Il percorso della pace in Thailandia e l’idea di un Ramadan senza violenza stanno subendo alcuni intoppi brutti e forti.
Il cessate il fuoco nel meridione thailandese di Narathiwat, Yala e Pattani tra il BRN e il governo thai dopo 15 giorni di Ramadan sembra essere saltato. L’agenzia Bernama riporta 32 incidenti con 22 morti e altri 28 feriti. In un ultimo attentato con una bomba da 12 chili posta lungo la strada sono morte tre persone, insegnanti, due docenti musulmane ed un docente buddista.
Il numero totale dei docenti uccisi sarebbe di 150 fino ad ora. In un’altra sparatoria due persone sono rimaste uccise da due persone armate di AK 47 che hanno sventagliato colpi di mitra ad un ristorantino dove varie persone sulla strada per la vicina moschea bevevano del the. La polizia nelle sue indagini come in altri casi sta considerando la possibilità che si tratti di morti dovute a vicende personali.
Anche una coppia di cittadini thailandesi buddisti è stata uccisa di fronte al proprio figlio di 4 anni che è rimasto ferito. La coppia in viaggio su una motocicletta era stata fermata da due persone in moto che cercavano indicazioni quando la persona sul sedile posteriore ha aperto il fuoco uccidendo i due. Poi hanno rubato la motocicletta e sono fuggiti.
In precedenza un sospetto del Runda Kumpulan Kecil era stato ucciso dalla polizia il giorno 19.
Un gruppo di rangers aiutati da un elicottero hanno occupato un campo di addestramento del Runda Kumpulan Kecil, dove erano ospitati una decina di militanti, dopo aver avuto un breve scontro a fuoco mentre erano alla ricerca di quattro sospetti del gruppo per la morte di alcune persone. Un intervento attivo contro l’insorgenza contrario agli impegni assunti anche da parte thailandese.
L’unico atto non violento in questi giorni di fuoco è il dispiego di poster e manifesti in cui si chiede alle forze di sicurezza di lasciare la regione se si vuole vedere la pace.
Sul versante politico c’è la lettera del BRN al facilitatore malese che denuncia le forze della sicurezza thailandese per aver interrotto la tregua in vigore per vari attacchi e per un atteggiamento positivo e non di difesa delle forze sul campo. La conseguenza è che il BRN avrebbe risposto a questa situazione con propri attacchi.
Il generale Paradorn del NSC ha negato un atteggiamento offensivo delle forze di sicurezza e ha addossato la colpa al BRN. Si spera comunque che questi incidenti possano essere rivisti insieme al facilitatore malese e si possa davvero vivere un Ramadan con minore violenza.
Scrive Dan Pathan su The Nation:
“Inoltre a due ore dall’annuncio (del BRN del cessate il fuoco) quel venerdì sera vide Sofan Tanyong Ali sopravvivere ad un attacco armato nel distretto di Reuso a Narathiwat mentre tornava a casa in motocicletta. Il Lunedì Torleh Spaeing, sospettato di essere un insorto da parte della autorità, è sopravvissuto ad una sparatoria in un distretto di Yala. Il martedì un insegnate islamico, Mahdaree Ali era stato ucciso da vicino nello stesso distretto mentre andava a raccogliere il caucciù. Quello stesso giorno la morte di Abdullohing Ngoleng presso Salahudin Withaya Ponoh School a Muang di Yala.
Mentre le autorità non hanno detto parola su queste morti, non hanno potuto negare la coloritura politica delle bombe di strada di mercoledì contro una unità di paramilitari rangers che pattugliava Banang Sata. La stessa mattina vide l’attacco ai soldati con una bomba lungo la strada seguiti da scontri a fuoco di 15 minuti con due militari seriamente feriti.
Fonti nel BRN accusano le squadre della morte vicine al governo per le sparatorie a Banang Sata senza però dire se si trattasse di loro militanti. “Bobor Li era un uomo religioso e doveva essere lasciato stare” ha detto la fonte del BRC.
Membri del BRC hanno anche non accettato le dichiarazioni del facilitatore malese. Bangkok secondo loro ha convinto la Malesia a giocare la carta della religione, la carta del Ramadan, credendo che sarebbe stato onere del movimento separatista ridurre la violenza…
Una fonte del BRN ha detto che un Ramadan pacifico non era una cattiva idea dicendo che se ne era discusso anche con i capi militanti sul terreno per più di due mesi. La cosa è cambiata quando da parte thailandese si è politicizzata la questione credendo di poter raggirare l’insorgenza riponendo l’onere su di loro. Il 9 giugno centinaia di Imam della regione erano stati invitati ad un evento sponsorizzato da SBPAC dove fu posta la questione di un Ramadan pacifico da imam vicini al governo, tra i quali Abdulrahman Abdulsamat che appartiene anche al Puea Thai. L’agenda era così ovvia ma nessuno volle essere considerato ostile alla pace nel Ramadan.
Ma per la regione la violenza rimane ed è così da quando una nuova generazione di separatisti malay musulmani è apparsa sulla scena prendendo le armi contro lo stato.
Allo stato comunque il Ramadan offre l’opportunità di giocare la carta religiosa per screditare l’insorgenza che ha dimostrato una capacità militare alta potendo attaccare dove e come vuole. Per i separatisti anziani questo cambio di prospettiva dello stato è un grande punto di svolta.
Durante gli scontri alla moschea di Kru Se il 28 aprile del 2004 i militanti che si scagliavano contro le mitragliatrici armati di machete furono descritti come giovani invasati che avevano abbracciato la versione errata dell’Islam e della storia thailandese. Il loro manuale dell’organizzazione, Berjihad di Patani, scritto per motivarli, fu chiamato come il nuovo Corano dal governo.
Chi ha pianificato la sicurezza ha anche provato a convincere i religiosi musulmani a stabilire che i militanti morti per mano della sicurezza non dovevano essere seppelliti come martiri secondo i principi islamici, chiedendo che i religiosi dicessero che non esistevano giustificazioni religiose. Finora nessun religioso rispettato dall’insorgenza si è mai azzardato a dire una cosa simile.
I separatisti riconoscono di non avere il sostegno dei musulmani thailandesi al di fuori della egione. Tuttavia sostengono che la loro lotta contro lo stato è una causa giusta poiché l’Islam permette la rivolta contro un governo ingiusto.
Chiaramente i partecipanti malesi e thailandesi volevano che Hasan si esprimesse in favore del cessate il fuoco per il Ramadan, nonostante la poca influenza che ha con il comando del BRN e la scarsa con i militanti sul terreno. E Hasan non voleva prendere questa patata bollente tanto che inizialmente la conferenza stampa del BRN fu annullata, stando ad una fonte del BRN.
Per i capi in esilio la carta religiosa è un errore che potrebbe causare alla Thailandia conseguenze anche peggiori come l’incitamento di radicali islamici se il conflitto è ritenuto religioso.”
In passato l’OIC ha fatto più volte pressione sui governi thailandesi specialmente dopo i massacri di Tak Bai e Kru Se ad aprile e settembre del 2004, ma varie figure musulmane thailandesi hanno aiutato ad allentare questa pressione. Sarà ancora possibile?
Già in passato l’OIC ha attaccato la politica del governo per come ha trattato il meridione thailandese.
“Ma invece di provare ad affrontare i problemi le autorità d’altro canto continuano a guardare a come screditare l’insorgenza e pensano che più essa è moralmente biasimata migliore è la posizione thailandese agli occhi anche della platea internazionale. Ma la realtà suggerisce qualche altra cosa, dal momento che i malay musulmani non si fanno scrupoli nel sostenere l’insorgenza.”