Nel porto di Desa Pelita, il mare è limpido e così ricco di pesce che la gente dice di non aver bisogno delle reti; siedono al molo di mattina ed attendono che il pasto del pranzo faccia un salto nei loro cesti.
E’ una piccola isola composta per lo più di pescatori e coltivatori di cocco nel lontano nord est dell’arcipelago indonesiano. “Gli abitanti sono poveri dal punto di vista finanziario ma non tanto poveri perché hanno abbastanza; possono facilmente trovare da mangiare e mangiano bene” dice Rahmut Danu Andika, chiamato Dika, che ora ritiene l’isola la sua seconda casa.
Ma non c’è elettricità, internet o telefoni a Pelita. “Non hanno granché di informazioni dall’esterno perciò le aspettative sul loro futuro e quello dei loro figli non cambiano. Noi proviamo ad essere una finestra verso un altro futuro.” dice Dika.
Dika è appena ritornato a Giacarta dopo un anno di insegnamento a Desa Pelita, nell’unica scuola primaria. A 25 anni non è un insegnante attraverso un corso di addestramento. Si dimise dal suo lavoro di ingegnere nelle miniere di carbone del Kalimantano per una posizione nella ONG di Giacarta “Movimento dell’Indonesia che Insegna”. Sin dal 2010 il Movimento ha inviato 170 dei diplomati migliori dell’università in alcune delle comunità più lontane e povere di risorse dell’Indonesia.
Anies Baswedan è il fondatore dell’organizzazione e vice cancelliere della Paramadina University a Giacarta. La formula è semplice, lui dice: inviate più docenti qualificati nelle aree socioeconomiche povere, attendete qualche decennio e vedete la società trasformarsi. La sua organizzazione seleziona il meglio tra migliaia di richieste di tanti giovani e bravi. Dopo un programma dio addestramento intensivo di sette settimane in pedagogia, comando e primo aiuto, i giovani insegnanti sono inviati verso le scuole isolate che mancano di docenti. Baswedan dice che ognuno di loro diviene “un modello, un iniziatore ed un ispiratore” che semina la speranza ed i sogni in ogni villaggio dove si trovano.
Nella premiazione degli Obiettivi di sviluppo del Millennio del 2012 a Giacarta il programma ha ricevuto il premio speciale del settore pubblico per il suo contributo al futuro dei bambini indonesiani. Secondo le statistiche dell’ONU l’Indonesia sta facendo buoni progressi verso le sue mete dell’istruzione primaria per il 2015.
Quasi il 95% dei bambini è iscritto alla scuola primaria ed il 95% dei ragazzi tra 15 e 24 anni sono istruiti. Queta è una grande conquista per un paese la cui popolazione era per lo più analfabeta quando nel 1945 raggiunse l’indipendenza. In quell’anno il 95% della popolazione non sapeva leggere e scrivere e c’erano solo 92 scuole superiori e cinque università per una popolazione di 70 milioni di persone. Poche sono le nazioni che hanno combattuto, in così breve tempo, l’analfabetismo.
Anies attribuisce il successo indonesiano al programma di “invio di studenti di alta istruzione” degli anni 50 a cui il suo programma si ispira. Il nuovo governo indipendente ha deciso di costruire scuole superiori in tutti i distretti indonesiani ed ha inviato studenti universitari, principalmente da Giava, ad insegnare due anni nei villaggi lontani. Il programma è in vigore da dieci anni in 160 scuole dell’arcipelago. Secondo Anies il risultato è stata una esplosione di studenti universitari nel 1960 provenienti da villaggi come pure da città, da povere famiglie come pure da ricche famiglie. “Ogni studente, genitore e abitante che era commosso da questi giovani e illuminati studenti aspiravano ad inviare i propri figli all’università” dice Anis Baswedan.
Ma oggi, nonostante le promettenti statistiche dell’ONU, i bambini dei villaggi remoti di tutto l’arcipelago non ricevono le stesse opportunità di imparare e crescere come nelle città. Secondo la Banca Mondiale, solo il 55% dei bambini di famiglie di basso reddito si iscrivono alle scuole secondarie e che gli studenti in media ricevono appena 5,8 anni di insegnamento. Nelle aree remote le cifre sono inferiori. A Papua il 32% dei bambini sotto i 15 anni sono analfabeti.
Quasi la metà di tutti gli indonesiani che vivono in aree remote o povere, sono sforniti di libri, strade e insegnanti qualificati. Le opportunità per molti di conseguenza sono limitate. Anies dice che l’istruzione nel paese è ancora molto urbanocentrica: la maggioranza delle università si trovano nelle grandi città e i libri di testo si riferiscono alla vita cittadina allontanando i bambini dall’imparare e dal loro ambiente. Per portare l’istruzione a tutti l’investimento e l’insegnamento devono essere riportati alle comunità. “Un bambino con voti bassi, di una famiglia povera lontana dalla città avrà qualche problema per avere un’istruzione di qualità. Molti giovani non hanno accesso ad un’istruzione superiore, non perché mancano delle capacità, ma perché non hanno soldi per potersela permettere.”
Sin dal 2010 il progetto “Movimento dell’Indonesia che Insegna” è stata subissata da oltre 19 mila richieste di giovani laureati che vogliono insegnare. Dika era uno dei 50 accettati nel primo anno del programma. Cresciuto in una grande città si considera fortunato di aver ricevuto una buona istruzione in un ambiente che lo sosteneva, con un buon vicinato e con opportunità. Dice di aver fatto domanda per il programma per poter condividere i suoi privilegi e per l’opportunità offerta di poter apprendere del suo paese. Ci vollero quattro ore e mezza di volo fino a Ternate, una nottata in nave fino a Bachan, poi un viaggio in motocicletta, minibus e barca per raggiungere Desa Pelita. Dice che il villaggio era così piccolo che tutti si conoscevano. Un’altra docente, Granasti Aprilia, Asti, è una laureata di psicologia che ha passato lo scorso anno in un villaggio nella provincia Tualng Bawang Occidentale, Sumatra meridionale, a cinque ore di aereo da Giacarta. E’ una regione di piantagioni di olio di palma e caucciù e nella stagione delle piogge le strade si fanno dei fiumi di fango rosso. “Alcuni giorni è come se scendesse una cascata di fango rosso dalla collina, e per andare a scuola dobbiamo mettere le motociclette sulle canoe o guadare i fiumi ingrossati” dice Asti.
Desa Pelita e Tulang Bawag Occidentale sono due comunità tradizionali che contano sulla terra per la propria sopravvivenza. Le sfide che Dika ed Asti provarono nel promuovere l’istruzione al loro arrivo erano le stesse. Asti dice che era difficile convincere i genitori di quanto fosse importante avere un’istruzione. A Tulang Bawang la gente raccoglie il caucciù e guadagna bei soldi dalla palma, o coltivano cassava per il bioetanolo. Non è una cosa ovvia perché i loro figli hanno bisogno di un’istruzione. Pensano: “Perché mandare i ragazzi a scuola se possiamo fare denaro dal caucciù?”. I ragazzi di Asti spesso erano assenti ed i genitori dicevano che erano malati o che visitavano i nonni. “Ma alcune famiglie tenevano le ragazze a casa per farle lavorare” dice Asti. Così per la gran parte dei giorni lei ed un altro docente giravano e andavano a prendere i bambini dai campi di caucciù.
Dika ed Asti erano i soli insegnanti con la laurea. La maggior parte sono diplomati di scuola superiore che non hanno un’istruzione formale perché la capitale del distretto dove si tengono i corsi è troppo distante ed è troppo costoso andarci. Dika dice di essere rimasto di stucco al suo arrivo a Desa Pelita nel vedere che gli insegnanti, per tenere la disciplina, usavano bacchette di legno con conchiglie di ostriche all’estremità. “Non perché fossero crudeli ma perché non conoscevano altri metodi.”
I giovani laureati dividevano il loro tempo nei villaggi tra l’insegnamento e la diffusione dell’istruzione nella comunità allargata. Dal mattino fino a mezzogiorno erano in classe, ma le sere e i fine settimana erano passati ad insegnare nella comunità, inglese, sicurezza di sè e pianificazione di carriera ad una scuola locale. Dika dice di essere diventato anche medico, educatore sessuale, consulente e tecnico di telefonino. “La gente pensava che siccome eravamo di Giacarta sapevamo fare tutto.”
Nelle scuole dove gli studenti hanno basse aspettative, Asti dice che essi “facevano sì che i bambini avessero grandi sogni”. Uno dei suoi studenti le disse che suo padre aveva detto che non aveva bisogno di un’istruzione poiché poteva sempre andare a lavorare in un altro paese come cameriera quando fosse cresciuta. Ma con l’incoraggiamento e l’informazione sui programmi di borse di studio tre dei suoi studenti della scuola superiore del suo distretto ora studiano nell’università di Giacarta.
In questo senso i giovani laureati stanno realizzando l’altro obiettivo del “Movimento dell’Indonesia che Insegna”, sviluppare i capi del futuro. Anies dice che il programma mira a sviluppare una rete di giovani che possono rappresentare l’Indonesia globalmente, ma che hanno la comprensione fondamentale del loro paese per potersi connettere e relazionare alle persone che guidano.
Per gli stessi giovani docenti, questi lavori sono stati fondamentali nella loro vita. Dika dice che il suo anno nell’isola lo ha ispirato. Ha imparato quanto grande sia il suo paese e ad apprezzare molte più cose. Ritornato a Giacarta ha smesso di usare il suo orologio dicendo di aver imparato dalla gente dell’isola a non rincorrer il tempo ma ad osservare il sole. A Desa Pelita la gente guarda il cielo per sapere se pioverà e bevono caffè fintanto che passa. “Quando piove in città ci sediamo nel traffico della città per tre ore”.
Nel 2012 un quarto gruppo di 71 giovani laureati sono stati inviati a sostituire i docenti come Dika e Asti nelle regioni lontane. Asti è di nuovo nella capitale a lavorare con uno degli sponsor del Programma, Indika Energy. Ma chiama Tulang Bawang Occidentale la “sua altra famiglia” e pensa di ritornare a salutare i suoi bambini. Dika spera di vincere una borsa per gli USA il prossimo anno. Ma per ora è rimasto con il Programma come sostegno ai nuovi docenti.
Di notte a Desa Pelita si possono vedere i colori delle stelle ad occhio nudo perché non ci sono luci sull’isola o nel mare. Dika dice che i bambini amavano guardare le stelle e fare domande: “Perché ci sono stelle rosse e blu e gialle e perché vediamo sempre la stessa faccia della luna ogni mese?” Spiegavo cosa fosse un astronauta e quando rispondevano che tutto quello che volevano era di diventare astronauti quando diventavano adulti usavo dire loro Allora dovete studiare veramente tanto ma tanto.”
Pensa di fare la differnza? Secondo Dika “Ci sono migliaia di villaggi. Speriamo che il programma possa essere uno dei tanti movimenti di comunità che fanno grande il paese. Speriamo di poter accendere più candele così che ogni bambino nel paese creda che possano diventare qualunque cosa desiderino essere”
May Slater Inside Indonesia