento ad uno sviluppo socio economico della nostra nazione perché non possiamo sviluppare progetti di sviluppo o di eliminazione della povertà senza tirar fuori dalla terra questi oggetti inesplosi” dice Saleumxay Kommasith, del Ministero degli Esteri laotiano all’IRIN
Tra il 1964 e il 1973 le forze armate USA hanno versato sul territorio laotiano 2 milioni di tonnellate di materiale bellico; ogni anno sono 300 le persone che ancora muoiono o sono ferite da materiale bellico inesploso.
Il costo per ettaro per ripulire il territorio destinato all’agricoltura è di circa 1900 dollari americani, un costo che sale al doppio se bisogna costruire una scuola e bisogna di conseguenza agire più in profondità.
E il caso del Laos è ancora più drammatico se si tiene conto che sul suo territorio sono state buttate più bombe che in Germania e Giappone messe insieme, come fa notare John Dingley, tecnico di riferimento del governo laotiano e membro del programma di sviluppo delle Nazioni Unite.
Il Laos è stata la nazione capofila e a Novembre ospiterà il primo incontro tra le parti che hanno ratificato il trattato delle munizioni a grappolo
“Questa convenzione è uno strumento umanitario che serve a liberarci dalla paura e dalla minaccia delle munizioni a grappolo.
Il nostro ruolo nel trattato per il bando delle bombe a grappolo è un contributo agli sforzi globali per bandire totalmente le munizioni a grappolo. Implementare la Convenzione sulle Munizioni a Grappolo è un metodo per mantenere la pace e la sicurezza nella regione e nel mondo. E’ parte di uno sforzo che sta perseguendo la comunità internazionale. ” sostiene Saleumxay all’agenzia IPS News.
Il Laos di fatto sarà un campo di verifica chiave per questo trattato che vuole bandire l’uso, a produzione e il trasferimento di questi armamenti, oltre a distruggere le riserve esistenti entro otto anni e a ripulire entro dieci anni i territori contaminati da queste bombe. Il trattato chiama la comunità internazionale ad assistere le comunità sopravvissute e ancora affette da questi armamenti.
Altre nazioni dell’area, come Cambogia e Vietnam, hanno lo stesso identico problema e finora non hanno aderito, ma di sicuro seguiranno il processo e supereranno le perplessità che nascono dalla paura di non riuscire a sostenere gli obblighi che il trattato impone. Le stesse perplessità sono condivise da Dingley che sostiene che il termine di 10 anni per il Laos non è realistico.
Secondo Lubang, del Nonviolence International, il successo in Laos dipende molto dall’impegno globale da parte di nazioni che hanno le risorse necessarie per assistere nazioni come il Laos. E’ una grande sfida umanitaria dal momento che è così vasto il territorio da ripulire e così grandi le comunità affette da aiutare.”
Il Laos oltre ad ospitare il primo incontro degli stati partecipanti la convenzione, terrà la presidenza per 12 mesi. C’è la speranza che con una presenza di primo piano a livello internazionale ulteriori finanziamenti saranno ottenibili dal Laos. Al momento è stato istituito un Fondo per l’UXO dal governo e dall’agenzia di sviluppo dell’ONU per la gestione dei fondi che sono il vero problema chiave. Gli UXO impediscono gli sforzi della nazione per non essere la nazione meno sviluppata al mondo.
Nonostante siano stati ripuliti 24 mila ettari di terra dal 1996 con vari progetti che hanno previsto anche l’apertura alla coltivazione di molte nuove risaie, della costruzione di scuole e strade, ancora il 25 % dei villaggi sono ancora contaminati dalle munizioni a grappolo. Una minaccia notevole anche per le aziende minerarie qui presenti, quali la MMG che in un anno ha speso un milione di dollari per ripulire 3,500 ettari da centomila bombe per ripulire la terra ed iniziare il proprio progetto estrattivo.
Ma il costo umano di questi ordigni inesplosi è tutto sulle spalle delle comunità locali, ed è il vero campo in cui moltissimi deve essere ancora fatto.