Col le sue 60 mila persone è categorizzata dalle forze di sicurezza come “problematica” insieme ai vicini distretti come Bacho, Yi-ngo, Rangae e Si Sakhon, come pure a Raman e Bannang Sata della vicina provincia di Yala. Tutte queste aree sono diventate famose negli scorsi anni per essere le basi dei separatisti armati che operano nel profondo meridione, almeno secondo quanto affermato da chi vive fuori della regione.
A Rueso soltanto attacchi degli insorgenti contro le postazioni militari e della polizia accadono ogni giorno, e tanti di questi comportano morti o feriti. Lo scorso anno raggiunsero le testate dei giornali i racconti secondo cui l’attuale violenza “faceva fuggire le famiglie buddiste”.
Ma questa immagine negativa pubblica preoccupò tanto la gente del posto da farli riunire con i figli e le figlie dei nativi ormai sistematisi a Bangkok ed in altre province da formare l’Associazione della gente di Rueso. Lo scopo principale di questa organizzazione è da far comprendere che i messaggi dei media sulla violenza nei loro distretti sono talvolta esagerati o per lo meno ingiusti.
Rueso è ancora una comunità relativamente benestante e la gente ci tiene al proprio modo di aver cura del benessere di tutti, una solidarietà che si è tradizionalmente estesa fino alla tolleranza per persone di diversa estrazione.
Un figlio di questo distretto, Najib bin Ahmad, si è ultimamente speso molto per ricordare a i propri vicini dei giorni in cui regnava un’armonia comune in queste parti sperando di dare origine ad un qualche rinascimento nella città che chiama casa.
E’ stato uno dei principali organizzatori di un festival chiamato “Rueso Jabat: ricordando il passato per amore del futuro” che è stato celebrato nella scuola infantile gestita dalla sua famiglia. Jabat è il vecchio nome di Rueso e l’evento, in cui c’era una mostra fotografica, una mostra di artigianato locale e tradizionale, un concerto ed una fiera degli alimenti locali, voleva impressionare i visitatori permettendo loro di vedere come individui di differenti religioni e razze – Thai buddisti, thai cinesi, Pathan di origine pakistana e Malay musulmani – riuscirono a coesistere pacificamente per tanti anni nel distretto.
Rueso non si identifica con le manifestazione di colore che si ritrovano in altri distretti meridionali, il teatro del Likay o i rituali del coltello ornato portato tradizionalmente dagli uomini Malay, il Kris. Ma il distretto si è sempre fregiato per essere un crogiolo di espressioni culturali tradizionale e moderne che derivano la loro influenza da una varietà di fonti. Alcuni anziani del villaggio si sono vestiti per l’occasione con vestiti d’epoca risalenti agli anni 60 e 70.
In un momento delle celebrazioni musicisti buddisti e musulmani sono saliti sul palco per fare una jam session con chitarre ed organi elettronici; se i loro cuori e menti non fossero intonate sulla stessa frequenza, i suoni da loro creati sarebbero stati discordanti e cacofonici. Ma la fusione artistica è stato un successo netto e l’atmosfera conviviale che ne è seguita ricordava ad alcuni dei presenti i tempi in cui musicisti professionali di Rueso erano molto richiesti in Malesia ed anche in luoghi turistici come Pattaya.
Un’altra ragione alla base dell’organizzazione del festival era la speranza di poter fare da contrappeso alla tendenza verso il disimpegno che aveva comportato un raffreddamento delle relazioni nelle comunità ed incoraggiare i differenti gruppi etnici a mantenere aperte le linee di comunicazione nonostante le tensioni causate dalla lotta attuale. Questa è stata la ragione per cui rivivere i ricordi di un passato più armonioso ed iniziare discussioni informali sul come risuscitare la coesistenza fraterna erano un passo piccolo ma significativo. Dopo tutto, questo fu il distretto a cui sua maestà, durante una sua visita, fece una donazione personale per la ricostruzione della moschea del posto, una piccola struttura in legno rimpiazzata nel 1959 da una struttura in cemento armata più spaziosa coperta di marmi.
Thewin Wongnarakul di 65 anni nacque a Rueso nel negozio Lee Nam Heng fondato da suo padre cinese che si era spostato da Nakhon Pathom e che Thewin ha ereditato.
“Certo che le cose negli ultimi 30 anni sono cambiate. Sono scomparse le barche e i pontili una volta che costruirono i ponti. Si sono spostati qui più Pathan e Malay e loro hanno un grande ruolo nella società sia economicamente che socialmente. Alcuni negozi thailandesi e cinesi si sono chiusi quando i proprietari originali se ne sono andati” dice Thewn.
Negli anni 70, nei suoi giorni fulgidi, Rueso aveva tra le tante cose tre studi fotografici ed un cinema. Allora i raccoglitori di caucciù di origine per lo più Malay assicuravano un commercio veloce a metà dei grossisti del luogo che trattavano i fogli di latex. Mentre questi affari erano controllati per lo più da famiglie Thailandesi e cinesi, i musulmani malay non sentivano chiaramente quel senso di diseguaglianza economica, dice Thewin, che nota come l’attuale ondata di insorgenza si sia spostata dalle aree rurali verso i centri urbani, perciò un livello di agiatezza che un tempo era gestito in modo delicato è ora una cosa del passato, qualcosa vissuto da pochi della nuova generazione.
Theera Akaramat, che fu sindaco del distretto dal 1996 al 2004, ha intessuto le lodi di tutti gli sforzi per ritessere il tessuto sociale di Rueso. “Il festival rafforzerà l’unità tra la gente. Se avessimo atteso che le autorità facessero una cosa del genere sarebbe stato troppo tardi.”
Najib ha detto di averci riflettuto moltissimo dopo aver passato vari anni a godere la vita “confortevole, ben pagata ma vuota” di impiegato per una ditta di costruzione giapponese con vari progetti a Bangkok e Bang Pakong, nella provincia di Chacoengsao.
E’ tornato alla sua città natia nel 1988 dopo la morte di suo padre, un musulmano dalle idee progressiste che gestiva una scuola privata dove insegnava il Thailandese (una razza rara di questi tempi, come nota Najib stesso).
Ora padre di cinque figli, Najib è un prodotto delle influenze culturali di Bangkok, dell’occidente e delle radici Musulmane Melayu. L’essere esposto a così tanti modi di pensare gli ha donato oltre che attitudini liberali anche delle abilità imprenditoriali. Ha detto di aver passato molto tempo ad ascoltare la sua gente, la rabbia e l’odio che sentono quando si confrontano con la percezione sbagliata secondo cui tutti i separatisti sono senza eccezione dei “cattivi musulmani”.
“I media hanno ipnotizzato sia la gente del posto che quelli di fuori convincendoli che Rueso è nota per essere la culla degli insorgenti.” dice Najib prima di ammettere che crede che la paura sentita dal resto del paese sul suo distretto è giustificata. “Ma devono esserci altre ragioni per questo conflitto che le differenti ideologie … gli atti delle forze dello stato thailandese dirette contro la Comunità dei Musulmani Melayu e le contromisure prese dal movimento degli insorgenti sono tutti parti del problema”.
“Dai tempi di mio padre, la nostra famiglia non ha mai pensato della religione come una causa fondamentale delle divisioni della comunità. Di solito radunava giovani buddisti e musulmani per passare l’estate insieme. Era attento alle istanze di sviluppo, al progresso e alla modernità, mentre mia madre che era di nobili origini era più interessata alle sottigliezze della cultura.” spiega Najib.
Secondo lui la fonte principale dei problemi nel Meridione è la rigida implementazione della idea di “Thailandesità” un approccio che distrugge le ricche risorse umane e naturali da tutti i distretti nel meridione, mentre ne ignora il significato, se non lo distrugge deliberatamente, quella rete di amicizie e lo spirito della comunità che conferisce a questo distretto il suo carattere unico.
Da biasimare sono anche “le forze reazionarie che si confrontano con la rigidità di Patani” che sono più preoccupati del mantenere i confini attuali dello stato che del preservare la decenza e la dignità della gente comune.
“Possiamo sottolineare che i cinesi di Rueso si spostano ad Hat Yai per esempio, ma tanti musulmani sono anche migrati altrove specialmente per come è cambiata la struttura economica di sviluppo dentro e fuori Rueso.”
“Non sono nostalgico della gloria del passato” dice alludendo ad un’idea che sta alla base del festival che ha contribuito a organizzare. “Voglio usare le vecchie immagini per mostrare al mondo che le persone qui coesistevano in armonia e ricordare alla gente di Rueso di questo per poter guardare avanti, per poter parlare di più tra noi su quello che si può riparare nella nostra comunità e come possiamo vederci vivere negli anni a venire”.
Mentre la gente del posto alla fine dovrà vedersela da sola, le autorità hanno anche un compito di preparare la strada facilitando il processo di rinnovamento regionale.
Najib sente che il governo dovrebbe fare qualcosa per invertire la fuga dei cervelli che vede giovani dotati del luogo andarsene a studiare come insegnante, o infermiere, oppure ingegneria e trovare di conseguenza lavoro nei paesi musulmani vicini o nei paesi del Medio Oriente. Per rafforzare la comunità vorrebbe vedere le autorità nazionali prendere misure per migliorare le condizioni economiche nel Meridione per spingere i professionisti nati a Rueso a tornare a casa e cercare lavoro nell’area.
L’atmosfera a Rueso ora sembra serbare qualche speranza in più, sebbene sia un ottimismo molto cauto. Se la gente che proviene da differenti contesti etnici riesce a imparare di nuovo a convivere, forse si può restaurare la pace in questa comunità verde e piacevole ed i visitatori non avranno più bisogno di camminare pieni di paura per le bombe e i proiettili.
Achara Ashayagachat Bangkokpost.com