Ma l’attivista alla fine ha avuto ragione proprio dalle immagini che emergono a Meikhtila nella Birmania Centrale scoppiati il 20 di marzo. I disordini che son oscoppiati a partire da una lite tra un orafo islamico e alcuni clienti buddisti, hanno mietuto almeno 30 vittime mentre sono state distrutte varie moschee, scuole islamiche e abitazioni private. Migliaia di cittadini, buddisti e musulmani, sono scappati dalla città in fiamme e cenere.
La sera del 21 marzo il giornale di Yangon Eleven News pubblicava le foto di una lunga fila di musulmani costretti ad abbandonare la città. La cosa significativa di queste immagini è che la folla, composta anche di donne e bambini, erano costrette a tenere le mani in alto mentre erano scortate da forze di sicurezza. Lì vicino gente del posto e monaci buddisti armati li vedevano andarsene, somigliando così alle tante immagini deprimenti delle migliaia di profughi ebrei scortati dai soldati nazisti ai campi diconcentramento durante la seconda guerra mondiale.
Per primo c’è una serie di azioni cosnsitenti ed osservabili. L’elemento più cruciale è la nuova campagna inventata quest’anno 969. In un pase dove la numerologia ha un grande potere, è un movimento di massa legato al buddismo guidato da monaci estremisti tra i quali il famoso Wirathu. 969 è derivato dalla tradizione buddista in cui i Tre Gioielli Tiratana sono composti di 24 attributi, 9 Buddah, 6 Dhamma, 9 Sangha. Si dice comunque nel movimento che seguono il modello musulmano 786 che è usato solo nella tradizione musulmana dell’Asia Meridionale, una rappresentazione della frase Coranica “nel nome di Allah, il più grazioso, il più misericordioso”.
I birmani hanno sempre interpretato il 786 come una cospirazione musulmana per prendere il potere nel mondo nel 21 secolo, dal momento che vedono 786 come 21, la somma di 7, 8 e 6. In opposizione ad esso il movimento ha coniato 969 come simbolo di un movimento religioso.
Le bandiere di questo movimento sono gli adesivi che si possono vedere in tante città del paese, come una campagna pubblica. Nelle passate settimane tanti tassì e motociclette portavano questi adesivi.
Per chi vi aderisce 969 è la protezione della razza e della religione con mezzi pacifici. In pratica è esplicitamente una campagna antimusulmana e non sulla natura di Budda di tutti gli esseri, come insegnato da Buddha stesso. In tante città per la Birmania, compreso la regione della capitale, ci sono comitati 969 che organizzano eventi e prediche religiose e distribuiscono materiale anti musulmano, libri, CD e manifestini.
Il movimento del 969 ha come obiettivo aspetti economici affermando che i musulmani dominano l’economia birmana e che perciò i buddisti non devono commerciare con loro. Invece affermano che i buddisti devono comprare e vendere solo presso negozi buddisti che mostrano l’etichetta 969. Nello stato Karen sono persino costretti i buddisti a commerciare solo con buddisti. Al momento 969 coprono un vasto campo di negozi da ristoranti medi a caffé a negozi di tè.
Le raccolte di monaci buddisti che escono fuori come funghi per il paese trattano del 969. CD audio e video degli incontri oltre agli adesivi antimusulmani si vendono nei negozi di alimenti, di telefonini, nei caffè, e tanto materiale si trova su internet. A Yangon si suonano e vedono i vari CD per la strada, diffondendosi per il paese insieme ai monaci e agli aderenti del movimento.
In Birmania i musulmani sono disegnati come pericolosi stranieri che vennero nel paese per dominare in ogni aspetto della vita. Sono accusati di dominare l’economia, di distruggere l’anima culturale del paese diffondendo l’Islam in ogni modo possibile, di attirare le donne verso l’Islam e monopolizzare il potere politico. L’ansia principale è che la nazione razza birmana si estinguerà se i menzogneri, gli stranieri, la gente senza scrupolo e quelli che mordono la mano del proprio padrone, cioè i musulmani visti come cani, non saranno espulsi.
Fare la vittima sembra essere la chiave. Il tema consistente è che i musulmani fanno tuttto il dolore possibile alla comunità e al paese. Persino quello che è riconosciuto come un difensore della pace, il monaco Ashin Nyanissara, diceva a Democratic Voice of Burma il 21 marzo, che i musulmani come ospiti dovrebbero rispettare ed essere educati verso i loro ospitanti come se l’attuale tensione religiosa fosse colpa loro.
Ci sono altri elementi importanti. Vari volumi di libri anti musulmani scritti da monaci buddisti sono intitolati in modo simile: “La paura di perdere la nazione e razza”. Questi libri che circolano da alcuni anni sono le guide per le campagne di odio, presentando storie di musulmani pericolosi e odiosi che sposano senza senso di equità donne buddiste o sposandole senza consenso, tentando di rimpiazzare il buddismo con l’Islam, e intraprendendo missioni universali per dominare il mondo economicamente, politicamente e culturalmente. I musulmani quindi prenderanno il sopravvento sulla nazione buddista se non si fanno azioni efficaci per neutralizzarli e distruggere ogni centro musulmano. La cittadinanza si suppone essere definita per linea di sangue come ha detto recentemente il ministro dell’immigrazione Khin Yi.
Ma un movimento neonazista non funziona se non ha un appoggio popolare. Che centinaia di persone ascoltino i discorsi del 969 attesta la sua nascita. Questa non è solo pubblica accettazione, ma seguono azioni come la distruzione di negozi musulmani nello stato Mon agli inizi di questo mese dopo le riunioni del movimento 969.
Sui siti come Facebook vari gruppi si riferiscono al movimento 969 come gruppi privati con numi in birmano. I membri vanno da un centinaio a qualche centinaio. Sono pagine pubbliche come il Comitato del Movimento Nazionale di Myanmar che ha registrato 15499 preferenze. Il sostegno popolare si riflette anche nei commenti degli utenti birmani di Facebook. Le traduzioni che seguono sulle pagine di due notiziari musulmani locali mostrano la serietà della situazione.
“Felici, felici. Cacciamo quella specie di cani, fligli di cagna e prostitute” … “Buone notizie, tutti i musulmani devono morire” … “Troppo poco che sono morti solo 20 persone. Devono morire tutti. Tutte le moschee devono essere distrutte.”
Il movimento neonazista che denunciava Maung Zarni cresce. Quelli che sono dietro questo movimento si muovono liberamente per il paese, mobilitando sostenitori r distribuendo messaggi di odio ad un livello allarmante.
Se non si affronta questo movimento la violenza continua e le tensioni interne in un paese così etnicamente differente sono il futuro. Che una vicenda personale ad un engozio sia scoppiato in una violenza di grande scala a Meiktila è un avvertimento preoccupante.