Pork Barrel, letteralmente il Pezzo di Maiale, è il nome volgare del “Fondo di assistenza allo sviluppo prioritario” che è utilizzato a discrezione del parlamentare. E’ anche un termine generico usato per qualunque fondo governativo utilizzato a scopo personale. Facile ad essere usato male, per arricchirsi personalmente quando un pezzo di esso termina nel portafoglio del parlamentare.
Poiché in tutta onestà nessun parlamentare ammette che sono abusati e che sono una forma di corruzione, insieme alle diarie, il pork barrel è diventato così esagerato che nessuno si è mai sognato di abolirlo.
Con oltre 70 milioni di peso, quasi 1,5 milioni di euro, in attesa delle qualità distributive del parlamentare ed oltre 4 milioni di euro per senatore, il fascino del Pezzo di Maiale rivaleggia con il gioco del Lotto, con la bisca clandestina ed altri giochi messi assieme. Quindi vinci l’elezione e arrivi a giocare con una somma che nessun giocatore del lotto giocherà mai. Non solo, ma ti è garantita una vincita ogni anno e senza doverci lavorare poi tanto. Fa solo qualche risonante affermazione quando la stampa ti circonda, fai vedere di essere sempre al lavoro, vestiti bene sempre, frequenta gli eventi sociali e fatti invitare dappertutto come ospite.
La gente si chiede spesso: Quale legge autorizza o governa la distribuzione del Pork Barrel? Bella domanda. Non c’è alcuna legge. E questo termine non appare in nessun documento. Ma tutti lo usano perché è un parola generalmente usata per indicare i soldi dei cittadini che sono messi da parte per sostenere un interesse personale o un’agenda di un politico. Non c’è alcuna legge, un semplice accomodamento tra Palazzo Presidenziale e il Parlamento, e tutti ti diranno che si tratta di una vecchia pratica. Cosa altro potrebbe guidare quei vecchi stracci di politici tradizionali se non da pratiche tradizionali?
Ogni anno i senatori e parlamentari stendono una lista di progetti che vogliono realizzare, stimano i costi, luoghi e quant’altro. Le liste sono prese dal presidente della Camera Bassa e del Senato, poi inviati al palazzo del presidente perché li includa nella finanziaria dell’anno seguente. Ci possono essere delle trattative mentre la lista è rafforzata dal dipartimento della finanza e dalla gestione. E’ questo dipartimento che esamina la lista e li mette nei bilanci delle rispettive unità. I progetti di lavoro pubblico con il rispettivo ministero, progetti agricoli con dipartimento agricolo o con le foreste, o quelli ambientali con il ministero dell’ambiente. Dopo la firma del presidente della Repubblica e invita a sottomettere il bilancio consolidato, ritorna al parlamento per essere applicato come legge di appropriazione generale (GAA)
C’è una cosa non detta in questo processo che in considerazione dell’atto di integrazione dei progetti in un GAA da parte del Palazzo Presidenziale, il Congresso tra l’altro facilita l’approvazione dei suoi eletti da parte della Commissione sulle Nomine, approva o sostiene le leggi prioritarie del Palazzo e intraprende indagini nel braccio esecutivo. E’ un quid pro quo. E’ importante notare che il congresso non può aggiungere pezzi di bilancio o incrementare quanto allocato dal GAA. Può ridurlo o togliere delle parti.
In ogni caso i fondi del Pork Barrel sono diventati un così forte incentivo alla ricerca di una posizione pubblica nella nostra società. Attrae quelli che non hanno faccia, i lecchini e persino quelli che non sono impiegabili alla ricerca di un posto elettorale. Tenta le persone ad intraprendere corruzione e accaparramento, con impunità, dal momento che dà al cattivo uso e all’abuso di fondi pubblici una copertura ufficiale e libera chi li utilizza da ogni colpa.
Queste somme immense che un senatore o un parlamentare spende a piacere ha moltiplicato la corruzione nel nostro sistema di molte volte. Ha causato la corruzione a diventare un cancro nel nostro corpo politico pubblico, al punto che nessun politico e nessun distretto elettorale si può dire libero dalla corruzione e dall’abuso.Qualunque politico è macchiato dallo stigma della corruzione e dalla cupidigia. A torto o ragione, la gente ritiene che nessuno nel congresso è pulito o onesto. Tutti sono sporchi. E poiché nessuno si prende la briga di fare un resoconto di come la propria somma di Pezzo di Maiale è speso con beneficio, il silenzio è considerato come il fare le spallucce, un gesto vago di accettazione della brutta realtà.
Inoltre c’è la percezione che, tranne che per pochi, i progetti inclusi con i Pezzi di Maiale sono sempre sotto la media in modo clamoroso, ma sempre reclamati in tutta pompa con il volto o il nome di chi ha il Pezzo di Maiale. E’ una infeliità perché la loro visibilità serve a ricordare costantemente della disonestà rampante, come infrastrutture che crollano più velocemente di un mandato parlamentare, edifici pubblici fatiscenti e così via. Nutre il cinismo se non l’avversione nella mente della gente. Avvelena la percezione dei giovani dello stato e del fare le leggi come qualcosa di corrotto, egoista, sporco e profondamente corrotto.
Il Pezzo di Maiale e gli abusi di chi lo maneggia incubano una cultura dell’impunità. La semplice mazzetta, la grande ruberia, persino il furto nel nome dell’Assistenza Allo Sviluppo Prioritario, si accumulano come cirripede sulla chiglia della Nave dello Stato, infettando i consigli legislativi a tutti i livelli della burocrazia.
Si accorgono il Congresso, la sua guida e almeno qualcuno dei suoi membri che la dipendenza dal Pezzo di Maiale diffonde una Cultura dell’Impunità nella nostra società? Non riconoscono il danno che creano nella morale della nostra società? L’impatto di questo spirito di impunità richiederà generazioni per mitigarsi ma non per essere sradicato interamente considerato il tipo di persone che si attaccano in modo parassitario alle mura del parlamento a tutti i livelli, dal barangay, al Comune, alla Provincia fino a tutto il Parlamento. E’ tempo di ripensare lo schema del Pezzo di Maiale.