Fonti dei Fratelli Musulmani del Partito di Libertà e giustizia hanno stimato il numero di morti almeno a mille persone con altre diecimila persone ferite tra i quali giornalisti indipendenti e cameraman che seguivano gli eventi.
La sua posizione incoerente sulla cacciata del Presidente Morsi e la mancanza deliberata di una sua aperta condanna come un golpe militare sono stati estremamente riprovevoli e sconcertanti. Malgrado i recenti agitati sforzi della sua amministrazione per la riconciliazione con il segretario di Stato John Kerry e il senatore John McCain, una immediata e non ambigua censura dei “nemici della democrazia” avrebbe potuto mitigare se non cambiare del tutto qualunque conseguenza deplorevole.
La sua scelta tragica di ambivalenza ha chiaramente trasformato un impasse precario in un disastro umanitario completo nazionale dalle ripercussioni geopolitiche difficili da prevedere.
Presidente Obama, il riferimento costante ai Fratelli Musulmani come “Islamisti” da parte dei media occidentali è sia deliberato quanto sinistro. Il tentativo corrente da parte dei media occidentali di denigrarli come “volenti” e “ex terroristi” è ancor di più spregevole.
“Islamisti ed Islamismo” sono etichette sinistre del pensiero politico occidentale per differenziare deliberatamente gli “Islamisti” dal resto dei cittadini “musulmani ordinari”
Descrivere “Islam politico” come un movimento contemporaneo che concepisce l’Islam come ideologia politica e quelli che lo sostengono come “islamisti” è ugualmente meschino ed altrettanto mal concepito. Il fatto che “musulmani ordinari” eleggono “islamisti” in Tunisia, Marocco, Egitto e altre parti del mondo musulmano vendica che i “musulmani ordinari” riconoscono la presenza, l’importanza e la rilevanza dell’Islam nello spazio pubblico e nel governo sociopolitico.
Presidente Obama, i capi e le organizzazioni islamiche vogliono credere di poter essere egualmente responsabili e attori politici critici non solo nella ricostruzione della nazione ma anche nel rifare la civilizzazione umana. Le esperienze dei partiti islamici hanno ampiamente mostrato che gli “islamisti” possono assumere il ruolo e servire la democrazia.
Di sicuro è stata un’impresa gigantesca per il presidente Morsi e i Fratelli Musulmani e i loro partiti di coalizione del dopo rivoluzione riscattare una nazione sia nella sfera economica e politica, afferrata da decenni di dispotismo e tirannia.
A dire il vero, il presidente Morsi e la sua amministrazione hanno i loro fallimenti e eccessi percepiti, molti come tipico di amministratori alle prime esperienze, osservati spesso per la mancanza di finezza politica e acume amministrativo. Su numerose istanze, comunque è bene ricordare, si è ammorbidito e apertamente chiesto scusa alla nazione.
Presidente Obama, Vuole che il mondo creda che Morsi era chiaramente una minaccia alla democrazia da garantirgli la deposizione attraverso un golpe militare?
Vuole tentare d razionalizzare al mondo che lei ha sostenuto la cacciata e la sovversione da parte dei militari e di politici non eletti e finiti di un presidente eletto in libere ed eque elezioni?
Davvero pensa, seriamente, che i musulmani specie i cosiddetti “Islamisti” si sentirebbero grati ed in debito con gli USA e ai militari, alla polizia e ai loro “sostenitori civili” egiziani per aver salvato l’Egitto dalla “Tirannia e aver restaurato la democrazia”?
Davvero vuole farci credere che Morsi nell’essere nominato presidente ha tramato e lavorato sul processo politico per raggiungere le miopi mete “partigiane” del suo “partito fondamentalista” contro la popolazione egiziana?
Mentre la sua coscienza non può rispondere affermativamente sulee questioni di sopra, sarebbe mai giustificabile per l’uso spropositato della forza e la potenza di fuoco asimmetrica sui cittadini egiziani amanti della democrazia l’uccisione di centinaia se non migliaia di persone?
Presidente Obama,
Mentre l’Egitto è ancora sotto il governo militare e la legge marziale, ora siamo pienamente consci del suo piano di gioco della sua amministrazione contro la democrazia e il governo della legge nel Medio Oriente e in tutte le altre parti del mondo in via di sviluppo. Purtroppo il suo faro splendente di speranza e di democrazia nel terzo Mondo è macchiato molto di ipocrisia e di doppi standard.
Un insieme di standard per finanziare i suoi amici tra i militari egiziani e i politici “laici” ed un altro per accerchiare la fratellanza musulmana eletta dal popolo e rilasciare la forza militare sui comuni cittadini egiziani.
Con grande mortificazione e profondo disgusto nel testimoniare il massacro attuale nelle piazze egiziane, la democrazia è stata tradita in modo irrimediabile, nella sua combutta con la giunta militare e i politici non eletti.
Nonostante il nostro lavoro sincero e quotidiano nel partecipare alla democrazia, è diventato veramente difficile ora convincere gli scettici tra i musulmani e gli islamisti in particolare immersi come sono nel pieno del loro disprezzo e del loro sdegno.
Dopo tutti i suoi sforzi nel difenderla, la democrazia è davvero per tutti?
Dr Dzulkefly Ahmad è direttore esecutivo del Cenro Ricerche del PAS, partito islamico malese della coalizione del PK di Anwar Ibrahim.