Un tribunale thailandese ha condannato Suthep Thaugsuban ed altri cinque membri del defunto PDRC con l’ accusa di insurrezione per il loro ruolo durante le manifestazioni che dal 2013 al 2014 scossero Bangkok portando al golpe del maggio 2014 e alla caduta del governo Yingluck Shinawatra.
Il PDRC era il Comitato di Riforma democratica Popolare che conduceva molte delle azioni banditesche per la città di Bangkok chiedendo le dimissioni di Yingluck, la riforma delle istituzioni ed una nuova costituzione.
I capi politici condannati sono stati 14 persone, di cui tre ministri, per l’accusa di insurrezione, per aver impedito le elezioni del febbraio 2014, per aver invaso la proprietà dei militari nelle scorribande durate sette mesi per la città di Bangkok.
Nel frattempo sono passati cinque anni di dittatura militare del generale Prayuth Chanochoa ed una elezione su cui ci furono manipolazioni enormi che portò alla riconferma a Premier proprio del generale golpista.
Insieme al Profeta Suthep Thaugsuban, condannato a cinque anni di carcere, ci sono tre ministri dell’attuale governo e che al tempo appartenevano al PDRC.
I tre ministri sono Buddhipongse Punnakanta dell’Economia Digitale a 7 anni di carcere, Nataphol Teepsuwan che è ministro dell’istruzione a sei anni e il vice ministro dei trasporti Thaworn Senniam a 5 anni di carcere.
Tra i condannati bisogna annoverare Suwit Thongprasert, ex Buddha Issara, ultimamente riciclatosi come sostenitore di Re Rama X e spesso visto confabulare con il re stesso.
Il tribunale ha vietato per cinque anni a Chumpol, Issara, Nattaphol, Suwit, Samdin, Lertbut, Samran Rodpetch e Taya Teepsuwan,, moglie del ministro dell’istruzione, di fare attività politica
Ai cinque personaggi del PDRC non sono state sospese le sentenze e non si sa se riceveranno il rilascio su cauzione mentre fanno l’appello alla sentenza. Ora sono in carcere.
Il vice primo ministro ha dichiarato che i tre hanno perso il loro posto nel governo perché la legge impedisce di avere un posto nel governo a chi è condannato. Si deve ricordare che un altro ministro thai fu condannato in Australia per possesso di eroina ma la sentenza non è stata riconosciuta dal governo.
“Credo che il governo si senta sotto pressione da parte dell’opposizione e della società civile per mantenere una parvenza di equità” ha detto l’analista politico Arun Saronchai.
“Dopo tutto il governo incrimina ragazzini ed adulti per aver infranto il decreto di emergenza. Sarebbe una cosa sbagliata se non applicassero la legge anche sull’altro campo, anche se erano un tempo alleati”
“La nostra lotta era la lotta per il nostro paese” ha detto baldanzoso Suthep che per formare il PDRC si dimise dal partito democratico per il quale fu ministro dell’interno nel maggio 2010 durante la repressione di Ratchadaprasong.
“Tutti e 39 accusati hanno accettato il verdetto indipendentemente da ciò che si avrà” aveva detto Suthep prima della sentenza. “La nostra lotta vide 24 persone morire e 900 feriti. Alcuni sono già andati in carcere. Ciò che sarà sarà… Ci prenderemo le nostre responsabilità. Rispettiamo la legge ed il sistema giudiziario”
Tra i 27 morti ufficialmente dichiarati c’era anche un ragazzino di 4 anni.
La lotta che reclama Suthep era quella di Chiudere Bangkok, di estromettere la famiglia Shinawatra dalla politica e dal potere in Thailandia e creare delle riforme che pongano le persone per bene al potere.
Il governo Yingluck fu fatto decadere dalla corte costituzionale per aver trasferito un militare thailandese dalla sua posizione. Quei disordini di lì a poco aprirono la strada al golpe del generale Prayuth, alla nuova costituzione e ad una gestione cattiva dell’economia thai.