Il dopo elezione in Malesia è sempre più turbato dallo scontro con l’opposizione, maggioritaria nel voto popolare con oltre il 53% dei voti, ma sconfitta dall’attribuzione dei seggi nel parlamento federale.
Mentre Najib subito dopo il risultato elettorale invitata l’opposizione ad una pacificazione, ora di fronte all’opposizione democratica, pacifica ma vocale non trova di meglio che applicare la legge contro l’ eversione, promulgata dai colonialisti inglesi nel 1949.
Alle manifestazioni di massa dell’opposizione che vedono centinaia di migliaia di persone nelle piazze di tutte le etnie e religioni, il governo appena eletto di Najib e del BN (Fronte nazionale) non ha di meglio che accusare gli oppositori di eversione e di farli arrestare nella speranza così di fermare l’ondata popolare.
Uno studente di 24 anni, Adam Adli Halim, è stato incarcerato e poi rilasciato su cauzione con l’accusa di eversione per un’affermazione fatta in un dibattito pubblico post-elettorale dove avrebbe detto “scendiamo nelle strade per riprenderci il potere”.
All’arresto dello studente è seguito anche quello di Tian Chua del People’s Justice Party di Anwar Ibrahim e Tamrin Ghafar, membro dell’opposizione, e di Haris Ibrahim, un attivista di un gruppo dei diritti civili con gli stessi capi di imputazione. Hanno denunciato i presunti brogli elettorali commessi dai partiti al governo in varie manifestazioni pubbliche in tuta la Malesia. Tian Chua attraverso Twitter ha invitato tutti a non farsi vincere dalla paura, ma a radunarsi pacificamente ed avere fede nel processo politico.
In questi frangenti in realtà si manifesta il vero volto delle operazioni di maquillage fatte nell’ultimo anno del governo Najib quando ha “modificato” le leggi di emergenza come pura operazione di facciata, lasciando questa legge sulla eversione e con essa nella realtà poco spazio per un’opposizione pacifica ma molto vocale. Infatti per eversione o sedizione, la legge malese intende l’espressione di odio verso il governo che perciò deve essere solo amato.
L’avvocato di Halim ha dichiarato: “la legge è ancora chiaramente usata per domare il dissenso. E’ aperta ad ogni cattivo uso .. è una violazione della libertà di espressione di di assemblea.” Lo studente Halim rischia fino a tre anni di carcere e una multa.
Oltre alla protesta dei partiti di opposizione per questi arresti, si è espressa anche Amnesty International che, in una dichiarazione pubblica, chiede il rilascio immediato e senza condizioni dello studente arrestato in base all’articolo 4 della legge contro l’eversione e in base all’articolo 124 del codice penale, sottoposto poi ad un interrogatorio lungo tutta una notte.
Secondo Amnesty International il governo deve smettere di usare le due leggi per impedire alla gente di esprimersi e smetter di arrestare la legge che esprime solo il proprio credo politico o opinioni differenti. L’articolo 4 della legge contro l’eversione rende penalmente perseguibile ogni affermazione orale, stampata o pubblicata o atti con “tendenza eversiva o sediziosa”.
Il codice penale invece stabilisce che “chiunque con ogni mezzo direttamente o indirettamente commette un’attività a detrimento dell’attività della democrazia parlamentare sarà punito con la prigione che può estendersi fino a 20 anni”.
“E’ un effetto che fa rabbrividire sulla libertà di espressione in violazione della costituzione malese e degli obblighi legali internazionali. Dà una discrezione totale agli ufficiali di polizia di arrestare e detenere una persona se secondo l’ufficiale una persona sta commettendo un atto che per quell’ufficiale sembra andare a detrimento della democrazia parlamentare.”
Kuala Terengganu snobba Najib: Una folla mostruosa si raduna per sostenere le manifestazioni Black 505 di Anwar
Nel frattempo il ministro degli interni, Datuk Seri Ahmad Zahid Hamidi, rafforza ancora di più l’idea del governo. Per lui esiste la maggioranza silenziosa della gente non è d’accordo con queste manifestazioni dell’opposizione. Inoltre chi organizza queste manifestazioni senza aderire alla legge della Assemble Pacifiche si espone al rischio di dover pagare “un alto prezzo” quando la polizia dovrà intervenire per applicare la legge senza alcuna interferenza da parte sua.
“Sate buoni cittadini ed accettate il risultato elettorale e i regolamenti nella costituzione federale. Non siate causa di guai perché la maggioranza silenziosa non è d’accordo con le vostre azioni” e così via. O pagherete un alto prezzo. Ma forse, come leggiamo in seguito, non tutti i malay appartengono alla maggioranza silenziosa del ministro Hamidi.
Il primo ministro Najib Razak forse se la dovrà vedere con la gente che l’ha votato. Nonostante che abbia lanciato un’operazione di ripulitura contro i capi dell’opposizione, contro un’attivista della società civile ed uno studente, pochi malesi sono rimasti impressionati da questa manifestazione di potere o forza.
Sdegno e disprezzo sembrano essere le emozioni che lui ed il suo parito sembrano aver evocato con gli ultimi tentativi di controllo di pubblico sdegno su un preteso imbroglio alle elezioni malesi scorse. Un uomo malese con un turbante islamico elaborato ha detto a Malaysia Chronicle: “Saranno in molti a venire” parlando della manifestazione Black 505
“Cosa c’è da aver paura? Sono loro che devono aver paura” dicono un gruppo di giovani con la maglietta Black 505, le manifestazioni lanciate da Anwar Ibrahim due giorni dopo il risultato elettorale per protestare contro la frode subita. “Questa è la democrazia” dice un uomo che parteciperà alla manifestazione che inizierà alle 9 di sera (di ieri) quando gli è stato chiesto se avesse paura degli arresti.
Anwar e l’opposizione aveva lanciato una serie di manifestazioni per il paese per spingere Najib a rivedere e persino rifare le elezioni in almeno 27 seggi dove affermano di avere prove stringenti di frode elettorale, di compravendita di voti e di votanti fantasma.
Black 505 simbolizza le manifestazioni contro la “morte” della democrazia malese dal momento che i malesi, secondo l’opposizione, sono costretti ad accettare il governo del BN nonostante avessero votato per il Pakatan Ryakat.
Le manifestazioni hanno attirato folle incredibili in ogni luogo compreso il Cuore Malay, il bacino elettorale tradizionalmente del BN. Forse è proprio questa la ragione che ha spinto alla repressione politica. Martedì scorso oltre 80 mila persone si sono radunate a Kota Sarang Semut e Kedah, e stanotte si attendono 50 mila persone a Kuala Ibai, dove i Malay rappresentano la etnia maggioritaria fino all’80%. Qui sono attesi Anwar Ibrahim e il vice presidente del partito islamico di opposizione.
Attorno a mezzogiorno la polizia ha arrestato Tamrin Ghafar, figlio del vice primo ministro Ghafar Baba che aveva di recente lasciato il partito di governo dell’UMNO per passare al Partito Islamico di opposizione, Tian Chua del PKR e Haris Ibrahim che ha fondato il movimento Tutto Tranne UMNO.
Il capo degli studenti Adam Adli è restato in carcere per cinque giorni dopo essere stato accusato di eversione per aver incitato il sentimento pubblico dopo che in un suo discorso ha invitato i malesi a rovesciare il governo UMNO BN.
Il suo avvocato ed i grupp icivili hanno accusato l’amministrazione Najib di andare proprio contro lo spirito e il fondamento della democrazia, la libertà di espressione e il diritto di scegliere il rporpio partito.
Wong Choon Mei, Malaysia Chronicle