I sedici anni di colloqui di pace tra il governo e il MILF possono ora passare dal tavolo di negoziato alla fase dell’implementazione sul campo. Era questo l’ultimo documento, dopo quelli sulla transizione, sulla condivisione delle ricchezze e quello dei poteri, da fissare prima di poter firmare un accordo comprensivo della pace. E’ stato anche firmato un accordo sulle acque.
Con l’allegato della normalizzazione, il MILF ha aderito a smantellare un numero preciso di armi e truppe secondo in periodi prefissati, mentre il governo dà il suo impegno a ridurre le forze armate e aiutare a sciogliere i gruppi armati privati a Mindanao.
Le armi saranno comunque consegnate ad un gruppo terzo che manterrà un inventario delle armi e delle truppe secondo un appropriato meccanismo sull’immagazzinamento delle armi che sarà creato da un’agenzia apposita (IDB). Iqbal ha detto: “Per la pace, quella vera, dobbiamo smantellare le nostre forze. Non c’è alcun elemento di resa”.
Entrambe le parti si sono dichiarate d’accordo a implementare programmi socio economici per le truppe del MILF dismesse man mano che viene implementato il meccanismo di giustizia nella transizione. Con la firma dell’accordo di pace comprensivo, il negoziatore del MILF Iqbal ha detto che il MILF non userà più le armi ma diventerà un movimento politico.
Nell’ottobre 2012 le parti firmarono l’accordo quadro per la Bangsamoro che sottolinea il percorso verso la creazione dell’entità politica Bangsamoro che deve sostituire la Regione Autonoma nella Mindanao Musulmana (ARMM).
Il governo nuovo sarà di tipo ministeriale i cui membri sono eletti che sceglieranno tra loro il primo ministro e godrà di un sistema di tributi e tasse a cui contribuiranno il 75% delle tasse provenienti dai minerali metallici.
La presidente del gruppo di pace Filippino, Miriam Coronel Ferrer, ha detto: “Segna la fine di un processo che sono i negoziati formali, la fine reale naturalmente con altri tocchi finali necessari, ma segna anche la sfida più grande che sta davanti, che è l’implementazione.”
Teresita Deles, consigliera della presidenza per il processo di pace, ha detto: “E’ stata una strada molto difficile arrivare a questo punto più grande del processo di pace, con la stesura degli accordi che hanno richiesto deliberazioni dolorose da entrambe le parti, sostenute da discussioni complete costruzione del consenso interno alle due parti, e radicate in consultazioni estese con le unità locali interessate, con capi della società religiosa e civile e le comunità delle aree affette.”
Questa però è solo la prima fase verso la creazione di un nuovo governo che si spera dia una lunga pace alla regione. Il prossimo scoglio è il Congresso.
Dopo la firma del patto di pace, la commissione della transizione Bangsamoro elaborerà la legge fondamentale che dà il fondamento legale alla nuova entità politica e che dovrà essere sottoposta al Congresso e certificata come urgente dal presidente Aquino.
Teresita Deles nel riconoscere le sfide ha detto: “E’ stata una strada difficile giungere fin qui e sappiamo che la strada davanti continuerà ad essere piena di sfide. Mentre celebriamo questo momento affermiamo la propria prontezza a fare tutti i passi che assicureranno l’implementazione piena e soddisfacente dell’accordo”….
Una volta che la legge fondamentale è approvata un’autorità di transizione a guida del MILF guiderà la fase di passaggio da ARMM al nuovo governo fino alle elezioni fissate per il 2016.
Il monitoraggio dell’accordo di pace sarà fatto da una commissione terza, TPMT, che insieme al governo, al MILF e al facilitatore malese verificherà che tutte le parti hanno fatto quanto loro dovuto secondo il trattato di pace e solo allora sarà terminato il negoziato governo MILF con un accordo di uscita da firmare. Secondo Iqbal il giorno del giudizio verrà nel 2016 o anche prima.” Angela Casauay, http://www.rappler.com/nation/48832-government-milf-historic-firearms-deal
Si ricorda che la guerra a Mindanao dura da 4 decenni ed ha fatto oltre 60 mila vittime, due milioni di rifugiati interni, 535 moschee distrutte, 200 scuole demolite, 35 città danneggiate. Si stima che dal 1970 al 1996 soltanto sono stati spesi 76 miliardi di peso per fare la guerra, mentre durante la stagione di morte del presidente Estrada che dichiarò la guerra completa al MILF nel 2000 ci vollero altri 6 miliardi di peso. Questi sono solo i costi quantificabili immediatamente, ma il costo di avere 2 milioni di rifugiati va aggiunto con tutte le conseguenze sulle vite delle persone. ( http://pcij.org/stories/mindanao-the-hidden-costs-of-war/)
Sotto la presidenza Ramos i colloqui di pace trovarono terreno fertile per trovare poi un grande fermo nella guerra totale dichiarata nel 2000 dall’alloro presidente Estrada. A successiva presidenza Arroyo riuscì a far rirpartire i colloqui di pace producendo un accordo iniziale, Memorandum di accordo sui domini ancestrali che però la corte costituzionale cassò riaccendendo la guerra.
Con la presidenza Aquino i colloqui di pace sono ripartiti subito dopo un improvviso faccia a faccia, molto osteggiato quell’anno, tra Al Haj Murad Ibrahim e Noynoy Aquino che si tenne a Tokyo ad agosto del 2011. Si riteneva da alcune parti che il MILF fosse ancora un movimento separatista e che Aquino non stesse incontrando la sua controparte dello stesso livello.
La realtà sta poi dando ragione non solo ad Aquino ma anche ad un gruppo di lavoro di primo livello che ha visto nel tempo al suo interno una componente femminile molto forte.
Nel frattempo si cominciano a segnalare le reazioni a questo processo. La reazione positiva del governatore del ARMM, Hataman, che ha elogiato i gruppi al lavoro per “perseverare e affrontare i necessari sacrifici e dare seguito alla voce della maggioranza dei filippini per una soluzione pacifica di un conflitto decennale a Mindanao”. Ha detto poi che la sua entità politica è ben pronta a sacrificarsi per preparare la burocrazia ad una transizione di poteri senza problemi verso la nuova istituzione”.
Parole simili dal governatore di North Cotabato Mendoza che ha ricordato che ora giunge la parte delicata di implementare e fare dei cambiamenti nella vita reale della gente della Bangsamoro e del resto del paese. Ha ricordato che deve essere approvata la legge che deve essere d’accordo con la costituzione.
Altre voci importanti sono il MNLF che è diviso in varie fazioni, e dal BIFF che nasce dal MILF contro l’accordo di pace.
Il presidente del MNLF, Muslimin Sema, ha detto che il suo gruppo non ha rigettato completamente i negoziati tra MILF e Governo ma ha ricordato che esiste ancora un accordo con il MNLF: “La nostra riluttanza a riconoscerlo parte dal punto di vista che l’accordo finale di pace del 1996 è l’accordo finale per un popolo e un territorio che però non ha mai raggiunto il suo culmine. E’ ancora sotto revisione… Siamo fermi nel dire che prima che si raggiunga un altro accordo con un gruppo armato, tutti gli accordi precedenti devono essere implementati nella lettera e nello spirito”.
Secondo il portavoce del BIFF, Militanti islamici della libertà di Bangsamoro, Abu Misry Mama, loro hanno dei dubbi sul successo dell’accordo comprensivo: “L’accordo è ok a livello dei gruppi del negoziato di pace ma cosa si sa del Congresso?” Secondo Mama, l’accordo non sarà approvato o implementato durante la presidenza Aquino ed ha aggiunto che altri militanti si uniranno al BIFF se ci sarà ulteriore compromesso sull’accordo. “Quelli che si sono venduti cederanno le armi direttamente mentre chi comprende la Jihad si unità a noi”.
Comunque Mama ha aggiunto: “Promettiamo che il BIFF non ha mai sabotato né mai lo farà i negoziati di pace”
La posizione del MNLF di Nur Misuari è stata espressa dal portavoce Fontanilla: “Il MNLF non riconosce l’accordo di pace tra governo e MILF” secondo cui l’accordo è una farsa politica. “L’accordo sarà inutile se Mindanao sarà indipendente”.
Si ricorderà che Misuari lanciò varie iniziative per dichiarare l’indipendenza dal governo filippino reo per aver fatto fallire i colloqui di pace a Giacarta con il MNL e di non aver implementato quanto previsto dall’accordo di pace del 1996.
Si ricorderà che a settembre del 2012 il MNLF lanciò un’iniziativa a Zamboanga, dove volevano issare la bandiera dell’indipendenza, che terminò in un bagno di sangue dopo uno stallo di tre settimane.
Comunque il MNLF ha ribadito: “Il problema di Mindanao sarà risolto dalla gente di Mindanao. Se la gente decide di diventare indipendente nessuna potenza al mondo lo fermerà”