Si riconosce che la finanza della sostenibilità ha un ruolo chiave nel sostenere i paesi dell’EMDE verso uno sviluppo inclusivo, resiliente e verde, GRID.
Nella dichiarazione dei Leader di Bali del G20 non mancavano impegni e promesse per creare nuovi finanziamenti globali per affrontare le tante sfide di sostenibilità di breve termine e strutturali.
Questi impegni includono la creazione di un nuovo Fondo per la Pandemia e un nuovo fondo per la Resilienza e la Sostenibilità. Nel riconoscere le accresciute vulnerabilità del debito tra i tanti mercati emergenti ed economie in via di sviluppo, EMDE, a causa della pandemia da Covid-19 mentre si affrontano bisogni pressanti di investire nella mitigazione e adattamento climatici, il G20 ha anche offerto un Quadro Comune per il Trattamento del Debito al di là dell’Iniziativa di Sospensione del Servizio del Debito per aiutare paesi a basse entrate e paesi vulnerabili a ristrutturare il loro debito.
Si riconosce che la finanza della sostenibilità ha un ruolo chiave nel sostenere i paesi dell’EMDE verso uno sviluppo inclusivo, resiliente e verde, GRID.
Con il Gruppo di Lavoro di Finanza Sostenibile del G20, si è andato avanti nello sviluppare ed adattare standard e tassonomie che identifichino attività sostenibili.
L’Indonesia ha anche lanciato il Meccanismo di Transizione Energetico per aiutare paesi come l’Indonesia che dipendono in gran parte dai combustibili fossili per la transizione verso energie rinnovabili.
Questi impegni sono fatti in un contesto che non è di tempi normali come alludono Kharas e Rivard nel loro ultimo rapporto “Debito, solvibilità e clima: Un nuovo dilemma per lo sviluppo”. Per molti paesi questo significa solvibilità che peggiora, costi crescenti dei finanziamenti, alti deficit fiscali, bassa crescita economica e alta inflazione per i prezzi che vanno alle stelle di alimenti, energia e fertilizzanti. Inoltre molti paesi EMDE si trovano di fronte ad un sviluppo radicato o dilemma enigmatico dove si deve scegliere tra la protezione dei loro cittadini vulnerabili e delle imprese piccole o micro dagli impatti dell’inflazione, della perdita di lavoro e dai costi dei finanziamenti contro gli investimenti nella transizione all’energia verde.
L’investimento nella sostenibilità è percepito ancora come un lusso invece di essere in cima alle priorità di sviluppo.
Allo stesso tempo, il mondo si trova di fronte alle sfide climatiche che chiamano tutti globalmente a fare la propria parte nell’affrontarle. La proliferazione di fondi globali e altri impegni per aumentare di scala la finanza sostenibile è il riconoscimento che tutti i paesi hanno bisogno di lavorare insieme per affrontare la tragedia dei beni comuni globali.
Le statistiche parlano chiaro. Un quarto dei gas serra globali provengono dai paesi in via di sviluppo senza un rating di credito di grado di investimento, che vuol dire altissimi costi di finanziamento perché sono maggiori i rischi degli investitori per investire in quei paesi, e quindi impongono maggiori tassi di interesse.
Inoltre quasi tutte le economie avanzate possono prendere in prestito dai mercati globali a tassi inferiori al 5%, mentre a solo 6 dei 52 paesi EMDE sono possibili questi tassi. Comunque senza questi paesi che vanno all’energia verde l’obiettivo globale di limitare l’aumento della temperatura ad 1,5 gradi resta elusivo.
Questo comporta che senza accesso a capitali più facili, come i finanziamenti ufficiali non agevolati e agevolati da parte delle istituzioni finanziarie internazionali, molti paesi EMDE non hanno incentivi ad investire nel decarbonizzare le loro economie. Questo spiega perché vari impegni di finanza sostenibile al G20 danno non solo l’accesso a capitali più facili ma anche assistenza tecnica e di costruzione di capacità per aiutare i paesi a pianificare le strategie di transizione energetica e gestire i loro rischi di transizione.
Cosa può apprendere l’ASEAN dalle varie iniziative del G20 per per aumentare i finanziamenti per la sostenibilità e incoraggiare i paesi a intraprendere azioni per il clima?
Per prima cosa affrontare le questioni di sostenibilità ha bisogno di investimenti strategici sostenuti di lungo termine della scala di trilioni e non miliardi di dollari. Attualmente la maggioranza delle promesse sono nel range dei miliardi, come i 100 miliardi di dollari del Fondo del Clima e di Resilienza e sostenibilità, o 1,4 miliardi del Fondo per la Pandemia.
Come sostiene il rapporto di Basri e Riefky “Assicurare una transizione climatica inclusiva, conveniente e agevole in Indonesia”, una ragione primaria per la discrepanza tra accordo ed inazione è “una differenza di vedute su chi deve fare cosa”. Secondo lo spirito del gotong royong, l’auto aiuto di comunità, il gruppo di esperti di sviluppo Gruppo consultivo di alto livello sulla ripresa e la crescita sostenibile e inclusiva (HLAG) raccomanda la divisione del lavoro su chi deve fare cosa per aumentare il finanziamento della sostenibilità.
Questo include il ruolo di banche di sviluppo multilaterali e del Fondo Monetario Internazionale per per aumentare la fornitura di competenze tecniche e assistenza finanziaria, in particolare attraverso finanziamenti agevolati per ridurre il rischio di investimenti con bassi rendimenti corretti per il rischio. Invita anche i governi alla mobilitazione delle risorse nazionali tra cui le tasse del carbone, l’uscita dai sussidi e settori sporchi, le accise sui carburanti fossili, sulle plastiche e gli incentivi fiscali verdi.
La finanza mista che adotta lo spirito del gotong royong ha acquistato popolarità tra i paesi del G20. Si tratta di un approccio strutturato che riunisce vari attori, tra cui filantropi privati e investitori d’impatto, per investire in progetti raggiungendo i propri obiettivi, siano essi finanziari, sociali o ambientali, o una combinazione di essi.
Per seconda cosa, l’impegno da solo è insufficiente. Dobbiamo esplorare il Come fare, soprattutto per affrontare i rischi della transizione, come sostengono Basri e Riefky nel loro rapporto. HLAG raccomanda che ogni paese debba disegnare i propri accordi quadro istituzionali adatti al contesto specifico e ai bisogni. Non c’è una soluzione per tutti. Riconoscere l’economia politica domestica di una transizione energetica verde è fondamentale in tal senso.
Per i Paesi che si trovano ad affrontare il dilemma dello sviluppo, l’agenda della transizione energetica deve essere direttamente collegata all’obiettivo di sviluppo e alle priorità del Paese. Poiché i cicli politici sono di solito brevi, se non per i governi autoritari, 10 anni al massimo, rispetto alla maturità dei progetti e degli investimenti verdi che possono durare più di 30 anni, i responsabili politici potrebbero iniziare con i frutti a basso impatto per ottenere il sostegno politico nel breve periodo e sostenere il piano di transizione verde nel lungo periodo.
Si devono considerare le debolezze istituzionali, di regolamento, burocratici e di governo quando i governi pianificano la propria transizione energetica specie nei piani a breve. Identificare chi perde e chi ci guadagna, e la definizione di politiche e la sequenza delle riforme, aiuteranno i paesi a superare i rischi della transizione. In ultimo la comunicazione pubblica, la coscienza e il sostegno per l’azione per il clima possono aiutare ad allentare le pressioni su governi e politici.
Terza cosa, sono necessarie le riforme di livello globale per permettere che i grandi investimenti siano spinti verso il GRID. Come illustrato da Kharas e Rivard, le grandi Istituzioni Finanziarie internazionali potrebbero cambiare la loro metodologia nella valutazione della solvibilità dei paesi, usata dai potenziali investitori nelle decisioni finanziarie.
Poiché la vulnerabilità climatica accrescerà i rischi finanziari e minaccerà la stabilità finanziaria, la metodologia potrebbe considerare la resilienza e la vulnerabilità climatica nella valutazione del merito di credito per incentivare i Paesi a investire in azioni per il clima. Paesi che non investono nella mitigazione e adattamento al clima troveranno più difficoltà nel migliorare le proprie valutazione del credito. Anche importante Kharas e Rivard notavano che fondamentale per il successo nello scenario di spinta al grande investimento è di migliorare il clima di investimento e il rafforzamento delle istituzioni.
Senza istituzioni e governo seri, i paesi del EMDE troveranno difficile di eseguire credibilmente e in modo trasparente gli investimenti verdi che si impegnano a prendere. Un punto iniziale è un partenariato di transizione giusta che coinvolga partner neutrali come MDB.
Il Just Energy Transition Partnership (JETP) in Indonesia potrebbe aiutare il Paese a raggiungere il suo ambizioso obiettivo di azione per il clima, realizzando al contempo il GRID. Comunque ha bisogno di coinvolgimento attivo di attori nazionali importanti per avere successo tra cui la strategia di riforma normativa e sandbox normativo.
L’Indonesia vuole sostenere lo slancio del Vertice del G20 dello scorso anno per la sua presidenza ASEAN di quest’anno. Imparando dalle iniziative di finanziamento della sostenibilità del G20, l’ASEAN potrebbe concentrarsi in primo luogo sul “chi deve fare cosa” quando si tratta di lavorare insieme per raggiungere gli obiettivi regionali e globali di azione per il clima; in secondo luogo, sul “come fare cosa” quando si tratta di implementare i singoli Paesi; e in terzo luogo, sulla narrativa della “spinta ai grandi investimenti” quando i Paesi meno sviluppati dell’ASEAN si trovano di fronte a un dilemma di sviluppo.
Maria Monica Widhardja, Fulcrum.sg