Secondo la legge di emergenza i militari possono essere autorizzati a collaborare con la polizia nel mantenimento dell’ordine pubblico. Ha una durata di 60 giorni.
“Ne abbiamo bisogno perché i manifestanti hanno chiuso uffici governativi, banche e sono state causati feriti e morti. Il governo avverte la necessità per mantenere la situazione sotto controllo” ha detto Chalerm.
Lo stato di emergenza permette l’imposizione del coprifuoco, la detenzione senza accusa, la censura dei media, il divieto di assembramento di più di cinque persone e il dichiarare una zona di divieto di accesso.
Si ricordi che nella settimana scorsa ci sono stati vari scontri a fuoco con lanci di granate che hanno ucciso una persona e ferite un’altra cinquantina. Finora non sono stati arrestati i colpevoli.
Il governo si è impegnato a far andare avanti le elezioni prossime del 2 febbraio, mentre la Commissione Elettorale ha fatto appello alla corte costituzionale per il conflitto tra la propria posizione e quella del governo. Mentre secondo la commissione, il rischio di violenze potrebbe portare ad elezioni in cui non si raggiunge il numero minimo di eletti con conseguente invalidazione delle elezioni stesse, il governo si è impegnato affinché le elezioni si svolgano regolarmente. Secondo il governo il decreto di emergenza non preclude o rende impossibili le elezioni.
Il PDRC da parte sua per bocca di vari capi ha promesso di portare avanti la protesta e di voler sfidare la legge di emergenza che non può “togliere i diritti garantiti dalla costituzione”. Perciò continueranno le manifestazioni in cinque punti della capitale.
Suthep ha dichiarato: “E‘ giusto usare il decreto di emergenza per dichiarare uno stato di emergenza per venire e trattare con noi? Venite a prenderci. Non abbiamo paura di voi”.
Nel frattempo nelle province meridionali del “regno del sorriso” si muore ancora per l’insorgenza. Son tre i morti della giornata del 21 gennaio.
Un volontario delle milizie è morto ed altri 5 feriti in due bombe separate nel distretto di Rangae a Narathiwat sono stati colpiti da un ordigno fatto in casa e fatto detonare con un telefonino al passaggio di una unità di miliziani. L’unità aveva il compito di pattugliare la strada per assicurare un passaggio sicuro ai docenti che di lì a poco sarebbero dovuti passare.
In un altro attentato un uomo ed una donna sono stati uccisi, come in una esecuzione, in pieno giorno, presso un mercato del distretto di Nong Chik. La donna è stata sparata con tre colpi al capo da un uomo che sembrava seguirla mentre faceva la spesa.
L’uomo è stato sparato ripetutamente mentre sedeva sulla sua motocicletta attenendo il padre.
Nello stesso tempo una bomba è stata lanciata dentro una scuola dove stavano i rangers che stavano perquisendo la scuola. Cinque rangers sono stati feriti e varie biciclette degli studenti distrutte.
LA DISCRIMINAZIONE DI GENERE E’ L’ARMA DEI DEBOLI, Pavin Chachavalpongpun
La crisi politica ha svelato una serie di “verità disdicevoli” da tanto tempo nascoste nella nostra società. Una di queste è la prevalente discriminazione di genere pre-moderno che è giunto a definire la relazione moderna tra i generi in generale, e nel contesto politico attuale, tra maschi e femmine arrabbiati contro il primo premier donna della storia thailandese.
Ad essere giusti è stato impiegato un certo grado di cattiva discriminazione di genere da tutte l fazioni politiche. Ora l’obiettivo è il primo ministro Yingluck Shinawatra, ma sia le magliette rosse che quelle gialle hanno usato la bigotteria per attaccare il genere o la sessualità dei loro oppositori.
Nell’anno in cui la Thailandia abolì la Monarchia assoluta, il 1932, alle donne fu dato il diritto di voto. Nel frattempo il paese è si è sviluppato su tanti fronti ma il suo attuale codice di condotta tra donne e uomini ancora protende verso il comportamento degli anni passati.
In altre parole la Thailandia è fermamente ancorata in una società dominata dal maschio. Lo sciovinismo maschile esiste dovunque: dai luoghi di lavoro alle comunità fino alla politica nazionale.
E’ vero che la situazione sull’eguaglianza di genere è migliorata un po’, ma se mordiamo la superficie tanto è rimasto lo stesso.
Membri della società hanno per tanto tempo esaltato a parole l’eguaglianza di genere anche quando nella realtà maltrattano quelli che sono differenti. Non solo le donne e gli omosessuali: gli insulti si fanno spesso contro i senza privilegi e le altre etnie. Alcuni di quelli che protestano designano i propri connazionali come zoticoni che non meritano l’eguaglianza politica. Senza alcuna vergogna, questo comportamento è restato rigidamente una tattica politica.
Sin da quando Yingluck vinse a man bassa le elezioni del 2011, è diventata oggetto degli attacchi più brutti di discriminazione di genere. L’opposizione l’ha definita stupida prostituta, bufalo, puttana, traditrice, pupazzo e così via. I suoi nemici hanno scelto il suo genere per trarre facili conseguenze politiche. La manipolazione dei media è stata parte i questo processo. Furono selezionate sue foto, che mostravano interazioni provocanti non intenzionali tra lei e il presidente Obama nella sua visita a Bangkok del novembre 2012, per denunciare cosa significa avere un primo ministro sgualdrina che si deve confrontare in una seria discussione con il capo più importante al mondo.
Le organizzazioni della società civile che lavorano sui diritti della donna e una lunga lista di presunte femministe non vollero prendere posizione. Ancora peggio, quando l’ex primo ministro Abhist usò termini dispregiativi come stupida e sgualdrina in un discorso politico, in un riferimento possibile a Yingluck, alcune femministe si allinearono a dare sostegno.
Alcuni membri del partito di opposizione hanno continuato a giocare questo gioco della discriminazione per macchiare Yingluck. La vice portavoce del partito democratico Mallika Boonmeetrakul fece circolare foto manipolate di Yingluck che alludevano al suo essere sgualdrina.
Ci vuole una grande spina dorsale per muoversi in questa guerra sessista che Yingluck fa da tempo da sola.
Nei pochi mesi passati, mentre la Thailandia è caduta in una nuova crisi, la discriminazione di genere è diventata un’arma. Tante personalità hanno fatto i turni sul palco delle manifestazioni per attaccare la femminilità di Yingluck. Da un dottore di Songkla ad un travestito di Silom, hanno tutti condannato Yingluck per essere nata femmina.
Alcuni hanno anche provato a spiegare il perché di questo trattamento di disumanizzazione, ma tutto girava attorno alle stesse cose: la donna è stupida e senza cervello.
Vari manifesti luridi sono stati fatti per umiliarla, mentre teneva un gigantesco giocattolo sessuale. Eppure i manifestanti continuano a proclamarsi rappresentanti di qualcosa di decente ed etico in Thailandia e si danno il compito di pulire la politica thailandese cacciando Yingluck.
M non sono forse essi stessi politicamente non etici nel violentare il contesto reale della politica thailandese per attaccar il loro nemico femmina?
Un membro della commissione elettorale, nel dare sfogo alla propria incapacità ad incontrare Yingluck faceva sfoggio del suo machismo suggerendo che forse si sarebbero potuto incontrare al Four Season Hotel, dove alcuni mesi rima ci sarebbe stato un incontro tra Yingluck e alcuni uomini di affari. Tristemente in Thailandia le organizzazioni indipendenti hanno il proprio colore politico. Secondo me la maggioranza si trova sul lato opposto alla democrazia.
Perché permettiamo che la discriminazione di genere faccia da padrone in una società che si presue matura come lo è la Thailandia?
Il sessismo è l’arma dei deboli. E’ un velo che offusca la vulnerabilità di quelli che lo usano per attaccare l’altro. Gli uomini thailandesi s isentono a disagio vicino a donne potenti. E le donne thailandesi possono trovare intollerabile se si sentono meno attraenti ed intelligenti delle loro rivali. Sono forse insicurezza che si trovano in altre parti del mondo, eppure gran parte di queste restano nascoste. In Thailandia questi sentimenti si legittimano sul piano pubblico quando sono liberamente condivisi.
Se Yingluck fosse un maschio, avrebbe ricevuto altro tipo di attacchi. Essere il primo premier donna è un lavoro duro specie in periodo di forte divisione politica.
Sesso e genere forniscono battaglie che denigrano i discriminatori stessi.
Per vedere quest’assurdità dietro la disumanizzazione non si deve amare Yingluck. Qualunque cittadino decente, specie chi dice di essere istruito, ha bisogno di rispettare l’altro indipendentmente dal genere prima di osare guidare una protesta giusta. Nessun paese davvero civile tollererebbe una serie senza fine di attacchi discriminatori.
L’ex premier australiano Julia Gillard ci mostrò che la discriminazione di genere doveva essere eliminata. Spero che Yingluck avrà un giorno una simile opportunità.